Intervista ad Alberto Ronco di Trainect, startup che aiuta a contrastare fenomeni come burnout e quiet quitting

È passato del tempo dalla fine della pandemia da COVID-19, eppure ancora ci portiamo dietro i suoi strascichi. Tra essi, la necessità di intervento per il miglioramento della salute mentale delle persone, in particolar modo, dei lavoratori. In realtà, la pandemia non ha semplicemente fatto emergere un fenomeno. Lo ha accentuato, portato all’attenzione dei più e finalmente rotto quel muro di silenzio che troppo spesso rinchiudeva l’interesse nei confronti della salute mentale. Per fortuna, oggi la società sembra più pronta ad affrontare l’argomento, ma non sempre le aziende sanno cosa fare per intervenire attivamente per il benessere mentale dei propri dipendenti. Così, profondo studio e buona tecnologia si sono uniti per dare vita a Trainect. Startup che si configura come una soluzione al raggiungimento di quello che viene definito wellbeing aziendale.

Di seguito un approfondimento sulla tematica grazie alle parole di Alberto Ronco, founder di Trainect.

Ciao Alberto, tu sei il fondatore di Trainect, la startup che ha creato una piattaforma innovativa e la relativa app per smartphone, per il monitoraggio e il miglioramento del benessere aziendale dei dipendenti. Prima di entrare nel merito del suo funzionamento, ti andrebbe di dire cosa si intende, oggi, per welfare. E perché è fondamentale che si tuteli in un’azienda?

“È fondamentale distinguere tra Welfare e Wellbeing. Mentre il Welfare costituisce un elemento integrante di un piano economico, che offre una serie di vantaggi mirati a promuovere l’equilibrio tra la vita personale e lavorativa, il Wellbeing rappresenta un passo ulteriore. In un contesto accelerato dalla pandemia, in cui i confini tra lavoro e vita privata si sono sempre più sfumati, cominciamo a parlare di work-life harmony. E riconosciamo la necessità di intraprendere iniziative volte a migliorare la nostra esperienza lavorativa. Iniziative che possono influire sul benessere dei dipendenti.

È essenziale indossare una sorta di ‘nuove lenti’ per comprendere che il mondo del lavoro odierno è radicalmente diverso da quello di un tempo. E che, sebbene le iniziative di Welfare siano ancora preziose, non sono più sufficienti. È imperativo iniziare a discutere (e ad agire) in termini di benessere. Specialmente alla luce del nuovo paradigma lavorativo che si è delineato dopo la pandemia da COVID-19, che continua ancora oggi.

Il Wellbeing assume quindi un ruolo strategico per le aziende, poiché incide su diversi aspetti aziendali, come evidenziato anche nel Global Wellbeing Report di Aon, tra cui: l’engagement dei dipendenti, l’acquisizione di talenti, la costruzione dell’employer brand, la riduzione del turnover e l’aumento delle performance.

Secondo Forbes ‘#1 Employee Well-Being Is A Human Imperative’:, nell’elenco dei ‘Top Ten HR Trends For The 2023 Workplace’, il well-being ricopre la prima posizione”.

Come lavora Trainect? Che tipo di approccio è quello della gamification?

“In Trainect crediamo in un benessere responsabile, condiviso e circolare: fare del bene a se stessi, ai colleghi e al pianeta. Il nostro obiettivo è portare questa idea all’interno delle aziende per incoraggiare le persone a prendersi cura di se stessi, delle persone vicine e dell’ambiente circostante. Come lo facciamo?

Responsabile: per prima cosa ogni persona è consapevole del proprio stato di salute grazie al well-being assessment sulle 5 aree del benessere. Questo permette alla persona di customizzare i proprio obiettivi di benessere partendo da una fotografia dello stato di salute da un lato e dall’altro dai propri interessi personali. La responsabilità sta nel fatto che l’azienda mette a disposizione, grazie a Trainect, un servizio disponibile 24h su 24h. Accessibile just in time e con contenuti customizzabili. Alla persona, poi, la responsabilità di agire attivamente per migliorare il proprio stato di salute”.

Crediamo fortemente che la cultura del benessere si costruisce con piccole azioni quotidiane che partono dalla responsabilità dei singoli.

Condiviso: prendendosi cura di se stessi è possibile condividere contenuti con i propri colleghi, da fruire insieme, schedulare delle pause di benessere, sfidarsi tramite dinamiche di gamification. Tramite la tecnica del nudging, la cosiddetta ‘spinta gentile’  la persona è spronata a prendersi cura di sé e anche dei propri colleghi.

