Dite benvenuto a Mahmood, il nuovo Re dell’urban pop in Italia!

Habemus Mahmood, Alessandro per gli amici! Primo alla 69° edizione del Festival di Sanremo, primo con “Soldi” in tutte le classifiche e primo album dal titolo “Gioventù bruciata”.

Oltre tutte le chiacchiere, le critiche e i toni accesi del post Festival, l’ingresso ufficiale popolar nazionale nella musica italiana di Mahmood è stato al di sopra di ogni aspettativa. Archiviate con classe le dispute con Ultimo sul podio sanremese, Mahmood con la sua “Soldi” è entrato nelle case, nelle macchine e nella tecnologia degli italiani per diventare un tormentone invernale. Con il suo inciso ripetitivo accompagnato da un battito di mani, “Soldi” è una delle tante canzoni autobiografiche sul rapporto di Mahmood col padre e che per il 2019 rappresenterà l’Italia all’Eurosongvision Contest.

Dopo il Festival, Mahmood ha intrapreso un instore tour in giro per l’Italia ed ha anticipato l’uscita del suo album rilasciato il 22 febbraio 2019 invece dell’1 marzo 2019. “Gioventù bruciata” contiene le canzoni dell’Ep più tre inediti: undici canzoni in cui Mahmood racconta i suoi ventiseianni.

“Soldi”, “Gioventù bruciata” e “Mai Figlio Unico” sono le canzoni sul rapporto difficile e tormentato col padre. Nell’album ci sono due featuring: uno con Fabri Fibra sulle note di “Anni 90” e l’altro con Gue Pequeno in “Soldi” nella versione presentata e cantata sul palco dell’Ariston. I restanti brani sono incentrati su Mahmood e le relazioni interpresonali.

In “Gioventù bruciata” c’è il mondo di Mahmood: Milano, l’Uramaki, le origini egiziane e l’amore dato o tormentato, tutto cantato in una fluidità perfetta tra testo e musica. Lo stile di Mahmood è riconoscibile ed è presente in ogni track: il modo di impostazione dei brani è identico e gli arrangiamenti sono urban pop per l’anima vocale soul di Mahmood.

“Remo”, “Il Nilo nel Naviglio” e “Uramaki” hanno ritmo e sono un esempio di quel che si definisce buona scrittura. In “Remo” Mahmood intona: “Ho dato troppo tutto insieme/ma poi chi me lo ha fatto fare/sembrava amore giuro/ma non è amore se non riconosci il mio profumo”, in “Il Nilo nel Naviglio”: “Dormo in macchina per cancellare l’alcol dalla testa/la maglia Lacoste è l’unica cosa che di te mi resta/ma ora dimentichi i miei modi di fare da bambino/quando la notte confondevamo sempre il Naviglio con il Nilo” e in “Uramaki”: “A cosa serve la filosofia/Se ci scriviamo messaggi porno/Ancora prima del buongiorno/Potevamo amarci in un parcheggio/Quando mi hai augurato il peggio/Ridammi la poesia/Finisco l’uramaki e vado via”.

“Gioventù bruciata” è un concentrato di Mahmood, un insieme di potenziali hit per un disco prodotto da Charlie Charles, Dario Faini, Ceri, Katoo e MUUT che non passerà inosservato nelle classifiche.

Durante l’ascolto si ha la diretta percezione di avere a che fare con un album strutturato e schematico, ma dopo il primo ascolto l’urban pop di Mahmood ti divora, ti trascina, entra nelle viscere e si impossessa della quotidianità portando il fruitore italiano medio a dire: “Benventuo Mahmood, Re dell’urban pop italiano!”

Sandy Sciuto