“Inutili e dannose con il caldo”, il virologo del San Raffaele Massimo Clementi esprime la sua teoria sulle mascherine

Nel tormentone, “usa la mascherina ti salva la vita, non usare la mascherina non serve a niente”, arriva la teoria di  Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università San Raffaele di Milano. La mascherina è utile: “E importante e deve essere mantenuta in ambienti chiusi e condivisi con altre persone, ma vista la situazione attuale in Italia, con l’evidente riduzione della carica virale nei soggetti infettati dal coronavirus Sars-Cov-2 in questo momento, e vista soprattutto la stagionalità, quindi il caldo e il maggiore irraggiamento Uv, all’esterno questa misura risulta non utile e fastidiosa”. Se teniamo conto dell’esperienza personale, oggettivamente l’utilizzo della mascherina nei luoghi aperti sotto il caldo del sole, alcune volte è veramente pesante, ma sopportare il sudore che cola e la difficoltà di prendere aria, se contiene il rischio ci può stare ma se non serve o addirittura fa pure male c’è da pensarci sopra. 
Per Massimo Clementi, dunque, evidenzia come questo non sia certamente un invito: “A non rispettare le norme di distanziamento, ma piuttosto una riflessione sull’opportunità di prendere in considerazione l’idea di rivedere e orientare in questo senso le regole sulle mascherine”. Il virologo è a lavoro sul nuovo Coronavirus dallo scorso 29 febbraio quando si è registrato il primo caso di Covid-19 nella struttura sanitaria del San Raffaele. Secondo Clementi alcune Regioni stanno già seguendo questa linea: “Ci sta pensando credo qualche regione del Sud a contagi zero. Siccome andiamo verso la stagione estiva, con le persone che staranno al mare, dire loro che devono indossare la mascherina sempre e mandare degli ‘spioni’ che li guardano assicurandosi che la indossino, forse non è tanto percorribile come via”.
Il virologo italiano si dice soddisfatto del comportamento della cittadinanza: “Ma non passiamo agli eccessi. Ho visto anche una persona di circa 55 anni correre con la mascherina, col viso cianotico, sull’orlo dell’infarto”. Per Clementi le persone sono state responsabili: “Non dobbiamo trattarli come sessanta milioni di imbecilli ma dobbiamo dirgli di comportarsi in un certo modo all’aperto, di mantenere la distanza e altre precauzioni, ma pian piano, via via che questa epidemia si spegne nel nostro Paese, penso che si debba in qualche modo ritornare un po’ alla normalità dove possibile”.Ed è per questo che l’uso della mascherina in estate deve essere un aspetto da regolarizzare: “In maniera affidabile, tenendo conto di come stanno andando le cose. Io non decido le norme sulle mascherine, sono semplicemente un cittadino come tutti ed esprimo questa opinione”.
Alessandra Filippello