Vi sveliamo tutti i retroscena e le indiscrezioni del Premio Campiello

Ci sono due eventi importanti ogni anno per la letteratura italiana contemporanea perché segnalano chi sono gli scrittori da attenzionare e leggere.

Stiamo parlando del Premio Strega e del Premio Campiello. Se il primo il 4 luglio ha visto la vittoria di Antonio Scurati con il suo “M”, il vincitore del Premio Campiello sarà proclamato solo il 14 settembre a Venezia sul palco del Teatro La Fenice, selezionato dalla Giuria dei Trecento Lettori anonimi.

Il Premio Campiello ha origini storiche molto interessanti come ha dichiarato Matteo Zoppas, Presidente della Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto: “Il Premio Campiello, fiore all’occhiello degli industriali del Veneto, è la testimonianza concreta dell’impegno sociale e culturale degli imprenditori, perché è la cultura, nella sua più vasta accezione, a rappresentare l’autentico collante identitario della convivenza civile e della crescita di una comunità. Perché la cultura ha un ruolo fondamentale nella formazione e nella costruzione dell’identità delle persone, anche nei momenti di difficoltà. È un principio in cui come imprenditori crediamo molto e che ci impegniamo a rendere concreto”.

A tal proposito, Massimo Finco, già Presidente di Assindustria Venetocentro – imprenditori Padova Treviso, ha aggiunto: “Esiste da sempre un forte legame tra cultura e impresa, da cui è nato il Campiello, e che va oltre la logica della sponsorizzazione. Per noi, fare impresa e fare industria è fare cultura. E la cultura rafforza l’impresa. Una ‘cultura politecnica’, sintesi di umanesimo e scienza, di creatività e tecnologia. Sollecitare queste considerazioni nel 500° anniversario della morte di Leonardo, vuol dire ricordare agli italiani quanto cultura e impresa siano state capaci di portare l’ingegno italiano nel mondo. E riconoscere l’industria come patrimonio culturale dell’Italia. Cultura che implica educazione, ricerca, conoscenza. Questa cultura genera valori, capacità di comprendere la realtà, orientamento all’eccellenza. Educa i giovani, attrae i talenti, difende dalla paura. È l’antidoto alla demagogia e al populismo. Vuol dire capacità di studio, di approfondimento, di rifuggire dall’approssimazione, dall’improvvisazione, di cui il nostro Paese ha grande bisogno.”

Quest’anno presso l’Università degli studi di Padova, la Giuria dei Letterati composta dal Magistrato Carlo Nordio e da autorevoli personalità del mondo letterario ed accademico quali: Federico Bertoni, Daniela Brogi, Silvia Calandrelli, Philippe Daverio, Chiara Fenoglio, Luigi Matt, Ermanno Paccagnini, Lorenzo Tomasin, Roberto Vecchioni, Emanuele Zinato, ha dovuto scegliere le opere finaliste tra oltre 290 libri. “Il numero e la qualità dei libri segnalati dimostrano anche più dello scorso anno la vitalità e i pregi della letteratura italiana contemporanea – ha affermato Nordio, Presidente della Giuria – “La selezione della cinquina avvenuta in assoluta trasparenza è stata preceduta da una discussione collegiale ispirata al rigore e all’imparzialità con lo scopo di coniugare la qualità dei testi con la loro capacità di suscitare la riflessione e la curiosità”.

L’esito è stato davvero sorprendente perché i finalisti, selezionati il 31 maggio, sono: Giulio Cavalli, “Carnaio” (Fandango), Paolo Colagrande, “La vita dispari” (Einaudi), Laura Pariani, “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo), Francesco Pecoraro, “Lo stradone” (Ponte alle Grazie) e Andrea Tarabbia e “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri). Ogni libro racconta una storia diversa, un modo di concepire la vita e di insegnamento dall’osservazione del mondo, ma tutti hanno una cosa in comune: migliorare la quotidianità della gente che legge.

I cinque finalisti hanno iniziato il tour estivo con una serie di tappe da nord a sud dell’Italia e, dopo Firenze, Catania e Palermo, toccheranno Jesolo, Matera, Cornuda e Cortina fino ad arrivare al giorno tanto atteso in cui sarà indicato il vincitore scelto da 300 lettori e lettrici anonimi.

Sandy Sciuto