Intervista a Manfri: “Fragile è un pezzo autobiografico”

“Fragile” è il nuovo singolo di Manfri, uscito il 9 aprile in distribuzione Artist First. Manfri è il progetto solista del giovane cantautore Manfredi Grigolo, iniziato con la pubblicazione dei singoli Rimedio, Moët e Stanza, capaci di collezionare quasi mezzo milione di stream su Spotify.

Manfri racconta vere e proprie immagini che riassumono stralci di vita vera, ora lenta, ora veloce, ora più triste ora più felice, metamorfica. Questo concetto viene anche riassunto dalle atmosfere musicali del singolo, che alternano approcci ritmici ad altri più melodici e fluidi.

Benvenuto a Social Up, Manfri! Quando hai hai scoperto che da grande avresti voluto fare l’artista?

Ciao!

Non ti saprei dire quando di preciso, so che la passione per la musica e per il canto c’è sempre stata… Da piccolo mi piaceva imitare Michael Jackson, che consideravo (e considero ancora) il dio dello spettacolo. Solo alla fine del liceo, immergendomi nell’indie italiano mi sono approcciato più direttamente alla scrittura e alla composizione, ho pensato che avrei potuto fare anche io quello che tanti cercavano di fare, ma più per sfogo personale piuttosto che per la fotta di arrivare e di diventare qualcuno… Scontato dire che vivere facendo musica sarebbe comunque il mio sogno.

All’anagrafe sei Manfredi Grigolo, per la musica solo Manfri. Perchè?

Manfri è il mio nickname storico, ed io volevo un nome che non mi estraniasse da ciò che sono, cercavo qualcosa di breve e conciso che mi rappresentasse propriamente. In realtà ci ho messo un po’ per capire che quello era il nome adatto, inconsciamente già ai tempi però abbracciava i miei principi riguardo la musica, ovvero quello di scrivere la verità. 

Il tuo ultimo singolo è “Fragile” ed è il quarto che hai rilasciato finora. Da cosa ti sei fatto ispirare?

Traggo ispirazione principalmente da ciò che mi accade, dalla vita di tutti i giorni… “Fragile” è un pezzo autobiografico (come tutti gli altri alla fine), in un periodo emotivamente turbolento ho finalmente ritrovato l’ispirazione persa per scrivere, la stessa che mi era mancata per tutto il tempo della quarantena. Il pezzo è venuto fuori fluidamente e la base allo stesso modo….riporta molte influenze fra il Rock Britannico e l’R’n’B.

 

In “Fragile” fai un excursu di storia d’amore. Secondo te quali sono i momenti di coppia in cui si diventa fragili?  

Personalmente inquadro la fragilità come stato emotivo nel momento in cui si dipende dalle scelte di qualcuno, l’assenza di indipendenza sostanzialmente. Lo stadio in cui si manifesta questa condizione è sicuramente la fine della relazione, il sentirsi persi e senza punti di riferimento. Per me è stato un periodo di passaggio, ma grazie a quello ho capito molte cose.

 Sei anche autore delle tue canzoni. Quali sono i tuoi riferimenti musicali? Come nasce una tua canzone?

Le idee per i pezzi che considero più belli sono piovute letteralmente dal cielo, il ritornello di fragile è venuto fuori in un momento completamente random per esempio. I miei riferimenti musicali sono talmente tanto variegati che non è facile isolarli, ci sono degli artisti a cui mi ispiro ovviamente ma alla fine mi piace pensare che ciò che faccio è tutto frutto della mia creatività…In genere i miei pezzi nascono da una melodia che ho in testa e dalla quale poi stendo le fondamenta per costruire tutto il resto, anche se ci sono delle eccezioni ovviamente…

Stai lavorando sul tuo primo disco. Ci puoi svelare qualcosa?

In realtà non molto perché non c’è nulla di certo, ho solo intenzione di pubblicare con costanza i miei pezzi dopo questi 9 mesi di assenza, purtroppo sono stati fondamentali per capire cosa volessi fare realmente, magari poi li racchiuderò in un EP chi lo sa…

Sandy Sciuto