I film del 2019 da vedere secondo Social Up

L’inizio del nuovo anno porta sempre con se un bilancio su quello appena trascorso. Il discorso vale per gli obiettivi raggiunti (anche per quelli presunti), le nuove e vecchie amicizie, la rivoluzione o la conferma dei propri affetti, i viaggi, i sogni ad occhi aperti, gli oroscopi più o meno favorevoli;  ma può essere applicato anche alle piacevoli visioni cinematografiche a cui abbiamo assistito durante i famosi 365 giorni.

Non poteva mancare quindi una selezione dei migliori film che noi di Social up abbiamo visionato nel 2019, affacciandoci ad un 2020 che con la sua cifra tonda mette un po’ tutti in soggezione.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia  

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Iniziamo con un film italiano, passato per certi aspetti in sordina, nonostante si tratti di un film d’animazione di elevatissima fattura, al punto da porsi al vertice del cinema d’animazione europeo dell’ultimo periodo. Lorenzo Mattotti , fumettista e disegnatore, dirige un cartone animato stupendo che è fedele al capolavoro di Dino Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Fiaba e distopia si uniscono in quest’opera che è una gioia per gli occhi e riesce a rendere perfettamente i chiaroscuri della vicenda raccontata da Buzzati. Il tratto è plastico, modellato abilmente dalla luce. Le immagini estremamente dinamiche in un trionfo di fantasia che mantiene ritmi veloci e stimolanti per lo spettatore. Cartone animato per adulti e per bambini. Se un indubbio merito va alla fantastica storia di Buzzati, che con incanto, ma anche disincanto racconta l’ascesa e la caduta degli orsi selvaggi, che dalla montagna scendono in città, diventando ben presto simili agli umani nei pregi e nei difetti, la trasposizione che ne viene fatta è davvero di altissimo livello. Doppiata egregiamente (tra i doppiatori anche Camilleri), mantiene il mistero e il fascino del capolavoro di Buzzati. Magia, azione, mostri stravaganti e infine il recupero della distinzione tra fantastico e reale. Anche una fiaba sulla diversità (in modo più complesso e meno indirizzato rispetto a Dililì a Parigi di Ocelot). Assolutamente consigliato. Non a caso è stato acclamato in Francia, da sempre patria di abilissimi disegnatori, ai vertici del cinema d’animazione. La famosa invasione degli orsi in Sicilia non è da meno, anzi, brilla per genialità visiva del disegno e della regia, per una storia forte, che trova finalmente una rappresentazione in grado di esaltarla sullo schermo. Belle anche le musiche. Emozionante.

Le Mans 66′ – La grande sfida

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Proseguiamo con adrenalina, motori, benzina nella super sfida diretta da James Mangold in Le Mans 66′ – La grande sfida. In questo appassionante e coinvolgente film  il regista (già autore dell’atipico cinecomic Wolverine), ci descrive la sfida tra Ford e Ferrari nella gara di Le Mans del 66′. Adottando il punto di vista dello scapestrato, difficile, ma follemente appassionato di motori pilota Ken Miles (un ottimo Christian Bale) e del progettista Carroll Shelby (Matt Damon) ci viene descritta la ribalta della Ford, che da colosso automobilistico di auto di serie si cimenta per la prima volta nella produzione di auto da corsa, con un solo obbiettivo: vincere la difficilissima gara di Le Mans 66′. Il progetto è ambizioso e molto arduo da realizzare, vuoi per la burocratica organizzazione della Ford, vuoi per l’accanita concorrenza della Ferrari, da sempre impegnata e vincente in quasi tutte le edizioni precedenti della gara; ma il talento e la personalità di uomini quali Ken Miles e Carroll Shelby, pronti a dare tutto per superare il limite delle velocità conosciute e raggiungere il rettilineo perfetto, porteranno un’improbabile squadra a scardinare i record e la concezione di gara fino allora conosciute. Più di un film sulla corsa, più di un film biografico su Ken Miles, Le Mans 66′ è un elogio appassionato e ben diretto del talento, del genio e del superamento dei limiti. Agile e affatto banale la regia di Mangold accelera e decelera col giusto tempismo, offrendo un “percorso” davvero gradevole da percorrere insieme agli interpreti, in una sfida che celebra il riconoscimento autentico, quello che come spesso accade nella realtà viene negato ai grandi. Consigliato anche a chi non ama i motori. Di pregio l’intesa tra Christian Bale e Matt Damon.

