Ecomafia, un giro d’affari da 258 miliardi di euro

Consegnare il mondo in cui viviamo nel miglior modo possibile alle future generazioni, questo dovrebbe essere il nostro obiettivo, tuttavia sembra che a qualcuno non interessi tutto questo.

Stiamo parlando della criminalità organizzata, attore protagonista del fenomeno in continua espansione dell’illegalità ambientale. L’Ecomafia è associata allo smaltimento di rifiuti tossici, l’escavazione abusiva, il traffico di animali esotici, il saccheggio dei beni archeologici, l’abusivismo edilizio su larga scala, l’allevamento di animali da combattimento, la pesca di frodo, il taglio illegale dei boschi e molto altro ancora. Un mondo che sembra non conoscere crisi, a dircelo è “The rise of environmental crime”, un rapporto congiunto dell’Interpol e dell’UNEP (United Nations Environment Programme), l’agenzia dell’ONU per l’ecologia. Il giro di affari delle ecomafie nel 2016 sarà paria 258 miliardi di euro e negli ultimi dieci anni il tasso di crescita di questa attività criminosa è stato superiore al tasso di crescita del PIL mondiale. Il rapporto non si ferma ad analizzare i danni ambientali sul territorio e i loro effetti sulla salute dei cittadini, ma si spinge oltre: le somme di denaro generate in questo modo illegale servono poi a mantenere organizzazioni criminali sempre più sofisticate e all’avanguardia sul fronte tecnologico, minacciando tutti coloro che svolgono un’attività legale.

I crimini contro l’ambiente si moltiplicano a un ritmo allarmante – ha dichiarato Jürgen Stock, segretario generale dell’Interpol – La complessità di questo tipo di criminalità esige un intervento multisettoriale sostenuto da una collaborazione transfrontaliera. Grazie alle sue capacità di attività di polizia a livello mondiale, Interpol è risolutamente impegnata a lavorare in partnership con i suoi Paesi membri con l’obiettivo di lottare contro le reti criminali organizzate coinvolte nella criminalità ambientale”.

La stessa sorte tocca al mondo della moda; la contraffazione dei prodotti è un fenomeno che lede il tessuto imprenditoriale di piccole e medie imprese italiane. Il business della contraffazione è la seconda attività illecita al mondo per fatturato; la prima è la droga, la terza è il traffico degli esseri umani. La quarta attività sono le ecomafie.

Parlare di sole sanzioni sembra banale, per quanto importante. E’ necessario che le istituzioni si impegnino nel portare avanti misure volte a finanziare progetti di sviluppo sostenibile. I giovani hanno il diritto di vivere in un mondo migliore rispetto a quello in cui viviamo noi oggi.

Claudia Ruiz