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Intervista a Damiano Clemente, Graphic Designer e mano illustrata di Dsquared2

Se vi dicessi Damiano Clemente cosa vi viene in mente? E se aggiungessi Dsquared2?

Damiano Clemente è, infatti, il Senior Graphic Designer di questo brand fantastico e, da circa 10 anni, con i suoi lavori artistici colpisce e rapisce lo sguardo di tutti, che sia davanti alla vetrina di un negozio o lì a zoomare durante lo scroll sulle app preferite di acquisti online.
Giovane e dall’impronta fresca, quella di Damiano è la mano che crea e disegna tutto ciò che viene realizzato sugli abiti del brand italo-canadese. I suoi lavori e le sue creazioni hanno sfilato sulle passerelle più importanti, contribuendo fortemente a consolidare l’immagine di questa casa di moda in tutto il mondo.

Le sue creazioni fatte di linee essenziali, tratti marcati e sprint di colori mostrano un talento riconoscibile e fortemente improntato. Essenziale il suo background artistico che gli ha permesso di dominare la scena della moda e non solo. Un giovane astro in continua crescita e fermento artistico in grado di rinnovarsi e rinnovare stagione dopo stagione.

Ripercorriamo brevemente il tuo excursus con Dsquared2: il tuo arrivo, i primi traguardi e la nomina a Senior Graphic Designer.

Quando mi sono trasferito a Milano ho iniziato a lavorare per un’agenzia di comunicazione e come extra realizzavo illustrazioni private su commissione. Un giorno, ricevo un messaggio su Facebook da parte di un ragazzo che mi commissionava un’illustrazione personale. Quando ci siamo incontrati, mi dice di aver mostrato i miei lavori ai suoi capi e che avevano piacere nel conoscermi. Intuisco si trattasse di un qualcosa riguardante la moda, ma all’epoca ero poco ferrato su questo mondo. Addirittura pensavo mi volessero assumere come commesso e io non ero a Milano per fare ciò. Spiego il mio disappunto al ragazzo che, invece, mi dice che era un designer di accessori e che il colloquio era per l’ufficio stile.  Dopo il colloquio e il periodo di prova ho iniziato a disegnare per loro. Ho iniziato come illustratore ed a settembre saranno 10 anni di collaborazione.

La nomina a Senior Graphic Designer è arrivata dopo un periodo crescente di lavoro. Sono entrato in azienda come illustratore grafico. Ora al tavolo dell’ufficio grafico siamo in tre, io, adesso posso definirmi tra virgolette la mano illustrata del marchio, quella più presente.

Tutto per caso! Al posto giusto al momento giusto!

Sì, diciamo che dieci anni fa i social hanno funzionato.

Quanto della tua formazione, delle tue inclinazioni e passioni sei riuscito a imprimere e fondere nelle collezioni di Dsquared2?

Dsquared2 è un brand giovane e fresco, che ben si è incastrato con le mie impostazioni di illustratore e animatore tradizionale. La mia formazione, sia durante gli anni del liceo che d’Accademia, si è fortemente marcata e delineata sul mondo manga ed anime. Il mio stile cartoon è sempre stato forte e incisivo e questo, all’inizio, è piaciuto molto al brand. Negli anni, poi, con le richieste di ricerca degli stilisti mi sono affacciato ad altri stili. Il mio, dunque, è stato un crescente d’esperienze lavorative e personali considerando che è stata la mia prima esperienza in un’azienda di moda. Provenivo da tutt’altro, quindi, parlare di sfilate, collezioni e ricerche, per me era tutto nuovo, ma ho ricevuto gli stimoli giusti che mi hanno fatto crescere molto.

In quasi dieci anni di collaborazione, c’è un lavoro o una collezione che può definirsi un tuo capolavoro?

Capolavoro è una parola grossa. Tendenzialmente non mi definisco artista, ma piuttosto un creativo. Sono dell’opinione che la fama dell’artista si accresca post mortem ed, io preferisco non definirmi tale, così da potermi godere le gioie mentre sono in vita! A parte gli scherzi!
Sì, la soddisfazione c’è ad ogni collezione, ogni volta che una tua creazione va in sfilata. L’emozione è stupenda, soprattutto dopo, quando parte tutta la campagna pubblicitaria su magazine e social. L’apice si ha quando persone di un certo spessore scelgono di indossare una stampa disegnata da te.

