Intervista ai co-founder di Marketing Espresso: “Niente trucchi magici, la vera rivoluzione è fare sempre meglio”

Oltre 230mila lettori annuali del blog, oltre 223mila followers su Instagram, oltre 100mila professionisti su Linkedin, 23.600 followers su TikTok e 84.000 visualizzazioni su Youtube. Questi sono alcuni dei numeri di Marketing Espresso, la media company nata nel 2019 da una visione comune di Marco Onorato e Alessandro Vajani. Ai tempi colleghi universitari, oggi imprenditori di una realtà che si pone come obiettivo quello di diventare un punto di riferimento per il settore e rendere il marketing accessibile a tutti.

Scopriamo, allora, di più dell’esperienza dei due ragazzi e della storia di questo brand che, oltre a realizzare progetti digitali su misura per aziende, dedica parte della propria attività alla formazione e persegue una mission ben specifica: mettere al centro le persone. Anche per questo hanno creato, ad esempio, Share ME. Il format di eventi offline ideato da Marketing Espresso dove la condivisione è il moltiplicatore di valore e il veicolo per unire persone.

Dai banchi dell’università ad una community di oltre 500.000 persone. Come nasce e si sviluppa il progetto di Marketing Espresso?

“Marketing Espresso nasce da una sintonia a livello di intenti: entrambi abbiamo sempre avuto questo sogno e la volontà che non rimanesse una semplice idea detta ma non concretizzata. Nasce da una vera esigenza: quella di costruire qualcosa di nostro in cui esprimerci, avere responsabilità, creare un impatto e diffondere valore. Infine, nasce da una passione: quella di lavorare nel mondo della comunicazione, della pubblicità e del marketing.

Quello che è accaduto da gennaio 2019 è stato sicuramente qualcosa di inaspettato, soprattutto nella velocità con cui si è presentato: la crescita della community, l’azienda creata dopo due anni, 15 persone nel Team, Clienti internazionali che ci contattato per collaborare, gli eventi ecc…

La nostra storia riassunta in anni è più o meno così:

  • 2019: validazione. Il progetto piace a tal punto da esploderci in mano, lasciamo da subito i nostri lavori e ci dedichiamo al 100% a MEx.
  • 2020: Covid. Il lockdown frena la crescita dell’acquisizione Clienti ma accelera vertiginosamente l’estensione del nostro business con il lancio della parte di formazione: l’AcadeME.
  • 2021: società. Dopo aver resistito ad un anno così storicamente complicato era il momento di fare sul serio e smettere di essere ‘due ragazzi con un bel progetto e due p.iva’. Così creiamo la società e iniziamo ad assumere e coinvolgere persone: nasce lì il vero Team.
  • 2022: conferma. Prendiamo il primo ufficio e iniziamo a lavorare a dei ritmi importanti per sostenere ormai le nostre tre anime: Media, Formazione e Agency.

Tutto ciò però non nasconde dietro segreti, formule o trucchi magici da guru del marketing.

C’è stato tanto lavoro, tante ore piccole, tanti errori fatti, tante litigate anche tra di noi. Ci siamo ritrovati tra le mani un progetto che ci ha ‘costretti’ a crescere non solo come Manager ma anche come Persone e abbiamo abbracciato la sfida.

Contenuto dopo contenuto, chiamata dopo chiamata, confronto dopo confronto, abbiamo semplicemente lavorato con l’intento di creare un qualcosa che fosse più di un semplice progetto, qualcosa che mettesse al centro le persone, che avesse dei valori e che fosse d’esempio. E ancora siamo all’inizio”.

Lo stesso nome “Marketing Espresso” rende conto dell’accessibilità e democraticità che il progetto propone nei confronti di una materia come il marketing che è stata per lungo tempo circoscritta ai soli professionisti. Poi, all’improvviso, sui social un boom di pagine dedicate. Come avete capito che fosse arrivato il momento di puntare sul concetto di semplificazione di questo settore? E come siete riusciti ad imporvi facendo la differenza rispetto ad altre pagine simili?

