Con “Persona” Fabio Rizzo ha ucciso Marracash per farlo rinascere

L’attesa è finita il 31 ottobre 2019 quando ovunque è stato rilasciato “Persona”, il sesto album di Marracash.

Il nuovo progetto discografico arriva dopo tre anni da “Santeria”, disco realizzato con l’amico Guè Pequeno, e dopo quasi cinque anni da “Santus”, ultimo album da solista.

“Persona” è un lavoro complesso, diretto e inaspettatamente emotivo.

Il disco, infatti, riconsegna un Marracash oramai quarantenne che ritorna a suonare musica nuova dopo quasi tre anni bui e psicologicamente devastanti, colpa pure di una relazione “tossica”, nei quali ha preferito scomparire dai social per rinascere.

Il King del rap così è tornato con un progetto discografico in uno scenario nettamente diverso da quello in cui era elogiato. Anni fa la trap non era ancora un genere considerato in Italia e Marracash con Fabri Fibra, Mondo Marcio e Guè Pequeno incarnavano il rap italiano.

Il rischio di non realizzare un lavoro all’altezza di Marracash e soprattutto che sovrastasse l’attuale panorama musicale c’era ed era pure forte, ma ora che il disco è di tutti sappiamo che l’unico rischio possibile sarebbe stato non potere avere l’occasione di ascoltare un disco di tale portata, ora più che mai.

“Persona” è un album curato nei minimi dettagli, pieno di suoni e di significati, in cui il personaggio Marracash si scontra e a volte cede il passo alla persona Fabio in un dualismo costante in cui emerge prepotentemente Fabio in un flusso continuo di pensieri su come è diventata la società, sulle esperienze di vita del rapper e sull’eterno conflitto tra chi si è stati, chi si è, chi si vorrà essere e tra Marra e Fabio.

Il disco doveva chiamarsi Alibi in un primo momento, ma prende il nome dall’omonimo film di Ingmar Bergman del 1966 perché la trama è vicina al concept del disco. “Persona significa individuo”, ha spiegato Marra, “ma anche maschera, quella che ci si mette per presentarsi agli altri, il dualismo dell’essere umano che tende a mostrare una parte di sé che poi in realtà non è. È la stessa maschera che indica perfettamente la dicotomia tra l’artista e l’individuo. In questo album Fabio ha dato uno scossone a Marracash, il personaggio che io stesso ho creato ma che la gente ha poi anche cambiato e modellato. Questo disco è più di Fabio che di Marra, è come se mi fossi liberato un po’ da questo Marra. C’è un abisso tra quello che la gente pensa di te e quello che tu stesso pensi di te: io ho cercato di gareggiare con me stesso e fare quello che era meglio e giusto per il mio percorso artistico e umano”.

La scelta della copertina si sposa benissimo con il messaggio del disco: un bambino che accarezza la gigantografia del volto di Marracash quasi a significare l’uomo Fabio contrapposto al personaggio rapper. Si ritrovano in quel gesto tenerezza, distacco o semplicemente consapevolezza in quella mano alzata del chi si è e di cosa vedono gli altri.

Il simbolismo è presente anche nella tracklist. Marracash ha dato un doppio titolo alle 15 canzoni del disco. Ognuna ha al suo interno un sottotitolo che corrisponde ad ogni parte del corpo umano. Il disco si apre con i denti per proseguire con scheletro, cervello, sangue, fegato, polmoni, pelle, ego, muscoli, ca**o, nervi, cuore, anima, occhi e stomaco.

Su quindici canzoni, nove vantano delle collaborazioni tra vecchi amici (Guè Pequeno, Coez e Luchè) e nuove realtà musicali (Madame, Massimo Pericolo, Mahmood, Sfera Ebbasta e Cosmo). Grandi assenti, forse giustificati, Fabri Fibra e Salmo.

Musicalmente è il Marracash di sempre, ma più raffinato e preciso nella scelta dei mash up e dei beat. L’eterogeneità dei suoni e delle sperimentazioni fanno propendere per l’idea che è un disco che ad ogni ascolto rivive in modo diverso senza stancare o risultare privo di personalità.

Piuttosto quest’ultima emerge nella scelta calibrata sia dei temi affrontati – si va dall’essere all’apparire fino al cambiamento climatico – sia nell’uso delle parole che mischiate ed intrecciate insieme sanno di un percorso fatto di carne, passione, sofferenza e tanta forza.

“I brani rappresentano ciascuno una parte del mio corpo; sono fatti di carne, fatti di ossa, fatti di sangue. Lo stesso corpo di Marra, lo stesso corpo di Fabio in condivisione da tempo. – ha dichiarato il rapper – Non è la prima volta che li vedete insieme ma è la prima volta che Marra e Fabio si parlano e l’unica in cui sarò io a raccontarli”.

Per capire “Persona”, fondamentali sono gli ascolti di “Quelli che non pensano” che riprende dopo dodici anni il beat di “Quelli che benpensano” di Frankie hi-nrg mc ridandogli vigore e nuovi bersagli, “Appartengo” in cui c’è il ragazzo di Barona che in mashup di “T’appartengo” della Angiolini rispolvera il passato e “Tutto questo niente” con cui Marra va oltre il rap ed il re è nudo, completamente.

Nella parte centrale, vi sono “Crudelia – i nervi”, “G.O.A.T. – il cuore” e “Madame – l’anima”. Tre canzoni che raccontano il Marra in una relazione tossica che cita Peaky Blinders: “Mi hanno insegnato a non odiare i miei nemici, ma non ne avevo mai amato uno”, il Marra che non vuole mollare ed il Marra che ha trovato l’anima, la sua metà.

Simpatica “Non sono Marra” in cui insieme a Mahmood il rapper ironizza sulla forte somiglianza tra i due.

“Persona” è un disco istintivo, comunicativo, forte, ma anche poetico e autentico. Marracash è stato spogliato da Fabio che l’ha ucciso per farlo rinascere.

Nessuno detronizza il King del rap!

BENTORNATO MARRA!

Sandy Sciuto