L’Oms dichiara: “molti individui sulla trentina, quarantina e cinquantina che vengono ricoverati per Covid-19 in terapia intensiva muoiono”

Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’unità malattie emergenti dell’Oms, ha affermato in una conferenza stampa a Ginevra il 3 aprile, riguardo alcuni Paesi “dove stiamo vedendo individui sulla trentina, la quarantina e la cinquantina che vengono ricoverati in terapia intensiva e muoiono”.

L’allarme lanciato dall’ Oms,  sull’aumento del rischio morte da Covid-19 tra i trentenni,  lanciato dai vertici dell’organizzazione è comunque servito a richiamare l’attenzione dei media. E a rilanciare il messaggio “nessuno è invulnerabile”, diventato bandiera dell’Oms fin dalle primissime settimane dell’epidemia. “Inizialmente in molti,” ha messo in guardia il coordinatore dell’emergenza coronavirus dell’Oms Michael Ryan, a Ginevra al fianco della collega Van Kerkhove, forse per rassicurarsi, hanno pensato che questo virus attacchi solo le persone deboli e molto anziane ma non è così. E bisogna capire una cosa: anche chi ha la malattia in forma lieve, comunque ha una forma di polmonite e dunque queste persone devono rimanere in quarantena ed evitare di diffondere il contagio”.
In tutto il mondo, ogni giorno si contano decessi di persone giovani e soprattutto non soggette a nessuna labilità pregressa di salute.
Altre conferme arrivano dal Bollettino statistico sul coronavirus diffuso dall’Istituto superiore di Sanità. Al 2 aprile, i contagiati sotto i vent’anni d’età risultano in tutto 1.624 (693 tra 0-9 anni, lo 0,7% del totale; 931 tra 10-19 anni, 0,9%). La situazione cambia se si guarda agli over 20: 4.530 contagiati (4,3% del totale) tra i 20 e i 29 anni, e 6 deceduti. Salendo d’età l’incidenza dei contagiati e dei morti cresce gradualmente ma senza strappi: 30-39 anni 7.466 positivi (7%) e 29 vittime; 13.701 positivi tra i 40 e i 49 anni (12,9%, 110 morti); 20.975 contagiati (17%) nella fascia 50-59 anni, con 479 vittime. In termini di morti da coronavirus la fascia d’età più colpita, nell’insieme della popolazione, è sempre quella 80-89 anni, con 5.029 vittime.
 Come è noto, il virus non risparmia nemmeno i bambini. Finora, tra gli altri, un bimbo è morto negli Usa, uno nel Regno Unito e una bambina in Belgio. Inoltre, un neonato è morto nello Stato dell’Illinois e sono decine i bambini nel mondo risultati positivi ai test.
Sono tutte persone che se non avessero contratto il coronavirus, oggi sarebbero in vita, la domanda che ci si pone ma il virus non era stato presentato come un virus pericoloso per gli anziani ed i pazienti con malattie pregresse notevoli.
L’esperienza della Cina, il numero sempre più crescente dei morti per coronavirus nel mondo, cosa ha insegnato agli studiosi di tutti il mondo, agli strateghi virologi che dispensano verità sul cosa fare e non fare, nessuno finora aveva detto che anche i giovani di sana costituzione potevano essere uccisi dal virus, piccolo particolare che non poteva e doveva essere taciuto.
Alessandra Filippello