Ad una ventina di chilometri da Foligno, nel cuore dell’Umbria, si trova un borgo medioevale in cui il tempo sembra essersi fermato. Rasiglia, infatti, ha conservato negli anni il fascino tipo del medio evo, in particolare modo grazie alle case di pietra che si ergono lungo i vicoli acciottolati. Oltre alle “pietre”, vi è un altro elemento caratterizzante il paesaggio di Rasiglia: i ruscelli. Il borgo è infatti attraversato da numerosi ruscelli che riempiono l’aria del rumore dell’acqua che scorre e scende verso il fiume Menotre.
Rasiglia è un borgo piccolissimo, sicuramente non tra più i noti dell’Umbria, composta da una cinquantina di abitazioni, qualche antico rudere ed un’infinità di posticini che consentono di passare da una parte all’altra del paese.
Ogni anno è comunque meta di migliaia di turisti che decidono di visitarlo per il suo fascino antico. Rasiglia ed i suoi abitanti raccontano la storia di un borgo fuori dal tempo e di antiche tradizioni artigiane.
La storia
L’insediamento dovrebbe essere nato tra il dodicesimo ed il tredicesimo secolo, nei pressi dell’antica Via della Spina, che collegava il Mar Tirreno al Mar Adriatico. Uno snodo importante per i traffici marittimi e non solo. La “Via” veniva utilizzata anticamente per lo più per trasportare il ferro dall’Isola d’Elba fino all’Adriatico, per poi raggiungere la città greca di Spina e da lì tutta la Grecia.
Il Castello di Trinci
Fu fatto costruire da una famiglia nobile di Foligno, i Trinci, per controllare la Valle del Menotre (che prende il suo nome dal fiume che l’attraversa). Ad oggi sono visibili solo i ruderi del castello che, un tempo imponente, era a guardia del paese.
Ai piedi del Castello, o meglio delle due torri e del mastro che, insieme ad una parte della cinta muraria sono resistiti al tempo, nasce il Capovena, che alimenta tutti i canali fluviali che attraversano il borgo di Rasiglia e che, per secoli, hanno alimentano anche l’economia di questo antico borgo medioevale.
L’importanza dell’acqua nell’economia
Grazie alla forza dell’acqua, intelligentemente sfruttata dagli abitanti del borgo, nacquero mulini ed opifici dove veniva lavorata, filata e tinta e la lana. La maggior parte degli abitanti del borgo era composta da artigiani che vendevano ai mercanti di passaggio i loro tessuti.
Subito dopo il dopoguerra, la maggior parte degli abitanti del paese si trasferì in altri luoghi. Principalmente a causa del crollo dell’economia e della conseguente chiusura della maggior parte delle attività artigiane. Ad oggi gli abitanti del borgo sono circa una quarantina.
Il santuario della Madonna delle Grazie
Nel pressi del castello si trova il santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, costruito intorno al 1.450, dopo il ritrovamento sul luogo di una statuetta raffigurante una Madonna.
La Penelope
Ogni anno, nel mese di giugno, gli abitanti di Rasiglia organizzano la “Penelope a Rasiglia”, una manifestazione volta a far conoscere le antiche tradizioni della manifattura tessile che sono state per tantissimo tempo la colonna portante dell’economia del Paese.