Intervista a Giraffe: “Per la Generazione Zero serve una rivoluzione bianca”

È “Diamanti Grezzi” l’ultimo singolo rilasciato da Giraffe, all’anagrafe Lorenzo Passamonti.

“Diamanti grezzi” è un brano generazionale dove musica e testo giocano tra loro sul concetto di tempo; è una canzone che punta l’attenzione sul senso di “disordine” che accomuna tutti i ragazzi della cosiddetta Generazione Zero, quelli nati dopo il 1995 in una società impregnata di wi-fi, che pone tanti interrogativi e incertezza economica.

Giraffe ha all’attivo diversi singoli e in occasione di “Diamanti Grezzi” abbiamo deciso di intervistarlo.

{“source_sid”:”BD4A1559-2088-4B47-93F6-8572F0C7A6CE_1604249352809″,”subsource”:”done_button”,”uid”:”BD4A1559-2088-4B47-93F6-8572F0C7A6CE_1604249352790″,”source”:”other”,”origin”:”unknown”}

Da bambino sognavi di fare il cantante? 

Sì! Da bambino sognavo di suonare la chitarra. Ne ero così appassionato che a nove anni ho iniziato a suonare chitarra classica. Crescendo, ho sentito l’esigenza di raccontarmi attraverso dei testi. Così è nato il progetto Giraffe.

Tra tanti nomi, perché proprio Giraffe?

Quando ho iniziato a registrare i miei pezzi, avevo necessità di una piattaforma. Ricordo che mia nonna aveva un Ipad con l’app di Garage Band. In questa app c’era l’icona dell’accesso utente e c’era una giraffa coloratissima che mi ha inconsciamente influenzato.

Ho trovato altri elementi andando avanti e così ho avuto l’immaginario di Giraffe.

Diamanti Grezzi è il tuo nuovo singolo. È un titolo che fa pensare a qualcosa che in potenza è prezioso ma ancora non si è rivelato. Possiamo definire così la tua musica?  

Assolutamente sì! Vorrei precisare che possiamo definire così anche la mia generazione. Trovo molta affinità con questa definizione perché la mia generazione ha veramente tutto a disposizione, ma non si riesce mai a concretizzare ed arrivare in fondo alle cose.

Nella canzone, infatti, ho messo una frase che riesce ad evocare molto questo immaginario che è: “Siamo macchine da corsa, ma siamo fermi ai caselli”.

Immagino così la mia generazione: come delle macchine da corsa che non riescono a partire.

Cosa pensi non è mai stato capito o accettato di chi ha la tua età e appartiene alla Generazione Zero?

Viviamo in un momento storico in cui stiamo subendo gli errori delle generazioni passate. Siamo reduci di chi c’è stato prima e in quanto tale c’è stata un’evoluzione che adesso per noi è veramente scomoda.

In “Diamanti grezzi” canti di un disordine.

Nella canzone parlo di come debba tornare ad avere importanza l’espressione rivoluzione bianca. Il disordine che canto è la mancanza di riferimenti sia nel contesto sociale sia io come persona. Ho 24 anni e mi sento che tutto quello che sto facendo non so se potrà avere una proiezione nel futuro.

Che genere di riferimenti vorresti?

Secondo me mancano riferimenti del passato. Non possiamo più riconoscerci in qualcosa che è stato. Ciò che viviamo oggi è di oggi e sarà diverso da domani. Se prima c’erano delle certezze, adesso manca una struttura.

Mi arrabbio quando negli spot pubblicitari associano la mia generazione alla generazione del wi fi o alla generazione di Tik Tok o di Instagram. Posso assicurare che conosco ragazzi molto più giovani di me che si stanno dissociando da questo modo di vivere cancellando Instagram o non avendo proprio Facebook.

Tornando alla tua musica, da quali esperienze o cantanti è stata ispirata e contaminata?

Ho un amore per Jeff Buckley che secondo me è uno degli artisti più grandi dell’ultimo decennio come ha anche detto Jimmy Page, un altro mio riferimento.

Si tende oggi ad incasellare la musica in generi musicali in base sia a cosa si canta, ma anche da dove si proviene. Sei indie, pop o non ti importa?

Non mi importa nel senso che nel mio percorso di musicista ho avuto modo di studiare tutti i generi quindi mi sento influenzato da tutto.

E poi magari quando rilasci un pezzo io lo percepisco in un modo, ma l’ascoltatore invece no. Se dovessi definirmi, io sento del punk, dell’indie e del blues.

Diamanti Grezzi non è il primo singolo che pubblichi. Prima o poi arriverà un disco?

Assolutamente sì! E’ quello a cui sto lavorando e spero tanto di riuscire a farlo uscire per febbraio 2021.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Cerco di fare qualcosa che comunichi alla mia generazione e voglio far tornare il tema della rivoluzione bianca che deve appartenere a noi giovani principalmente perché siamo noi che un domani faremo la differenza.

Sandy Sciuto