Il successo di tha Supreme spiegato ai trentenni senza traumatizzarli

Avere trentanni significa anche non capire in che direzione sta andando la musica, come mai un singolo è primo in tendenza e perché si considera futuro del rap italiano un diciottenne che ha pubblicato il suo primo album.

Il nostro compito, quindi, è di chiarire ai trentenni italiani sparsi in tutti i luoghi, in tutti i laghi in tutto il mondo e l’universo chi è tha Supreme e perché, in realtà, potrebbero apprezzarlo e pure tanto.

Fino a qualche anno fa, tha Supreme era semplicemente Davide Mattei, classe 2001, romano e con un segno particolare: la passione per il rap condivisa sul web.

All’età di sedici anni, grazie ai suoi beat, si è fatto notare da Salmo, il King dell’hardcore, il quale lo ha contattato per fargli produrre il suo brano “Perdonami”. A seguire ha prodotto anche Dani Faiv nei brani: “GameBoy Color” e “La La La La La”.

Ora che di anni ne ha 18, tha Supreme ha scelto di stare dall’altra parte della produzione, e di rilasciare il 15 novembre il suo primo progetto discografico dal titolo “23 6451” e con una copertina ultra viola quasi fluo con una cornice fatta di oggetti.

Non chiedeteci come è fatto perché Tha Supreme ha preferito celarsi dietro un’immagine da cartone animato – in stile Gorillaz – nella quale c’è un ragazzetto in felpa viola e con aureola in testa.

Ciò che sappiamo, però, è che per un trentenne appassionato del rap di Fabri Fibra o del cantautorato italiano fatto da Battisti o Guccini, la prima reazione è “non so se ho capito bene” per poi lasciarsi intrappolare da una sensazione di incomprensibilità totale fino a non voler ascoltare più.

Tha Supreme, infatti, nelle venti tracce che compongono il disco dà decisamente qualcosa di nuovo, rivoluzionario e finora ignoto al suo ascoltatore.

Il trentenne italiano medio non può riconoscersi perché quella di tha Supreme è musica che non parla al trentenne.

È fatta di slang, di inglesismi, di beat controcorrenti e di un modo di osare e giocare con la lingua italiana molto più vicino agli adolescenti e ai ventenni.

È questo il pubblico di tha Supreme e lo si comprende subito andando a leggere la tracklist nella quale si nota che il titolo di ogni canzone contiene un numero in base alla posizione del brano all’interno del disco. Nell’album tha Supreme parla dei problemi di adolescenti e giovani ossia i rapporti con gli amici e le istituzioni, il sentirsi diversi da tanti coetanei e il bisogno di sfogarsi, i rapporti con le ragazze e altro.

Inoltre, l’album è stato realizzato in ogni sua parte da tha Supreme: dalla scrittura sino alla produzione e al mixaggio.

È pieno di suoni, di esperimenti, di tentativi. Poco si capisce dal primo ascolto, forse solo che il ragazzo ha fatto di questo progetto discografico un contenitore di chi è lui in maniera completa, inserendo di tutto.

Ciò che da credibilità a tha Supreme sono i featuring presenti: da Salmo a Nitro, da Gemitaiz  a Marracash fino ad arrivare a Mahmood.

Tutti questi elementi hanno fatto sì che dopo 24 ore dall’uscita il disco abbia avuto tredici milioni di ascolti su Spotify, secondo solo al progetto “Machete Mixtape 4” di Machete che occupa la prima posizione con un totale di 13.081.724 di stream totalizzati in 24 ore.

I trentenni dovranno arrendersi di fronte all’evidenza: è arrivata una nuova rivoluzione nella musica. Il suo nome è tha Supreme!

Sandy Sciuto