Mattia Villardita, “Io e Spider-Man. Storia vera di un supereroe normale”

Dall’uomo che ha commosso anche il Papa e il Presidente della Repubblica, la storia di un ragazzo che nei panni di Spiderman fa brillare i sorrisi dei bambini ricoverati in ospedale.

«Sono in piedi di fronte agli ultimi raggi di sole; respiro, chiudo gli occhi e mi concentro sul tepore che mi scalda la pelle. Alzo il braccio destro e punto il cielo con l’indice e il medio. L’anulare e il mignolo restano tristemente molli e ripiegati su se stessi. Penso al mio corpo e a quanto mi abbia condizionato. Quello spazio compreso fra le dita mancanti del piede e le dita ritorte della mano contiene cuore, cervello e svariati organi… ciò che mi tiene in vita ma che allo stesso tempo è del tutto precario».  Questa storia inizia con un bambino di sette anni che punta lo sguardo fuori dalla finestra. Mattia spera che Spider-Man compaia da un momento all’altro, saltando trai palazzi e penzolando da una delle sue leggendarie ragnatele. Del resto, quando sei costretto a passare molti giorni in un letto d’ospedale, devi pur trovare un modo per ingannare la noia. Ci vuole fantasia, e quel piccoletto ne ha tanta, insieme a un gran coraggio. Vent’anni e molte operazioni dopo, Mattia è diventato un ragazzone alto e sorridente. La sua salute continua a fare i capricci – le gambe, in particolare, non gli hanno permesso di fare il portiere in una squadra di calcio né di seguire la carriera militare del padre – ma niente gli impedisce di guardare con fiducia al futuro. Un lavoro, una bella famiglia, degli amici: ha tutto ciò che basta a essere felice, eppure sente che da qualche parte dentro di sé un vuoto chiede di essere colmato. E così, un giorno, come un lampo improvviso arriva l’idea: Mattia indossa un costume da Spider-Man e torna in ospedale, stavolta per regalare ai bambini ricoverati il piccolo sogno che lui non ha potuto vivere quando era al posto loro. Con delicatezza e una sincerità disarmante, Mattia Villardita ci racconta non solo come si può cambiare pelle per aiutare gli altri, ma indaga la responsabilità e la sofferenza che indossare una maschera comporta. Perché la vita non è un fumetto, non ci sono supereroi: c’è solo l’amore che a volte le persone sono in grado di regalarsi.

MATTIA VILLARDITA è nato nel 1993 a Savona e lavora come impiegato terminalista al porto di Vado Ligure. Dal 2018 visita i reparti pediatrici della Liguria. Per la sua attività, nel 2021 è stato nominato Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella. Nello stesso anno ha vinto il premio TIMVISION di Tú sí que vales. Papa Francesco lo ha voluto incontrare e gli ha donato un rosario che adesso porta sempre con sé.

Claudia Ruiz