Blow: un film molle di Ted Demme

Blow (2001) di Ted Demme.
Tratto da una storia vera (il regista ha incontrato ripetute volte il protagonista), un mediocre lavoro il cui titolo è il termine americano con cui si indica l’effetto esplosivo della cocaina.

Il film di Ted Demme (contrariamente a quanto recitato dalla pubblicità e giudicato da alcuni critici) non è “una movimentata gangster story” (altrimenti perché ci si annoia a morte?) e neanche “un affresco storico sugli intensi e amorali anni Settanta” (se non fosse per i capelli lunghi del protagonista la storia si potrebbe svolgere benissimo oggi non essendoci alcun riferimento all’epoca, tranne qualche canzone… Rolling Stones, Cream, Bob Dylan, Nikka Costa…).

E’ una buona inchiesta su come la droga dalla Colombia si espande negli USA: ma da un film si pretende qualcosina in più.

Il racconto non coinvolge, si ammira solo la confezione che è patinata, lussuosa e ben recitata: soprattutto da uno straordinario Jordi Mollà nel ruolo di Diego (il socio del protagonista), da una intensa Penelope Cruz(che benché venga ostinatamente presentata come “una bomba sexi” dimostra di avere ben altre frecce nel suo arco) e da un insolito Ray Liotta finalmente in un ruolo non da mascalzone. Johnny Depp, al contrario, appare un po’ sotto tono.
Il difetto del film è comunque un altro.
Blow presenta un trafficante di droga come un bravissimo ragazzo, generoso, affettuoso, buon figlio, buon padre, fedele agli amici… E’ la celebrazione di un santino a cui purtroppo le cose vanno poi male perché tradito: nel film non c’è un accenno (dico uno) agli effetti del suo traffico: ma insomma, ‘sta droga è nefasta o no?

Da sottoscrivere quanto affermato da Lietta Tornabuoni su La Stampa (28 Settembre 2001): “un film… molle, fiacco, flemmatico, senza etica né energia”.

redazione