Fonte: Ragusa oggi

Come si preparano a trascorrere l’ennesimo Natale “Covid edition” i Paesi nel Mondo

Il mese di dicembre è arrivato ed in molti posti si comincia a sentire l’atmosfera natalizia. Mariah Carey comincia progressivamente a scalare le classifiche ma, da due anni a questa parte, le classifiche più importanti riguardano l’aumento dei contagi da Covid-19. Si respira da un po’ l’aria di normalità, ma è davvero così a livello globale?

Date le nuove disposizioni del super green pass in Italia, nonché la re-impostazione dell’obbligo delle mascherine all’aperto nei centri delle città più grandi, è facilmente intuibile che anche durante questo Natale, il Covid-19 assumerà le forme di un Grinch che non si vuole disturbare. Se da un lato ci sono Paesi che puntano alla prevenzione, dall’altro l’impennata dei casi ne ha costretto altri a fare una profonda marcia indietro.

Infatti, in Europa il Covid-19 continua a preoccupare al punto tale che in Austria ritorna il lock-down.

Un Natale travagliato aspetta agli austriaci, che si spera possano uscire dalla loro “zona rossa generalizzata” giusto in tempo per festeggiare le festività in famiglia. Al momento, dopo un primo tentativo di attivare una forma di chiusura forzata solo per i non vaccinati, la situazione è sfuggita di manto. Questo ha comportato il ritorno ad una situazione di lock-down per l’intera popolazione dal 22 novembre. I giorni di chiusura previsti al fine di ridurre il rischio contagio, potrebbero essere 10 o 20, ma i margini di manovra non sembrano essere ancora decisi.

La premura più importante di questa decisione è nei confronti degli ospedali, che nell’ultimo periodo sono tornati ad essere affollati da pazienti infetti da Covid-19. Date le circostanze alquanto delicate, il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg  non ha potuto che dichiarare alla propria nazione che da inizio febbraio il vaccino sarà obbligatorio. Una misura emergenziale che si colloca proprio in un periodo, quello invernale, inevitabilmente contrassegnato da un’impennata di contagi. Di seguito, quindi, le sue parole:

“Chi è contro il vaccino compie un attentato alla nostra salute; non vogliamo la quinta e la sesta ondata.”

Affermazioni che hanno portato in piazza migliaia di no-vax austriaci, i quali protestano contro l’imposizione adottata. Di cui, è bene sottolinearlo, l’Austria non rappresenta un’eccezione.

In Olanda, a seguito di severe restrizioni rivolte ai non vaccinati, le proteste per strada sono state violente.

Da lanazione.it si riportano le parole del sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, il quale ha definito quanto accaduto nelle scorse giornate di novembre “un’orgia di violenza (in cui) la polizia ha dovuto usare le armi per difendersi“. Il ritorno di un parziale lock-down prima di Natale è stato già deciso, con la conseguente chiusura di molte attività dalle ore 17.00 alle 5.00 del mattino. Solo i negozi di prima necessità rimarranno aperti fino alle 20.00. La dichiarazione dello stato di emergenza, dunque, è molto vicina e le continue proteste ne accentuano solo la gravità.

Il rischio reale arriverà nel momento in cui i medici decideranno di adottare nuovamente il codice nero. Un protocollo del 2020 realizzato dalla federazione dei medici KNMG e dalla Federation of Medical Specialists che legittimerebbe i dottori a scegliere a propria discrezione a chi assegnare il posto in terapia intensiva. Molto spesso le scelte di questo tipo ricadono proprio sui pazienti meno gravi che la occuperanno per un breve periodo.

Il periodo pre-natalizio risulta molto movimentato in tal senso anche in Germania.

A differenza dell’Austria – che vede due regioni protagoniste della diffusione del virus, Salisburgo e l’Alta Austria – la Germania “è un unico focolaio”. Così è stato descritto il panorama della salute tedesco dal suo stesso ministro, Jans Spahn. Per comprenderne ancor più la criticità, si legge da Ilmeteo.it, a causa della portata della quarta ondata gli ospedali tedeschi hanno richiesto l’aiuto dell’Italia, ed infatti un paziente è stato trasportato dalla Germania al nostro Paese.

Si fronteggerà un Natale davvero disastroso se la situazione dovesse rimanere la stessa. Nonostante ciò, un ipotetico lock-down non sembra essere alle porte, sebbene siano state pensate misure restrittive per i non vaccinati. In particolar modo l’approvazione delle 3 G tedesche a cui corrispondono le parole “guarito, vaccinato o testato’. Sarà quindi necessario possedere una delle tre opzioni per andare al lavoro o viaggiare sui mezzi pubblici. L’invito alla popolazione è stato quello di prestare massima cautela, evitando se possibile di uscire da casa. Il sistema scolastico non subirà cambiamenti, ma sul fronte natalizio ci saranno problematiche: niente mercatini natalizi quest’anno in Baviera.

Mentre in Francia si estende la terza dose per i maggiorenni a cinque mesi dalla somministrazione della prima, e in Spagna la campagna vaccinale continua con ritmi incredibili. Fuori dall’Europa, a New York si fanno previsioni per il dopo Natale.

Torna il capodanno a Times Square, ma solo per i vaccinati.

Le meravigliose celebrazioni“, per usare un’espressione del sindaco De Blasio, nella piazza principale di New York “torneranno in tutto il loro splendore”. Un ritorno ad una normalità che, però, risente di restrizioni. In particolar modo poiché si potrà accedere ai festeggiamenti per il nuovo anno solo se muniti di un documento che attesti il completamento del ciclo vaccinale o – per casi specifici – l’esenzione da questo.

In ogni caso, fare delle previsioni a lungo termine quando di mezzo vi è il Covid-19 è davvero difficile. Con l’aumento dei contagi, le nuove e vecchie misure adottate e l’arrivo di nuove varianti del virus, il Natale 2021 rappresenta una sfida a tutti gli effetti.

Giulia Grasso