Sarta realizza gratuitamente mascherine protettive: distribuite già più di 1000

Di fronte ad un avversario terribile come il Covid-19, si può solo combattere. Sono tanti i modi per contrastare il suo implacabile propagarsi, sono tante le avversità che tutto il popolo Italiano, unito da nord a sud, mette in in campo ogni giorno. 
C’è anche, chi difronte alle avversità, si chiede come possa essere utile, e se nelle mani ha un sacro dono quello di sapere dare forma alle stoffe, anche alle cosiddette pezze, e con filo, macchina da cucire, molto estro ed ingegno e soprattutto tanta forza ed amore per tutto il popolo Italiano, ecco Irene Coppola, che da Gallipoli, non poteva rimanere a casa ferma ad aspettare.
Irene Coppola, nota sarta dalle creazioni esclusive, ha messo da parte i suoi meravigliosi ed unici abiti da sposa, da cerimonia, abiti in costume, famosi per ricreare i sapori medievali in tutte le piazze storiche italiane, con tanta buona volontà al grido di richiesta di mascherine di protezione assenti in tutta Italia, grazie alle quali si può rallentare e contenere il contagio, dando conforto ad anziani, debilitati, bambini, a tanti che ne hanno veramente bisogno, perchè costretti ad andare a lavorare per non rallentare il ritmo di produzione della nostra Italia ferita, in maniera costante ed instancabile, dalla sua sartoria dove si è rintanata dal giorno  11 di marzo,  riposando solo poche ore per notte, per poi ripartire con un solo caffè e latte, crea mascherine protettive, che sta distribuendo gratuitamente in tutta Italia, a partire dai più bisognosi.
Cuore d’oro e mani di fata, così viene definita dai suoi compaesani ed adesso da tutta l’Italia, fieri di avere un italiana del suo spessore.
Utilizzando un tessuto pelle d’uovo resistente anche ad altissime temperature “farvute”, utilizzando le vecchie forme artigianali, grazie anche ad una catena di solidarietà che le mette a disposizione il tessuto e successivamente provvede alla distribuzione delle mascherine, crea carichi di mascherine, che una volta utilizzate, possono e devono essere sterilizzate grazie ad una semplice bollitura persistente, vecchi metodi anche casalinghi, che consentono vista la natura del tessuto, di rendere riutilizzabile la mascherina il giorno dopo.
Di notte e di giorno, mentre tutti i leccesi dormono, in via Castriota nel suo laboratorio continua la produzione senza sentire la stanchezza perchè i veri eroi fanno così, sono più di mille le mascherine distribuite fino ad ora.

“Coronavirus non ti temiamo” ha scritto Irene nelle didascalie che accompagnano ogni suo post che racconta il suo alto senso civico e spirito unitario alla Nazione

“Non sarò io a farti risalire, ma almeno ci provo”, è stato il mantra della maestra e donna dal cuore d’oro che in diversi comuni, come anche quello di Lequile, ha ispirato altri artigiani a unirsi con lei nella contribuzione di un’Italia che, siamo tutti fiduciosi, ce la farà ancora una volta.

E per far fronte all’inevitabile aumento delle richieste la sarta dalle mani d’oro ha chiesto ora solo un po’ di collaborazione: chi vuole ordinare le mascherine può portare il tessuto e gli elastici, al resto, ci pensa lei.

Alessandra Filippello