Proseguiamo con i due film rivelazione dell’anno, entrambi sul conflitto sociale: un conflitto sotterraneo che, relegato nell’ombra, deflagra infine sulla scena. Sebbene siano molto diversi tra loro sia Joker di Todd Philips che Parasite di Bong Joon-ho riflettono su questi temi.

Joker

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Il film non ha bisogno di tanti preamboli o presentazioni: vincitore a Venezia 76, si tratta indubbiamente di un capolavoro che ricostruisce la genesi del Joker andando alle radici, rendendo umana e sviscerando una delle nemesi più contorte e inafferrabili dei fumetti, al punto da far rabbrividire nella capacità di immergere lo spettatore nel graduale delirio del protagonista. Film a dir poco complesso, che danza con abilità sulla soglia del bene e del male, si forgia sull’interpretazione di Joaquin Phoenix, che offre una performance da brividi, come non se vedevano da tempo al cinema. Il film riesce a farci immedesimare pericolosamente nell’anarchia del Joker, nel suo bisogno di rendere anarchica la società piegandola alla sua alterata scala di valori. Sofferenza, alienazione, ma anche un narcisismo esasperato, tradotto in un bisogno di apparire e di avere un’identità fanno emergere il disagio disturbante di un individuo che scopre di non provare alcuna empatia reale: un disastroso comico deriso dalla società che decide di ribaltare quest’ultima per trasformare il dramma in risata. Film anarchico (qui la recensione), come il suo protagonista Joker, vibra di talento scenico, attoriale ma anche di scrittura. La sceneggiatura, infatti, è davvero brillante perché riesce ad alimentarsi sulla base dei pensieri frammentati, delle fantasie e del dolore del protagonista. L’empatia è nei gesti, nelle allucinazioni e ben operato il collegamento con il mondo di Batman. L’anarchia del Joker è il nemico per eccellenza del senso di giustizia e dei valori de Il Cavaliere Oscuro.

Parasite 

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Film rivelazione dell’anno, meritato trionfo a Cannes 2019, Parasite fa conoscere al pubblico occidentale il regista Bong Joon ho con una delle sue opere migliori. Se Joker rappresenta la violenza-sofferenza del conflitto sociale che “grida” per liberare l’anarchia; Parasite (qui la nostra recensione) confina inizialmente i poveri e i ricchi sotto uno stesso tetto, attraverso uno stile ironico e barocco, che nella seconda metà del film si trasforma in dramma. Acuto, complesso, originale, assieme a Joker è il film assolutamente da non perdere di quest’anno. A dir poco sorprendente!

Burning 

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Rimaniamo in Asia e parliamo dell’intenso Burning (qui il nostro approfondimento). Tra triangoli amorosi, thriller psicologico, scontro tra Corea urbana e Corea rurale, detto e non detto, supposizioni e sparizioni Burning è un vortice conturbante e avvolgente colpi di scena. Fumo e fuoco, dramma e sentimento. Se volete provare emozioni forti fa di certo per voi. Dall’oriente con furore (se ave te paura del fuoco non guardatelo).

