Solo fino al 15 marzo, sessanta fotografie in bianco e nero raccontano il concetto di famiglia secondo Elliott Erwitt al Mudec di Milano.
La curatrice della mostra Biba Giacchetti ha selezionato assieme al Maestro gli scatti che raccontano Family al Mudec di Milano: una mostra fotografica che narra i settant’anni di storie familiare.
Erwitt “conduce il suo racconto per immagini senza tesi, in totale sospensione di giudizio”, spiega Biba Giacchetti. “Ci racconta i grandi eventi che hanno fatto la Storia e i piccoli accidenti della quotidianità, ci ricorda che possiamo essere la famiglia che scegliamo: quella americana, ingessata e rigida che posa sul sofà negli anni Sessanta, o quella che infrange la barriera della solitudine eleggendo a membro l’animale prediletto. Famiglie diverse, in cui riconoscersi, o da cui prendere le distanze con un sorriso.”
Chi è Elliott Erwitt?
Ce lo racconta lui stesso in una video intervista all’inizio del percorso espositivo. Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz, ha 91 anni e gli occhi di un ragazzino curioso. Nato a Parigi nel 1928, ha vissuto i primi anni della sua vita a Milano, per poi far ritorno a Parigi. Si trasferisce a New York e poi a Los Angeles per studiare fotografia. Nel 1948 incontra Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, i quali si innamorarono delle sue fotografie. Anche quando venne chiamato alle armi dall’esercito degli Stati Uniti nel 1951, continua a lavorare come fotografo, anche per l’esercito stesso. Congedato dall’esercito, Erwitt viene invitato a diventare membro di Magnum Photos direttamente dal fondatore, Robert Capa.; nel 1968 ne diventa presidente.
La vita privata di Erwitt è stata molto particolare. Durante l’intervista, racconta di essersi sposato ben 4 volte e aver avuto 6 figli, moltissimi nipoti. Non è un caso se una delle fotografie più toccanti della mostra sia il ritratto della primogenita, Ellen, con la ex moglie dell’artista, scattata a New York nel 1955. Con una vita così, chi mai più di Erwitt, a 91 anni, poteva dar vita a una mostra dedicata alla famiglia?
Elliott Erwitt. Family.
Un nonno provenzale che si porta il nipotino con baguette sul sellino della bicicletta. Un giovane cowboy che abbraccia il padre durante un pranzo domenicale, con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Un giovane coppia di innamorati immortalati a ballare in cucina, sbirciando dalla porta. Jackie Kennedy distrutta dal dolore al funerale di J.F. Kennedy, un momento storico che ha scosso le abitazioni e gli animi di tutto il mondo. Una coppia di sposi nudisti, ripresi solo con velo e cappello addosso. Un ritratto di famiglia che vede protagonista un buffo bulldog, in posa per lo scatto.
Negli occhi e nell’obiettivo della Leica di Erwitt, la famiglia diventa un tutt’uno con il pubblico e il privato, il dentro e il fuori, il convenzionale e non convenzionale. Ne risulta un album personale ma anche sociale che racconta, come in un film muto, attimi di vita che ci fanno commuovere, sorridere, ricordare o immedesimare. Queste e tutte le altre scene immortalate dall’artista parlano di famiglia come sentimento, quindi, amore. Un tema universale, mai come oggi messo in discussione, interpretato da Elliott Erwitt con il suo stile potente e leggero, romantico o dosatamene ironico: una verve che ha reso questo autore uno dei fotografi più amati di sempre.
La mostra, promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 ORE, ha visto il prezioso contributo di Lavazza che, oltre ad essere il principale sponsor Mudec Photo, ha partecipato con una selezione di scatti tratti dal Calendario Lavazza 2000, dal titolo “Families – Ritratti intorno al caffè”, firmata dallo stesso Elliott Erwitt.