Posso affermare che sono tre, i lavori di cui vado più fiero. La SS13 con tema Safari – Africa. Per l’occasione ho reinterpretato maschere africane e da queste figure sono nate diverse composizioni utilizzate, poi, su abiti e accessori. Questo è un elemento di forza di Dsquared2. Una grafica diventa così forte da essere utilizzata a 360° e, questo, a livello personale è molto forte. La SS13 è stata la prima sfilata con la mia impronta, un momento molto importante.
Altra campagna di cui sono molto fiero è la Fall/Winter 2016 con il tema Manga- Punk. Lì ho proprio giocato in casa. Quando ho scoperto la tematica sono andato a nozze.
Terza collezione è stata la SS20, con il tema China. Mi era stato chiesto di disegnare e reinterpretare Tigri e fiori e, anche in quel caso, da una semplice illustrazione nata come un piazzato per una giacca, si è poi sviluppato un all view per i tessuti di tutta la collezione.

Prima hai accennato alle star che indossano qualcosa disegnato anche da te… Com’è?
Beh! Sono contento, anche se il mio nome non c’è da nessuna parte, ne sono fiero. Io disegno per Dsquered2 e so di averla creata io.
Da personaggi famosi non ho avuto commissioni dirette. Lavorando in questo settore, però, posso affermare di aver ricevuto molte opportunità che prima ritenevo impensabili. Penso di essere cresciuto molto lavorativamente e non ho intenzione di fermarmi, anzi voglio mettermi alla prova ogni giorno. In questo lavoro il potere del passaparola è fondamentale.

Ora, però, mi stuzzichi… Al momento Damiano Clemente non è corteggiato da altre aziende?
Ehm… No comment! Diciamo che ci stiamo lavorando.

Dsquared2 ha sempre strizzato l’occhio alla cultura underground e al concetto di Luxury Streetwear. A chi si rivolge adesso? E soprattutto a che livelli riesce ad arrivare nella cultura under?

Dsquared2 è un marchio così versatile che ben si adatta. Può essere scelto dal ragazzino all’uomo più adulto con uno spirito sportivo. Sui capi Dsquared2 predominano grafiche e logo e molto spesso, questo elemento combacia con il desiderio di chi acquista un capo: il desiderio di sfoggiarlo. Etichettare Dsquered2 come adatto solo ad una categoria è riduttivo. In dieci anni di collaborazione ho visto la crescita e la versatilità di quest’azienda. Se è vero che è nato indirizzato verso un target, nel tempo ha saputo reinventarsi e adattarsi alle nuove esigenze della moda. Esistono sicuramenti capi iconici, penso ad esempio ai jeans o al baseball, ma penso anche ai capi di alta sartoria. C’è rinnovamento e penso sia un punto di gran forza per un brand che va avanti da 25 anni. Lo spirito di innovazione si respira all’interno dell’azienda e viene trasmesso a tutti coloro che lavorano al suo interno.

Da dove trai ispirazione? Come capisci che un tuo lavoro è valido e sarà apprezzato?

Quando lavoro a un nuovo progetto non sono mai soddisfatto al 100%, finché non viene scelto e stampato. Solo in quel momento ho la certezza che è realmente piaciuto. L’ispirazione la rintraccio nelle ricerche. Gli stilisti ci danno l’input di collezione e da quel momento parto di ricerche per immagini, libri e quando era possibile anche di viaggi. Terminata la fase di ricerca, c’è la selezione del materiale, per poi la fase di elaborazione delle proposte grafiche e illustrate. Queste possono variare ed essere completamente digitali o una combinazione tra digitale e disegno o ancora, totalmente dipinte a mano. Questa cosa mi è sempre piaciuta. Il bello, per me, è quando mi commissionano qualcosa di assolutamente pittorico, con zero digitale.

Ti occupi anche della scelta dei materiali e quanto influisce la parte grafica sulla scelta?

Io, personalmente, non mi occupo della scelta dei tessuti. Ci sono altre figure all’interno dell’azienda. Ovviamente una volta approvate le illustrazioni c’è un confronto con il responsabile dei tessuti e si discute di come una grafica verrà applicata o stampata. E’ un lavoro di squadra, dove finisce il mio lavoro, inizia quello di un altro.

Primavera-Estate 2022 a che punto si è?

Finita e chiusa, ormai stiamo lavorando alla Fall-Winter 2023.

Io ci provo, anticipazioni sulle nuove tendenze?

Non posso sbilanciarmi molto, ma posso dirti che abbiamo analizzato il periodo che tutti noi abbiamo vissuto. Un periodo di chiusura e che io definisco grigio. Ecco, posso dirti che abbiamo dato una bella secchiata di colore.

Benito Dell'Aquila