Spostiamo per un attimo i nostri orizzonti cinefili su zone ben più commerciali, non poteva mancare il Cinecomic dell’anno:

Avengers: Endgame 

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I fratelli Russo chiudono abilmente il cerchio, proseguendo l’ottimo capitolo precedente: tra viaggi nel tempo, riavvolgimenti della storia, autocitazioni, botte da orbi e grassi supereroi (Thor), Avengers Endgame è emozionante e riesce a rispettare la coralità del mondo Marvel. E’ l’epicità moderna dei supereroi che in questo film raggiunge il culmine. Non sono mancate le critiche di registi famosi (come Scorsese) a questo film per gli alti incassi ricevuti; ma c’è da dire che l’entertaiment contemporaneo punta molto sui super eroi e Avengers Endgame è un prodotto valido di intrattenimento per creatività, effetti speciali, ma anche per sceneggiatura (sempre tenuto conto del genere ovviamente).

The Irishman 

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Sfruttiamo le critiche al mondo Marvel come “molla” per fiondarci su “The Irishman“, l’ultimo film del maestro Scorsese (su Netflix). E’ indubbiamente il gangster movie dell’anno: un film sulla mafia che invece di celebrarla, la descrive passo dopo passo dall’interno, per poi farne capire il cinismo, la violenza e un fondo la vacuità. De Niro è lo scagnozzo per eccellenza, l’uomo che dal basso arriva a compiere qualsiasi cosa per il boss, un Joe Pesci da oscar. Certo sono pur sempre tre ore e mezza di film, ma se siete amanti del gangster movie possiamo assicuravi che passeranno in fretta. Film classico con grandi interpreti (tra loro anche Al Pacino). Insegnamento fondamentale dopo averlo visto: Non andate in giro a dire che “Sapete imbiancare case” o verrete assoldati all’istante dalla mala.

L’ufficiale e la SpiaRisultati immagini per l'ufficiale e la spia

Chiudiamo col film storico-thriller “L’ufficiale e La Spia“. Chi ama il genere se ne innamorerà all’istante. Film asciutto, puntuale e ben scandito (girato come un “noir in costume” nello stile francese del polar), dalla fotografia davvero pregevole, molto pittorica, è una riflessione sulla ricerca della verità e su come essa possa essere soffocata dai poteri forti, il potere militare e quello giudiziario. Non tanto un film contro l’antisemitismo, quanto una pellicola sul senso di giustizia. Il caso Drefyus viene ricostruito tassello dopo tassello, facendo emergere l’arroganza del potere che preferisce condannare i falsi traditori piuttosto che quelli veri. Un’opera importante. Ottimo ritorno di Polanski.

Un giorno di pioggia a New York

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Volete leggerezza e spensieratezza. Woody ve la regala senz’altro nella sua ultima opera. C’è Elle Fanning, Timothee Chalamet. Non è l’Allen migliore di sempre, ma si tratta di una pellicola gradevole e fresca come un’acquazzone estivo. La giovane età dei protagonisti rende tutto ancora più leggero. Triangoli amorosi e rivelazioni inaspettate, peregrinando per New York sotto l’affascinante pioggia. Fotografia dell’italiano Vincenzo Storaro (già autore di La Ruota delle Meraviglie)

Il primo re

Abbiamo aperto con l’Italia e l’animazione, chiudiamo con l’Italia ed un film che ha un sapore molto internazionale (qui il nostro approfondimento). Epicità e anti epicità convivono in questa pellicola cruda e schietta, che parla della sanguinosa fondazione di Roma, del rapporto fraterno e conflittuale tra Romolo e Remo, di come Roma sia stata fondata nel sangue. Empietà e Fede. Il sacro fuoco e la lotta per mantenerlo acceso. Il film è in proto latino con sottotitoli in italiano. Un’epica italica che mai si era vista sullo schermo. Il regista Mattero Rovere osa parecchio, ottima la fotografia di Daniele Ciprì (qui la nostra intervista). Un film inedito per la cinematografia italiana. Violento, a tratti pervaso da elementi fantastici, in un realismo mitologico che reca un impronta molto originale e italiana forte, in grado di affacciarsi senza timore sul fronte del cinema internazionale. Davvero sorprendente per l’Italia, anche per il sapiente utilizzo degli effetti speciali. Assieme alla Famosa invasione degli orsi in Sicilia è la sorpresa italiana di quest’anno.

 

 

 

 

Francesco Bellia