Intervista a Zoe Tedeschi, in uscita con il singolo “Cruel”

Venerdì 19 gennaio a mezzanotte: una data importante per la giovane cantautrice Zoe Tedeschi che esce sul mercato musicale con il singolo dal titolo Cruel. Produttori/compositori Gabriele Marmondi e Giovanni Formentini.

Zoe Tedeschi in pochi aggettivi… quali useresti per descriverti?

Eccentrica, volitiva, propositiva.

Il tuo percorso musicale inizia nel 2014. In questi dieci anni chi ti senti di ringraziare per averti sostenuta nell’intraprenderlo?

I miei genitori, la mia vocal coach e mentore Elena Bresciani e anche me stessa per la mia determinazione.

Lavori, infatti, con la nota vocal coach Elena Bresciani ormai da quasi un anno e grazie a lei hai partecipato a XFactor Malta classificandoti come semifinalista, Judges Houses. Cosa ti porti da questa esperienza?

Mi porto il lavoro in duo e in squadra, in un contesto internazionale; ho avuto la possibilità di capirmi di più anche come persona, guardandomi “da fuori” e di capire l’artista futura che voglio diventare. Questa esperienza mi ha dato una visione del mercato e di me stessa.

Elena, la tua allieva scrive, canta e suona il piano e l’ukulele. Quale delle tre arti senti più affini al suo talento e, dall’alto della tua esperienza, quale artista la ispira maggiormente?

Non si può rinchiudere Zoe in qualcosa di già visto. È un’Artista a 360 gradi e si deve esprimere con tutti i mezzi musicali ed espressivi possibili. Una vera performer. Mi immagino i suoi concerti dove suona i suoi strumenti, si esprime con la sua voce dal colore bellissimo e multisfaccettato e, soprattutto, dice contenuti di qualità nei suoi testi. 

Sono molto orgogliosa di avere allieve Cantautrici, giovani donne che hanno cose da dire in una società dove dire le tematiche universali fa paura, perché dal punto di vista musicale ci vogliamo anestetizzare con dei palliativi di scarso valore; lo vediamo: è più facile ottenere un grande successo scrivendo porcherie, perché la gente non vuole pensare. 

Per me è fondamentale, invece, che crescano come artiste libere di dire – a prescindere dal risultato – quello che davvero hanno da dire, perché il mondo si accorgerà presto di avere ancora bisogno di contenuti universali, fortemente elaborativi e, a quel punto, gli artisti che hanno avuto il coraggio di dire la loro verità saranno premiati dal pubblico e dal mercato. I tempi sono quasi maturi affinché questo avvenga. 

Abbiamo sentito le peggiori aberrazioni nella musica degli ultimi anni, scarnificata nelle melodie, la voce rinchiusa in 4 note, rotta in parlati ritmici di dubbio valore; onestamente, come fruitrice, sono stanca di non dire che abbiamo bisogno di bellezza. 

Zoe è un’Artista interessante per il mercato internazionale, con una ottima estensione, una gamma di colori che le permettono di spaziare nel suo mondo eclettico e che vi consiglio di ascoltare con attenzione anche per i testi. Ho scommesso su di Lei da subito e la supporto perché credo nel suo valore.

Zoe, arriviamo all’uscita del tuo singolo “Cruel”. Come nasce e di cosa parla?

Cruel nasce da una fitta allo stomaco continua e questo sentimento di “impossibilità”, il desiderio di voler sempre aiutare gli altri, quando, in realtà, ho bisogno di aiutare me stessa in questo momento.

Ci sono dei momenti difficili, che alla fine risolvo nel mio mondo interiore da sola ed è un mondo che, tuttavia, resta “sempre aperto alle persone”. Penso che l’ascolto di Cruel possa aiutare gli altri, perché tutti ci sentiamo “crudeli” almeno una volta nella vita, “crudeli” perché si sceglie di isolarsi per risolvere i propri momenti no, ma la persona può entrare nel mio mondo per risolvere a sua volta i suoi problemi, in una vicinanza, seppure come “monadi” separate. La necessità di isolamento “crudele” per tornare a sé stessi rinnovati, in un moto di sano egoismo e riequilibrio.

Elena, quali sonorità e vocalità troviamo? 

Mentre si stava scrivendo il brano, sulla prima bozza melodica, Zoe, io e Giovanni Formentini abbiamo fatto un brainstorming condiviso, per cercare un “genere nuovo nella sonorità” che procedesse da istanze pensate, un genere che determinasse anche un lavoro sull’immagine di Zoe per definirla ulteriormente come artista. 

Penso che il modo migliore per spiegarti l’uso della voce e della costruzione musicale che si trova in Cruel sia condividere con il pubblico che ci leggerà e con te, che ci hai fatto questa domanda così interessante, un piccolo estratto di quel brainstorming sorprendente, che abbiamo conservato anche come ispirazione per il video, nato da quattro teste, perché è stato poi elaborato nel “sound” da Gabriele Marmondi e Giovanni Formentini, che ha veicolato le idee scaturite all’inizio da me e da Zoe nella produzione del brano, trasferendole a Gabriele.

“(…) lungo viaggio, bianco, mistero, breathtaking, imagination, overwhelming, awarness, consciousness, zen, irenico, metanoia (momento di cambio di sé), wabi-sabi, evanescente, futuristico, wild, mistico, nascosto, segreto, intimista, epico, Ungaretti, ermetico, nebbia, acero, fata nordica contemporanea, Svezia, sceneggiatura, Scozia, scogliera, ricamo, etereo”.

… è musica pensata!

Per concludere: quali aspettative nutrite da questo brano in uscita e quali sono i progetti futuri? 

Speriamo che Cruel arrivi a più persone possibili e che faccia riflettere tanti che magari non guardano o non vogliono guardare questi aspetti del sé. L’obiettivo è quello di costruire altri brani così pensati ed elaborati.

Valentina Brini