“Sviluppare il progetto all’inizio ha richiesto uno studio enorme, molto più grande di quello che si può immaginare, del contesto delle media company, pagine di informazione e delle agenzie in Italia. Analizzando questo mare infinito di possibilità e ostacoli ci siamo resi conto che nessuno in quel momento stava facendo la cosa più semplice: ‘parlare di social media marketing sui social media stessi’.

Da questa idea è nato il brand e poi ovviamente il canale Instagram che è stato, ed è ancora oggi, il motore primario di tutto Marketing Espresso. Per cui il momento giusto era proprio quello in cui abbiamo deciso d’agire. E non eravamo l’unica realtà che si stava muovendo in quella direzione. Ci sono però stati tanti punti di forza, lato nostro, che hanno fatto la differenza.

La costanza: da quando è nata la pagina, abbiamo mantenuto sempre un ritmo costante di pubblicazione in qualsiasi periodo. Questo ci ha permesso di diventare un punto di riferimento in chi ci seguiva.

La competizione: non con gli altri, ma con noi stessi. Abbiamo sempre guardato a come migliorare la nostra qualità, con un occhio agli altri e ad altre realtà in tutto il mondo. Ma abbiamo sempre pensato a come poter aumentare la qualità di quello che facevamo.

L’attitudine: non ci siamo mai sentiti solo una pagina o una realtà da validare. Ci siamo sempre sentiti molto di più anche a costo di essere fraintesi.

La community: in quest’ottica abbiamo portato sui social il concetto di ‘fare community’ per un brand, inteso come ascoltare le persone, interagire con loro iniziando e partecipando a conversazioni, creare relazioni e offrendo soluzioni concrete a bisogni più vari come: consigli per una tesi, consigli su un cliente, un consiglio di lettura ecc…”

Cosa vuol dire essere oggi per Marketing Espresso una media company?

“Per noi essere una media company ha prima di tutto un ruolo di responsabilità. Non siamo una semplice agenzia con i suoi clienti, ma prima di tutto siamo un brand con i suoi canali di comunicazione capaci di raggiungere milioni di persone ogni anno. Questo ci mette nella posizione di dover lanciare dei messaggi positivi, sostenibili e in grado di creare consapevolezza nelle persone che ci seguono.

In secondo luogo, sicuramente avere dei canali di comunicazione del brand forti in termini di reach ci permette di attuare un processo di inbound marketing ed esplorare strade che altre agenzie non possono esplorare”.

Qual è stato il momento in cui vi siete resi conto che Marketing Espresso non era più una pagina sui social, ma una vera e propria azienda? E cosa è cambiato nel vostro modo di lavorare?

“In realtà non ci siamo mai sentiti una pagina IG. Siamo nati sui social ma semplicemente perché erano un mezzo tramite a cui arrivare in un posto molto più grande. Se però dovessimo pensare ad un momento in cui c’è stato uno scatto a livello di consapevolezza sicuramente è stato il lockdown. Ci siamo ritrovati a fare in un mese quello che pensavamo di lanciare in 6 mesi: una piattaforma di formazione, un corso da 20 ore, il posizionamento su altri canali (LinkedIn, Blog e TikTok).

Dopo quel momento abbiamo avuto modo di confrontarci in modo sincero e autentico sul futuro di Marketing Espresso, per capire dove volevamo farlo arrivare. Dopo quel confronto ci siamo semplicemente detti: ‘daje, facciamolo’.

Da lì in poi nel nostro modo di lavorare è cambiata una cosa fondamentale: ci siamo iniziati a trattare come parte di qualcosa più grande, quindi non ragionavamo più come due semplici p.iva che eravamo all’inizio, ma come due persone che stavano costruendo un’azienda”.

