Una favola. Non possiamo definire con altri termini la vittoria della Slovenia agli Europei di Basket, battendo nella finale di Istanbul la Serbia per 93-85. Già, una favola: da un lato perché i giovanotti sloveni erano sì considerati outsider ad inizio torneo, ma sicuramente inferiori rispetto alle più quotate Serbia, Spagna, Francia e Germania, dall’altro per il modo in cui si sono conquistati il titolo di Campioni d’Europa, spinti dal tifo di una cospicua frangia di tifosi stranieri, innamoratisi dello spirito della nazionale slovena.
LA FINALE – La Sinan Erdem Dome, per la finale, è finalmente stracolma di tifosi, dopo partite che hanno registrato una bassa affluenza di spettatori presenti. L’inizio serbo è subito promettente, con un iniziale vantaggio di 13-18 nonostante un Marjanovic sottotono; Dragic, Doncic e gli altri ragazzi della banda di Kokoskov non stanno però a guardare e contribuiscono a rendere la gara molto fisica – come ci si aspettava da pronostico -, inframezzata dalle triple di Randolph, Dragic e Bogdanovic. All’intervallo la Slovenia arriva con nove punti di vantaggio (56-47), con al referto anche uno splendido coast-to-coast con schiacciata di Doncic. La ripresa si riapre secondo tutt’altro copione e i serbi spingono sull’accelleratore per la rimonta, trascinati da Bogdanovic e Lucic. Poi, quello che nessuno si aspetta: un infortunio alla caviglia mette k.o. Doncic; la Slovenia arriverà a giocare gli ultimi 3′ di gara senza l’altro trascinatore Dragic, colpito dai crampi. Randolph, Prepelic e Nikolic riescono a rendere vano il tentativo di rimonta serbo, che nel frattempo era andata avanti per 77-78 con Macvan: Randolph, portando la Slovenia a due possessi di vantaggio sull’86-82, e poi Bodganovic, sbagliando una tripla nell’ultimo minuto di gioco, consegnano il titolo di Campioni d’Europa, per la prima volta, alla Slovenia.
È stata una finale fisica, giocata a mille all’ora, densa di colpi di qualità assoluta dei vari interpreti, da ambo le parti. Più esperti ritengono che da tempo non si vedesse sul suolo europeo una partita di questo calibro, di questa intensità.
DRAGIC E DONCIC – La Slovenia è stata trascinata da questi due fenomeni: Dragic e Doncic, il Dragone e il Predestinato. Il primo, play dei Miami Heat e MVP del torneo, in finale ha totalizzato ben 35 punti a suon di triple, abbandonando la nave soltanto a 3′ dalla fine per evidenti problemi fisici, e dando seguito a un Europeo scintillante, seppur a fasi alterne. Sulla bocca di tutti è però il fantastico diciottenne del Real Madrid, Luka Doncic. Il ragazzino predestinato in tutto questo Europeo ha dimostrato perché le squadre NBA stanno pensando di fare a gara per accaparrarsi l’ultimo posto in classifica per aggiudicarsi la prima scelta al Draft 2019 e mettere sotto contratto il fuoriclasse sloveno, che ha infatti giocato un Europeo sontuoso, dimostrando colpi da fenomeno e una maturità innaturale per un ragazzo della sua età.
IL TRIONFO SLAVO – La Slovenia chiude quindi un Europeo con sole vittorie, un Europeo che ha visto un nuovo, ritrovato movimento cestistico slavo a farlo da padrone. La finale tra Slovenia e Serbia, dopo aver rispettivamente battuto Spagna e Russia, ha testimoniato la rinascita cestistica nei Balcani, dopo i massimi successi raggiunti col pluricelebrato squadrone dei primi anni Novanta. Sia ai Mondiali del 2014 sia alle Olimpiadi del 2016, la Serbia era riuscita a raggiungere la finale, poi battuta dagli USA, ma è con questo successo sloveno che si può sancire il ritorno ai massimi livelli della ex Jugoslavia in Europa, complice anche il ricambio generazionale delle altre maggiori compagini europee, Francia e Spagna su tutte.