Star Trek: un film ben riuscito

Star Trek (2009) di J. J. Abrams
Premetto che non sono mai stato un amante della fantascienza e che conoscevo la serie Tv 
Star Trek perchè: insomma come si può non conoscerla? Ma al contrario confido pienamente nelle doti di un J. J. Abrams che è stato in grado di conquistare un vastissimo pubblico televisivo con serie come LostFelicityAlias e la recentissima Fringe.

Ed è proprio spinto dalla stima per questo regista americano, che molti definiscono degno erede di Spielberg, sono giunto a vedere un film veramente ben fatto che sa ben miscelare emozioni e fantascienza, e che si presenta come un film godibilissimo sia per fan dell’amata serie Tv che per i profani. E non restare affascinati dalla psicologia ben curata dei personaggi risulterà veramente difficile. Ma d’altra parte J. J. Abrams (aiutato dai suoi abili sceneggiatori Roberto Orci e Alex Kurtzman) è già ben conosciuto proprio per non lasciarsi sfuggire alcun dettaglio nella costruzione dei personaggi. Ragion per cui scegliere un cast di attori decisamente non famosissimi avrebbe potuto essere un rischio per registi più inesperti, ma non per lui capace di tirar fuori dal suo cappello cinematografico una magia visiva (e recitativa) che non fa rimpiangere di certo la mancanza di attori con nomi ben più prestigiosi. Ad esclusione della dovuta chiamata di Leonard Nimoy, tornato ad interpretare il suo personaggio “storico”, e cioè quello del primo ufficiale vulcaniano. Abrams, fan dei viaggi nel tempo anche nelle sue serie, inserisce anche qui questo elemento , giustificando i cambiamenti di plot apportati proprio grazie a questi. E riesce a farlo non modificando di una virgola l’identità e l’indole dei veri e amati personaggi della serie, che qui conosciamo fin dalle origini, in un ritorno al passato però tipicamente riadattato dal regista.

Zachary Quinto (già noto per il ruolo di Sylar nella serie Tv Heroes) interpreta perfettamente il ruolo del giovane Spock in perenne contrasto psicologico tra la sua esistenza a metà. Quella umana, e quindi vittima delle emozioni e dei sentimenti, e quella vulcaniana che lo porterebbe ad affrontare tutto con relativo distacco e freddezza analitica. Entrambi i giovani protagonisti, Spock e Kirk, godono proprio di questa caratteristica attuale e “fresca”: quella di due eroi che oltre a confrontarsi con l’imminente pericolo provocato dal comandante nero romulano (Eric Bana) necessitano del confronto con loro stessi e con la loro crescita personale al fine di costruire quell’amicizia fondamentale che li contraddistinguerà nel futuro. Anche gli effetti speciali risultano ben dosati e rendono pienamente onore a questo genere cinematografico, senza però strafare troppo. In definitiva un film da vedere, che non farà rimanere delusi i fan della ben nota serie ma che non esiterà a richiamare tra le proprie file un maggior numero di nuovi adepti, come me, che non possono restare di certo indifferenti alla maestria di J. J. Abrams. La speranza è  che la sua “Enterprise” cinematografica possa a lungo condurci verso tempi di prosperità filmica.

redazione