Non importa se siete di destra o di sinistra: il nuovo film di Checco Zalone fa cagare!

Di Rebecca Broomfield per Social Up.

Cari amici di Social Up, probabilmente oggi vi racconteremo una storia triste, che non avreste voluto leggere, dato le aspettative che tutti noi avevamo. Capodanno si sa essere una serata particolare e spesso, a causa di convenzioni sociali, siamo spinti a passarlo con persone con le quali non vorremmo realmente festeggiare, magari circondati da petardi, alcol e via dicendo. Il nostro ultimo dell’anno invece è stato diverso, alquanto alternativo direte, poiché abbiamo deciso di passarlo al cinema, augurandoci buon anno aspettando pieni di entusiasmo l’inizio del nuovo film di uno dei più grandi comici italiani dell’ultima decade: Luca Medici, meglio conosciuto come Checco Zalone. Ora non ci dilungheremo nel decantare la sua carriera, ma andremo dritti a raccontarvi (o a recensirvi, come direbbero persone più competenti) il film “Tolo Tolo”, uscito proprio a mezzanotte di questo inizio 2020, in oltre 200 sale italiane. E proprio ora inizia la storia triste di cui parlavamo.

Nonostante le grandi aspettative collettive su questo film, possiamo dire che era già stato “preso di mira”, prima dell’uscita, poiché la canzone trailer sembrava essere un sorrisetto verso la destra, cosa che verrà poi smentita. Tra l’altro, il trailer non sembra proprio attinente con la storia in sé e sembra essere stato usato semplicemente per aumentare l’hype. Ma ora torniamo alla storia: il protagonista è un italiano, proprio Checco, che, perseguitato dalle tasse dopo un tentativo imprenditoriale fallito, decide di scappare lontano dall’Italia (e dal fisco), partendo per l’Africa. Un territorio vessato dal terrorismo che porta il nostro protagonista a perdere tutto, specialmente il suo carica batterie e la sua crema anti rughe, due oggetti fondamentali per l’italiano medio, interpretato in maniera emblematica da Zalone. Non vi racconteremo tutta la trama ma, dopo una serie di esilaranti situazioni, che proprio esilaranti non sono state, Zalone, circondato da colte persone del posto pronte a migrare, si scopre affetto da fascismo e inizia a decantare Mussolini, sempre cercando di ridicolizzare l’idea dell’italiano medio. In questo modo, oltre a raccontare il problema dell’emigrazione degli africani banalizzandolo, il film sembra proprio un manifesto politico anti-destra e pro migranti (talmente banale da sembrare scritto da un bambino, non di certo dalle mani di Luca Medici).
Ogni concetto, ogni scena, sembra essere messo in maniera casuale, senza un reale filo conduttore, con sequenze frenetiche, difficili da apprezzare. Un film difficile da amare, soprattutto essendo abituati ai suoi lavori precedenti, dove vedevamo Checco rappresentare sempre situazioni comuni, riuscendo però a cogliere lo stereotipo dell’italiano e a tradurlo in ironia, in comicità. Cosa che stavolta non è riuscita, poiché in Tolo Tolo vediamo situazioni e battute forzate, che non ricordano minimamente il vecchio Zalone. Apprezziamo senza dubbio l’idea di voler rendere protagonista il tema dell’emigrazione dei popoli Africani verso l’occidente, ma non riusciamo minimamente ad apprezzare i modi dietro la realizzazione di questa idea, troppo spinta politicamente e poco film.

Riprovaci ancora Checco!

redazione