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Il Brand Journalism è il futuro del giornalismo, ma cosa significa veramente

Nel corso dell’ultimo decennio la professione giornalistica ha subito tanti di quegli stravolgimenti che sembra difficile ricordare come è nato. Una professione in divenire che si è piegata alle logiche dell’evoluzione tecnologica dimenticando in alcuni casi lo scopo primario: informare.

Negli ultimi anni si vocifera in italia un nuovo modello di giornalismo, quello che si piega un po’ al marketing ma che riprende la sua naturale vocazione ad informare; parliamo del Brand Journalism.

Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli USA, ha la vocazione di comunicare la storia e i valori che ruotano attorno ad un marchio con lo scopo di informare e avvicinare i lettori. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare pubblico di riferimento.

Chi si occupa di questo settore non è solo un esperto di comunicazione, bensì un vero giornalista che conosce le regole di scrittura e deontologiche per affrontare al meglio il lavoro di storytelling. In buona sostanza, alle organizzazioni servono sempre più professionisti della comunicazione che abbiano forti competenze giornalistiche. Non più solo addetti stampa o comunicatori pubblici o comunicatori in senso stretto ma una nuova figura professionale, in grado di applicare le tecniche giornalistiche alla comunicazione corporate.

Nell’incontro tenuto da Roberto Zarriello e Prof. Francesco Giorgino durante il Web Marketing Festival abbiamo potuto approfondire nella giornata del 6 giugno l’importanza potenziale che il Band Journalism ha nei confronti delle imprese e del loro rapporto con i clienti.

Alla base di una buona strategia di comunicazione esiste un piano editoriale dettagliato e realistico. Quelle che sono le regole base di una narrazione giornalistica restano invariate quando queste si piegano al band journalism. La verità e l’etica giornalistica devono essere alla base di un progetto che può avere diversi obiettivi per il marchio che si rappresenta. 

Quindi il giornalista assume una nuova connotazione, centrale nella creazione di contenuti web. Una figura importante che esce un po’ dal limbo in cui è stato relegato negli ultimi anni assumendo un importante ruolo nel panorama della comunicazione.

Illuminante è stato anche l’intervento di Davide Marasco poche ore dopo; il quale ha illustrato come costruire una strategia di comunicazione efficace e come monitorare i risultati ottenuti. E’ ovviamente un processo quello del Brand Journalism che ha bisogno di tempo e molta costanza per mostrare dei risultati positivi. 

Quello che è emerso da questi incontri e che sicuramente verrà approfondito a Novembre con nuovi talk nella versione “fisica” del Web Marketing Festival, è l’opportunità di una nuova professione che si sta formando agli occhi di PMI e giornalisti.

Una strategia di comunicazione in brand journalism non è necessariamente dispendiosa, a volte si rivela un piccolo investimento che permette all’impresa, soprattutto dopo un periodo così lungo di lockdown, di rivitalizzare la propria immagine e ritagliarsi un posto nel web che gli permetta di aumentare il proprio valore e potenziale di vendita.

Claudia Ruiz