Circolare: l’impatto positivo sul pianeta è uno dei motivi per cui Trainect esiste ed è nata. Come società benefit teniamo conto non solo del profitto economico, ma anche dell’impatto sociale e ambientale delle attività aziendali. Cerchiamo di diffondere questa visione anche alle aziende clienti. Per questo motivo, i punti accumulati dai team aziendali vengono trasformati in opere di charity coi nostri partner sostenibili.

Per noi di Trainect la gamification ha sempre avuto un ruolo centrale nel progettare l’esperienza degli utenti. Attraverso, premi, classifiche, punti, sfide e obiettivi, la gamification applicata al well-being permette di creare un’esperienza coinvolgente simile a quella di un gioco e incentivare le persone a prendersi cura del proprio benessere.

Attraverso le challenge aziendali, ad esempio, si crea un senso di appartenenza e coinvolgimento tra i dipendenti. Aumentando l’engagement e promuovendo comportamenti virtuosi. Questo approccio innovativo offre la possibilità di misurare e migliorare il benessere in modo interattivo e di condividere l’esperienza con i colleghi, promuovendo la collaborazione e il supporto reciproco”.

Sulla logica del “bisogna parlarne”, lo scorso 12 luglio hai dato vita all’evento gratuito Wellbeiing Day, pomeriggio di confronto e formazione sui temi del benessere in aziendale: che risultato hai ottenuto o ti aspettavi di ottenere? Quali sono gli spunti più importanti che sono emersi?

“Per noi di Trainect la condivisione è un aspetto chiave per diffondere sempre più cultura del benessere. Per questo abbiamo organizzato un evento gratuito, aperto a HR, manager, CEO e chiunque sia appassionato del tema. Al fine di confrontarci su un argomento così importante come quello del benessere aziendale. E’ stata un’occasione per ascoltare il punto di vista di grandi aziende illuminate e all’avanguardia che investono realmente sulle persone grazie a iniziative di benessere e attenzione alla cultura, tra cui diversi clienti attivi di Trainect.

Abbiamo alternato due tavole rotonde con ospiti d’eccezione come:

Francesca Moriani CEO di Var Group, Ottavio Maria Campigli Founder di W Executive, Cristina Zucchetti Responsabile HR e Presidente del gruppo Zucchetti.  Da cui sono emerse riflessioni fondamentali per il mondo del lavoro di oggi e di domani. Il benessere non è un nice to have ma una priorità per le aziende che vogliono avere un business sostenibile e continuare a garantirsi un vantaggio competitivo.

Sono emersi spunti chiave legati alla misurazione e al ROI del well-being. Con Matteo Sola advisor di Trainect e Luca Stella, Innovation Manager di Zucchetti si sono aperte discussioni sull’importanza di inserire iniziative innovative sul tema del benessere e di come sia fondamentale misurare queste dimensioni anche in una logica di dialogo aperto tra mondo HR e ‘piani alti’ dell’organizzazione. La partecipazione all’evento ha superato le aspettative, abbiamo superato i 100 partecipanti, nella suggestiva e storica location di Palazzo Bocconi.

È stato emozionante raccogliere i feedback dei partecipanti post evento e ascoltare le dinamiche che vivono oggi in azienda, per poter dare il nostro contributo di valore sul cambiamento culturale verso il benessere. Ascoltare le applicazioni pratiche delle nostre soluzioni, in contesti diversi, grazie all’intervento di Mariagiovanna Modoni HR di Nuna Lie e Andrea Cartoccio, Education and Health & Welfare Strategic Area Director di Elior, ha aperto riflessioni su come non ci siano più scuse, nè di settore nè di budget, per inserire iniziative di benessere per le persone”.

Durante l’evento avete delineato i cosiddetti pilastri del benessere. Quali sono e in che modo individuarli?

“La nostra missione è diffondere cultura del benessere tramite la tecnologia. Crediamo che il cambiamento sia principalmente culturale, per questo insieme ad Eleonora Valè, psicologa del lavoro e well-being designer di Trainect, abbiamo identificato 3 principali pilastri (cultura, strategia e misurazione) che ci permettono di offrire alle aziende un servizio customizzato e calato nel contesto.

Per quanto riguarda la cultura abbiamo identificato 8 dimensioni chiave che ci permettono di analizzare le peculiarità di ogni azienda. Dallo stile di leadership alla sicurezza psicologica, partendo dal purpose e dai valori aziendali, fino a dimensioni di sostenibilità e community interne alle aziende.
La strategia è lo step cruciale nel quale, in co-design con i key stakeholder aziendali andiamo ad analizzare vincoli, opportunità, ambassador del benessere e tutte quelle aree che è fondamentale presidiare affinché le iniziative di well-being non siano iniziative spot ma inserite nella people strategy.
Da qui si passa poi all’ultimo punto la misurazione. Abbiamo creato il framework OKR wellbeing proprio per permettere ai nostri interlocutori aziendali di interrogarsi sull’effetto che le iniziative di benessere possono raggiungere in azienda. Oltre a far stare meglio le persone, il benessere ha effetti potentissimi su motivazione, senso di ingaggio e appartenenza e produttività delle persone. Oltre ad essere una leva strategica di talent attraction ed employer branding”.

