Perchè “Cosmotronic” è musica che ti fa stare bene

Tra un viaggio sognato e i chili da perdere, nella vostra lista dei buoni propositi per il 2018 dovreste aggiungere anche: “andare ad un concerto di Cosmo”.

Per la musica italiana, infatti, il 2018 è iniziato all’insegna di nuovi progetti discografici. Tra questi “Cosmotronic”, il terzo album di Cosmo, al secolo Marco Jacopo Bianchi classe ’82 di Ivrea, con un passato da professore di storia alle superiori e con un presente da cantante e musicista pop.

“Cosmotronic” è uscito il 12 gennaio per 42 Records/Believe. Quindici canzoni in due dischi a significare le due diverse anime di Cosmo. Il primo disco è pieno di canzoni tradizionali con musica e testo, il secondo, invece, è musica strumentale (elettronica e non) da club. Arrivato dopo “Disordine” del 2013 e “L’ultima festa” del 2014, Cosmotronic è il miglior album dell’artista. Non ricorda il primo né il secondo album e piace, sconvolge e attira proprio per questo.

«L’ho intitolato Cosmotronic perché volevo dare l’idea di qualcosa di bionico, una sorta di prolungamento di me stesso, una trasformazione» ha dichiarato Cosmo.

Retorico dire è il disco della maturità – perché maturo di cosa poi? – ma di certo è un album realizzato con passione e con la voglia di dare tutto e di stupire.

“Cerco soluzioni inedite per comunicare ma senza voler fare avanguardia. La mia ambizione è essere considerato pop e prendere il posto di chi fa pop adesso” ha spiegato il cantante. E Cosmotronic è un disco scritto partendo dalla musica per finire alle parole. C’è molto della vita del cantante, ma anche delle contaminazioni ed ispirazioni musicali, delle personali curiosità e scoperte. È un album ricco per sonorità, per emotività e per goliardia percepita.

La copertina dell’album dice già tutto. Una foto in primo piano del cantante da cui si vedono perfettamente gli occhi ma non la bocca coperta insieme al resto del viso da un quadrato color fucsia con su scritto Cosmotronic. Il messaggio è chiaro: tutto ciò che l’ex prof di storia pensa e vuole comunicare è nell’album.

Il primo singolo estratto “Turbo”, seguito da “Sei la mia città”, è l’emblema di cosa aspettarsi dall’album sia per come è stato concepito sia per le sonorità sia per il testo. A proposito Cosmo ha detto: Questo pezzo contiene diversi elementi, una serie di idee deliranti: il ritmo, il testo, la risata, la realtà e la fuga dalla realtà, l’esotico e il meccanico, la merda e il ballo. Tutto è partito da un campionamento di musica siriana. Mi sono lasciato guidare da quella suggestione, sia per la musica che per il testo. Non mi va di spiegare troppo, ma la realtà che bussa oggi alla porta non è qualcosa di piacevole e per questo viene seppellita da una risata, dalla distrazione, dalla scarsa consapevolezza della responsabilità verso il resto del mondo e dalla nostra distrazione. Questa canzone è un frullatore con un motore turbo. E in qualche modo ci siamo dentro tutti”.

Ciò che colpisce dell’intero album è la ricerca, gli abbinamenti tra musica e testo, il richiamo alla famiglia tra nonna, zia, mamma e papà, parlare di sentimenti profondi lasciando che la (finta secondo noi) casualità della musica faccia il resto. La percezione che diventa certezza è che Cosmo abbia concepito Cosmotronic per dare sfogo alla sua arte, al suo modo di comunicare e sentire la musica, senza l’esigenza di dimostrare, di competere o di esserci a tutti i costi.

È evidente sia nel primo disco nel quale spiccano “Sei la mia città”, “Quando ho incontrato te”, “L’amore” e “Tutto bene” sia nel secondo con “Ivrea Bangkok”, “Barbara” e “Tu non sei tu”.

In “Cosmotronic” ci sono sperimentazioni interessanti come “Benvenuto” che apre l’intero progetto discografico e “Tristan Zarra”. Della prima canzone, Cosmo ha confidato: «Mi emoziona particolarmente. Volevo fare una canzone in cui inizio a metà del discorso. Non so se è una dichiarazione di poetica o di intenti, sicuramente risulta fastidiosissimo. Tante cose in questo disco le ho fatte di getto, quasi scherzando. Pensando di non poterle registrare. Invece mi sono preso la libertà di assecondare l’istinto». Della seconda, invece: «È uno schiaffo alle regole della canzone italiana. Volevo coinvolgere Maria de Filippi, non è stato possibile. Allora ho chiesto a una doppiatrice professionista di dare voce alle parole. È Beatrice Caggiula, la doppiatrice di Elisabeth in The Crown, ha una voce familiare, la si sente in tantissime pubblicità. Poi ci sono anche mia cognata, mio cognato, mia moglie, la signora che fa le pulizie a casa, i miei bambini. C’è anche Francesca Michielin che era in studio da me per un brano del suo ultimo album».

Cosmo si appresta ad iniziare il tour europeo per poi continuare in Italia. “Diverso da quelli precedenti. Il mio live sarà solo una parte della serata: farò il mio concerto, con i pezzi nuovi e quelli del secondo disco, e saranno i concerti più lunghi della mia carriera. Ma prima e dopo di me ci saranno dei dj che prenderanno il controllo della serata. Capiterà di cominciare alle nove mezza e di finire alle cinque di notte. Vorrei che le persone venissero ai miei concerti con lo spirito di farsi una serata, come a Capodanno”. Da febbraio Cosmotronic arriverà a Parigi, Bruxelles, Londra, Berlino e Lugano per poi raggiungere a marzo Milano, Roma, Firenze e Bari.

Tralasciando i giri di parole: Cosmotronic è un disco creato per ballare e stare bene. Finito di ascoltare, la sensazione è di liberazione, energia, carica positiva e voglia di farlo ripartire e ricominciare a ballare e sentirsi vivi. “Un album così in Italia non l’hanno mai fatto” ha detto Cosmo. Modestia assente a parte, credeteci!

Buon ascolto!

Sandy Sciuto