Fondata nel 2025 da Emanuele Sanfelici, Riccardo Lapi e Gea Venneri, HAT Music è la prima piattaforma digitale che connette artisti emergenti e professionisti del settore musicale tramite un sistema intelligente basato su intelligenza artificiale.
La missione della startup? Semplificare le connessioni nella filiera musicale e rendere l’accesso all’industria più trasparente, meritocratico e scalabile.
La startup ha recentemente chiuso anche un round di finanziamento pre-seed da 200.000 euro a una valutazione di 2,5 milioni.
Il capitale raccolto gli permetterà di accelerare la crescita nel mercato italiano e l’ingresso in quello europeo, potenziare il prodotto e acquisire nuove fette di utenza. Il round, partito con un target iniziale di 200.000 euro, si è chiuso in overfunding, con il supporto di business angel ed esperti del settore musicale.
A guidarlo è stato proprio B4i – Bocconi for Innovation, l’hub imprenditoriale dell’università Bocconi, in cui HAT Music è attualmente incubata all’interno del batch XI.
E tra gli investitori figurano nomi di spicco del settore: Chiara Santoro, Strategy Advisor ed ex executive di YouTube Music, Matteo Maffucci, frontman degli Zero Assoluto, e Andrea Corelli, music executive con esperienze in Universal, Sony e Warner, attualmente agente di Gabry Ponte e General Manager dell’agenzia GEKAI on Stage. Tra i business angel anche Giulio Manzoni (CEO di GIMA SPA) e Guido Filippetti (founder & CEO, attualmente MSc @ King’s College London).
La piattaforma è attualmente disponibile su app store e conta già oltre 1.000 utenti registrati e 350 professionisti attivi. Grazie al nuovo investimento, HAT Music potrà rafforzare il suo posizionamento nel mercato italiano attraverso iniziative di marketing mirato e sviluppo tecnologico, con l’obiettivo di raggiungere tra i 20.000 e i 30.000 utenti entro fine 2025.
Noi di Social Up abbiamo avuto l’occasione di intervistare Emanuele Sanfelici, co-fondatore della startup, per farci spiegare meglio il mondo di HAT Music.

HAT Music nasce con l’ambizione di digitalizzare il networking musicale. In che modo l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando concretamente la creazione di connessioni tra artisti e professionisti del settore?
L’intelligenza artificiale per noi è uno strumento fondamentale, non un fine. In un contesto dove il networking musicale è ancora dominato da dinamiche informali e poco scalabili, l’AI ci permette di creare connessioni più mirate e tempestive tra artisti e professionisti. Non si tratta solo di matching, ma di comprensione profonda: analizziamo i bisogni degli artisti, il tipo di progetto su cui stanno lavorando, e li mettiamo in relazione con le competenze e lo stile dei professionisti più adatti.
In futuro, l’AI guiderà anche la scoperta del talento attraverso dati aggregati e predittivi: geolocalizzazione, performance, tendenze. Vogliamo che la musica diventi sempre più accessibile anche nella sua fase progettuale, rendendo il percorso di crescita dell’artista più trasparente e supportato.
Il mondo musicale è ancora fortemente basato su relazioni informali, offline e spesso opache. Qual è la resistenza più grande che avete incontrato nel proporre una piattaforma tech-first come HAT Music, e come l’avete superata?
La maggiore resistenza è legata alla fiducia. Molti artisti sono abituati a interagire con professionisti in modo diretto, spesso sulla base di passaparola o contatti personali, anche se questo li espone a esperienze negative o poco efficaci. Quando proponi una piattaforma digitale che struttura il processo, inizialmente può esserci scetticismo: “funzionerà davvero?”, “sarà impersonale?”, “posso fidarmi?”.
Abbiamo superato questa barriera mettendo al centro l’esperienza umana. HAT Music non è una vetrina statica, ma un ambiente dinamico dove puoi prenotare call reali con persone reali, con la possibilità di valutare, lasciare feedback e scegliere con consapevolezza. Questo ha creato un senso di controllo e sicurezza, soprattutto nei primi utenti, che ci hanno aiutato a costruire fiducia.
Qual è, ad oggi, il feedback più interessante ricevuto dagli utenti – sia artisti che professionisti – che vi ha confermato di essere sulla strada giusta?
Uno dei feedback più forti che abbiamo ricevuto da parte degli artisti riguarda l’accesso diretto a un network a cui, in altri contesti, non sarebbero mai riusciti ad arrivare. Questo ci ha confermato che stiamo davvero democratizzando le opportunità nel settore musicale, abbattendo barriere che prima sembravano insormontabili per chi parte da zero o senza contatti.
Dal lato dei professionisti, invece, molti ci hanno raccontato che attraverso HAT Music hanno avuto la possibilità di fare networking con altri esperti del settore, ampliando collaborazioni e orizzonti anche al di fuori dei propri canali tradizionali. Questo ci dice che la piattaforma funziona non solo come ponte tra artisti ed esperti, ma anche come catalizzatore per costruire nuove sinergie professionali all’interno dell’industria stessa.