Burnout, quiet quitting, grandi dimissioni. I temi caldi del momento sono ancora questi, in che modo Trainect potrebbe aiutare a contenere l’espandersi di tali fenomeni?

“Le persone lasciano contesti culturalmente tossici dando via al fenomeno delle Grandi Dimissioni alla ricerca di ambienti di lavoro sostenibili a 360°. O ancora peggio rimangono in azienda con comportamenti disingaggiati o attivamente disingaggiati. Il che significa che non sono produttivi o ancora peggio diffondono malessere e energia negativa in azienda, col fenomeno del quiet quitting. Tuttavia, ancora troppi CEO e leader d’azienda sottovalutano il costo del turnover aziendale e del malessere psico-fisico sul business.

In media il costo che sostiene un’impresa che sostituisce un dipendente, è  da 6 a 9 mesi di stipendio in più all’anno. Questo significa che sostituire un dipendente con un salario annuale di 50.000 euro potrebbe costare all’azienda circa 30-40.000 euro in spese ulteriori di ricerca personale e formazione. Oltre a sottovalutare l’effetto del burnout su motivazione e produttività. Con il riconoscimento ufficiale del burnout da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2019, la responsabilità della sua gestione si sta però spostando sempre di più dai dipendenti ai datori di lavoro.

Con Trainect otteniamo risultati davvero soddisfacenti nell’aumentare lo stato di benessere delle persone, sensibilizzare i manager e i leader sull’importanza del cambiamento culturale verso il benessere.

Inoltre, grazie ad attività ingaggianti come challenge e gamification, miglioriamo il senso di team e di appartenenza all’azienda. Partiamo col rendere le persone consapevoli del proprio stato di salute, grazie al nostro wellbeing assessment. In modo tale da responsabilizzare le persone nel prendersi cura di sè e partecipare attivamente alle iniziative. La nostra soluzione aumentando senso di ingaggio e migliorando lo stato di salute è una leva strategica per leader ed HR per contrastare fenomeni come il quiet quitting e le grandi dimissioni.

Il tuo progetto, sin dalla sua ideazione punta tanto al cambiamento culturale interno alle aziende. Le grandi corporate sembra stiano dedicando tempo, spazio e approfondimento per allinearsi. Da cosa pensi debbano partire, invece, le medie-piccole realtà a questo proposito?

“E’ fondamentale partire da un approccio di co-creazione. Quello che facciamo, soprattutto con realtà medio-piccole, è accompagnarle in una prima fase di awareness del tema, tramite interventi ad hoc, tra il formativo e l’ispirazionale e poi andare a quattro mani a co-disegnare la strategia. Supportando anche realtà meno strutturate a far sì che le iniziative abbiano successo e siano utili per le persone.

Identifichiamo i wellbeing ambassador, figure chiave in azienda, che hanno un ruolo strategico nel diffondere e far partecipare i colleghi alle iniziative. Con questi asset otteniamo un livello di adozione dei nostri strumenti, superiore al 90%. Grazie anche al fatto che, misurando in modo continuativo e costante, è possibile inserire elementi ‘correttivi’ laddove ne emerga il bisogno”.

Non solo benessere aziendale e personale, ma anche ambientale. In che modo funzionano i crediti per supportare la sostenibilità ambientale?

“Come abbiamo anticipato, attribuiamo un valore fondamentale alla circolarità, consentendo a ogni azienda e individuo di contribuire attivamente in due modi distinti. In primo luogo, promuoviamo la sensibilizzazione culturale attraverso contenuti dedicati nell’area del benessere sociale. In secondo luogo, trasformiamo i punti accumulati dalle sfide e dalle interazioni sulla piattaforma in donazioni effettive presso i nostri partner impegnati nella sostenibilità ambientale.

Questo approccio, anche se in piccola scala, permette a ciascun individuo di comprendere che ogni azione volta a migliorare il proprio benessere ha un impatto positivo anche sul pianeta. Ad esempio, abbiamo creato sfide basate sul numero di passi effettuati, in cui i vincitori hanno l’opportunità di piantare un albero a loro nome come premio”.

Giulia Grasso