Tra i vostri obiettivi c’è sempre stata la formazione, ecco perché avete dato vita ad AcadeME, una piattaforma formativa che offre dei corsi sulle cosiddette materie digitali. Qual è lo scopo che vi proponete di soddisfare offrendo questo tipo di servizio?

“L’AcadeME nasce per un bisogno semplice della nostra community. Durante il lockdown ci è stato chiesto nei DM di Instagram una cosa molto semplice: ‘perché non realizzate dei corsi in cui trasmettete le vostre conoscenze?’.

Quindi semplicemente nei nostri corsi trasmettiamo, vendiamo e comunichiamo quello che facciamo ogni giorno nel nostro lavoro.

Infine, lo scopo dell’AcadeME è sempre stato anche quello di fidelizzare e avvicinarci alle persone che ci seguono. È chiaro, per noi i corsi sono una fonte di guadagno, ma per chi ci segue e li compra sono un mezzo per poter costruire una loro competenza, la loro professionalità e perché no, anche un loro progetto”.

Le persone al centro, è un po’ quello che si evince dalla vostra mission aziendale. Ma come si declina nel concreto questo concetto? 

“Servirebbe probabilmente una giornata intera per spiegarlo. Per capirlo basterebbe entrare un giorno nel nostro ufficio o partecipare ad un nostro evento. Ascoltare una persona, capire i suoi bisogni, le sue debolezze, le sue potenzialità e metterla al sicuro e a suo agio per molti è quasi la base del marketing stesso. Per noi oltre a questo è sempre stata la base delle relazioni al di fuori del lavoro.

Per questo abbiamo iniziato la società partendo dalla nostra cultura aziendale, dal nostro statuto, dai nostri mantra, dai nostri piani di crescita e formazione. Nel concreto: sin dal primo anno abbiamo investito nei ritiri aziendali, nella lettura collettiva di libri utili al lavoro di gruppo, in sessioni di feedback costanti dove imparare a comunicare tra di noi.

Per questo nei confronti della community siamo sempre disponibili sempre sui social, nelle mail e ascoltiamo, aiutiamo e costruiamo relazioni. Un esempio: riceviamo ogni anno più di 1000 candidature spontanee e, in un mondo dove solitamente le persone vengono ignorate, tutti ricevono una risposta”.

Ad oggi, avete collaborato con clienti dal calibro di Camplus, Utravel, Serenis, CityModa, Dott, Stanhome, e molti altri. Io vi chiedo, però, se vi andasse di raccontare in poche battute di un’esperienza in cui avete ricevuto una porta in faccia da un’azienda che non aveva capito l’importanza di investire in questo tipo di comunicazione e vi aveva sottovalutato in quanto molto giovani.

“Per fortuna non ne abbiamo prese così tante. Ma questo perché in generale non abbiamo un reparto commerciale che contatta i Clienti. La nostra Strategia di inbound marketing è unica proprio per questo: sono le aziende a contattarci perché vogliono per il loro brand quello che noi facciamo su Marketing Espresso.

Però a livello di delusione ce ne sono state tante sicuro. Un’azienda, senza fare nomi, ad esempio non ha rinnovato un contratto dopo che avevamo raggiunto e superato (di molto) tutti gli obiettivi, a livello di contenuti e di adv, semplicemente per un motivo di budget. Non capendo che le cose fatte bene richiedono tempo e investimento. Pazienza, ci dispiace perché poi hanno affidato il tutto ad altre realtà che hanno vanificato il nostro lavoro”.

Siete giovani e sicuramente con tanti sogni nel cassetto e progetti da realizzare. Quale sarà la prossima rivoluzione di Marketing Espresso?

“La vera rivoluzione per ora è fare ancora meglio quello che già sappiamo fare e diventare un Team ancora più unito e consapevole di quanto già sia ora.

E poi chissà, stiamo lavorando ad un progetto da lanciare che potrebbe diventare una nuova società. Non posso fare troppi spoiler ma posso chiedervi di incrociare le dita per noi”.

Giulia Grasso