I delfini hanno patito il lockdown e l’assenza di umani: portano doni sulle spiagge

E’ noto che il lockdown imposto dal coronavirus fosse una delle misure più importanti e più dure per la lotta contro il coronavirus. In molti hanno sofferto per la perdita della loro routine e per questo stato che ha visto quasi tutto il mondo doversi autoisolare in casa nell’attesa che le autorità competenti fossero in grado di saper dare maggiori informazioni su questo dannato virus che ha mietuto numerose vite sul nostro pianeta.
Ed è vero che sebbene molti dei nostri simpatici amici pelosi siano stati felici di averci in casa tutti per loro, ci sono altre creature che a quanto dicono gli scienziati, potrebbero aver patito l’assenza dell’uomo sulle spiagge e più in generale in mare: sono i fantastici protagonisti della sigla di Guida Galattica per Autostoppisti: i delfini.

Questa bizzarra supposizione, circa il fatto che i delfini possano sentire la mancanza degli essere umani proviene dall’Australia, dove numerosi esemplari di delfini si sono addentrati sulle spiagge per portare quelli che sembrano essere dei doni fino al bagnasciuga dove poi li depositano convinti che qualcuno possa accorgersene e che possa apprezzare il gesto di uno dei mammiferi più intelligenti sul nostro pianeta. Il comportamento è stato segnalato principalmente nel Queensland, sulla spiaggia di Tin Can Bay ma non si esclude che anche in altre zone si siano registrati comportamenti simili, specialmente nelle zone balneari più trafficate dai delfini e che quindi sono le zone dove spesso queste simpatiche creature si trovano ad interagire con l’uomo. Infatti sembra proprio questo il punto: i delfini potrebbero essersi accorti dell’assenza delle persone (dovuta al lockdown) e potrebbero aver ritenuto che lasciare qualche dono potrebbe anche incentivare le persone a tornare sulle spiagge.

Da qualche giorno infatti vi è una sorta di processione incessante lungo le coste della zona del Queensland che vede i delfini raggiungere la spiaggia con doni di diversa natura: conchiglie, bottiglie, coralli, pesci e alghe. Questo comportamento non appare particolarmente insolito per Barry McGovern, dell’Università del Queensland che afferma: “Nulla mi sorprende più sul comportamento dei delfini. Fanno davvero di tutto: usano attrezzi, hanno una loro cultura, si chiamano addirittura per nome con dei versi distintivi. Con molta probabilità, non soffrono la semplice mancanza dell’uomo. Sentono la mancanza di un pasto gratuito e della solita routine.”

Questo comportamento non stupisce lo studioso che aggiunge subito dopo: “Giocano spesso con alghe, coralli e qualsiasi altro oggetto, che trasportano sul rostro. Sono abituati a essere alimentati dall’uomo, sono abituati a interagire con l’uomo. Poiché ora tutto ciò non sta avvenendo, probabilmente si annoiano. Ci portano regolarmente dei regali, mostrandoci quanto manchi loro l’attenzione e l’interazione con le persone.”

Questa storia fantastica ci fa capire di quanto siano speciali queste creature e di quanto sia fondamentale per loro un rapporto “sano” con gli umani che ogni giorno sembrano dimenticare quanto sia importante rispettare l’habitat di queste creature.

Andrea Calabrò