Per le aziende meglio optare per lo smart working, alto il rischio di contrarre il coronavirus per chi si reca sul posto di lavoro

Secondo le statistiche Istat recarsi al lavoro aumenta il rischio di contrarre il coronavirus. Nonostante le varie disposizioni di sicurezza imposte e dal buonsenso di ognuno, il rischio di coronavirus è molto alto.  L’Inail ha segnalato un aumento dei contagi da coronavirus sul posto di lavoro. Al 15 giugno i casi sono 49.021, 1.999 in più rispetto al monitoraggio del 31 maggio. I decessi sono 236 (+28), pari a circa il 40% dei casi mortali denunciati dall’inizio dell’anno. Il 71,7% dei lavoratori contagiati è donna, il 28,3% uomo, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali. I decessi degli uomini, infatti, sono pari all’82,6%. Sono molte le aziende che intendono protrarre il più a lungo possibile le attività di lavoro in smart working, che consente di lavorare in sicurezza e di prestare fede agli impegni lavorativi intrapresi. La capacità di completare una pratica in smart working per i vari lavoratori, non è uguale su tutto il nostro territorio. Sembrerebbe che molte regioni del Sud, faticano a mantenere gli standard di produzione lavorativa lavorando da casa. Nelle aziende, cresce la volontà di mantenere questa modalità di lavoro da casa, anche oltre la fine del periodo pandemico. Alcune attività invece non possono proprio mantenere lo standard lavorativo senza il ritorno fisico presso le aziende, soprattutto per le attività  aperte al pubblico, dove la mancanza del rapporto  con il cliente sembra essere perdente rispetto quello viso a viso e completato con una bella stretta di mano. Prudenza quindi, ma teniamo alti gli standard lavorativi.

Alessandra Filippello