I 10 miglior album da ricordare del 2017, la playlist di Social Up!

Di Claudio Battiato e Sandy Sciuto per Social Up!

Il 2017 è stato un anno pieno di novità e di ritorni, soprattutto dal punto di vista musicale. Nel panorama della musica nazionale ed internazionale, molti sono i cantanti e le band che hanno presentato un nuovo progetto discografico dopo anni di silenzio, tornando sulla scena e riconquistando le classifiche di vendita e le playlist di Spotify.

Nonostante la sensazione che, in generale, la musica non stia attraversando un momento particolarmente creativo ed innovativo per molteplici fattori quali la ricerca a tutti i costi dell’hit pop, misconosciuti sulla cresta dell’onda per aver partecipato ad un programma televisivo e la poca sperimentazione, resta la certezza che ci sono album del 2017 che meritano di essere considerati “migliori”.

La scelta è stata ardua sia per l’abbondanza di novità discografiche sia per identificare i requisiti in base ai quali stabilire i migliori dischi.

Nulla di personale verso gli artisti che non saranno menzionati, ma noi di Social Up abbiamo deciso di definire migliori solo gli album che un giorno, guardandosi indietro, saranno considerati come quelli da ricordare insieme gli eventi storici, i personaggi e le tendenze del 2017. Gli album nazionali ed internazionali indicati sono stati selezionati per motivi diversi musicalmente ma sono tutti accomunati da un unico fattore: essere progetti discografici che hanno lasciato il segno per contenuti, per sorpresa e per come i fruitori di musica li hanno percepiti.

Quindi, senza tanti giri di parole, ecco i nostri dieci migliori album – cinque nazionali e cinque internazionali in ordine sparso- da ricordare per questo 2017.

I CINQUE ALBUM NAZIONALI

“A casa tutto bene” di Brunori Sas. Uscito nel gennaio del 2017, il disco ha riscosso un vasto successo tra i critici e i fan fino a conquistare il Premio Tenco. L’album racconta il paese dal punto di vista del cantautore tra femminicidio, pessimismo dovuto al precariato e all’incapacità di realizzare i sogni e la speranza di non arrendersi partendo a migliorare se stessi e poi gli altri. Oltre “La verità” il primo brano estratto, meritano di essere inserite nella plasylist “Il costume da torero”, “La vita pensata”, “Canzone contro la paura” e “L’uomo nero”.

“Amore che torni” dei Negramaro. Stavamo rischiando di non avere più una band che negli anni è riuscita a farsi amare per musica e testi coinvolgenti ancor più apprezzati grazie alla voce di Giuliano Sangiorgi. Il disco sancisce il ritorno della band non solo nel panorama musicale italiano, ma anche come band che vuole continuare un percorso insieme. La parola ritorno è onnipresente nel disco e canzone dopo canzone Giuliano regala emozioni diverse ma intense allo stesso modo. Perle dell’album sono “Amore che torni”, “Ridammi indietro il cuore”, “Per uno come me” e “L’anima vista da qui”.

“Prisone 7o9” di Caparezza.  Come confermato dal cantante, è l’album più intimista che abbia mai scritto e realizzato in cui c’è il Caparezza cantante ed il Caparezza uomo, complice anche la scoperta degli acufeni di cui soffre. Col suo modo eclettico e particolare, Caparezza indaga i vari meandri dell’animo umano e della società creando brani come “Confusianesimo”, “Una chiave”, “Larsen”, “Prisoner 7o9” e il singolo estratto “Ti fa stare bene”.

“Faccio un casino” di Coez. È stato l’anno di Coez che, dopo anni di gavetta e di impegno, finalmente è esploso come fenomeno e tormentone del 2017. Il disco è un mix di buoni sentimenti basato sull’inconfondibile capacità di scrittura del cantante e sul modo di rendere le storie che racconta nelle canzoni. Un album d’oro e di platino pieno di hit che hanno scalato le classifiche nazionali e ha fatto incetta di visualizzazioni e di ascolti su YouTube e Spotify. Di certo, rimarranno nella storia della musica italiana “La musica non c’è”, “Le luci della città” e “Faccio un casino”.

“Duets” di Cristina D’Avena. Chi l’avrebbe mai detto che le sigle di cartoni animati della generazione di chi oggi ha trent’anni avrebbero fatto parte di un album in cui la D’Avena duetta con gli artisti italiani del momento!?! Pochissimi probabilmente ed è questa la forza del disco: inaspettato e pure capace di scalare le classifiche. Una buona operazione musicale e commerciale che sorprende per la scelta delle canzoni interpretate dai cantanti con Cristina D’Avena. Tra le tante, “Pollon” in duetto con J-Ax e “Piccoli problemi di cuore” con Ermal Meta e “Jem” in duetto con Emma Marrone.

I CINQUE ALBUM INTERNAZIONALI

Songs of experience” degli U2. L’album della riflessione e della speranza. Un’evoluzione di “Songs of Innocence” e una conferma della band irlandese di come continuare negli anni a non perdere il vizio di fare musica ad alti livelli. Tutto per Bono and company è ancora possibile. Nota di merito per il miglior pezzo dell’album e tra i miglior internazionali del 2017 con “Get of your own way”.

“Divide” di Ed Sheeran. Al momento il singolo “Perfect” è il più ascoltato su Spotify di questo Natale. Niente male per il rosso inglese che quest’anno si è tolto pure lo sfizio di fare una comparsata in Game of Thrones. L’album è stato un successo assoluto ed è tra i più ricercati e scaricati anche su Shazam. Un cantautore amato un po’ da tutti, uno dei pochi che non ha un solo pubblico, ma che grazie al suo modo di esprimere musica ha ammaliato generazioni diverse, tutte unite (altro che separate come il titolo del suo album suggerisce) da un amore incondizionato per il rosso di Halifax.

“Revival” di Eminem. Forse qui c’è un debole da parte di chi scrive, ma Marshall Mathers con Revival ha sfornato un capolavoro dei livelli più impensabili vista la lunga assenza del biondino ribelle. Magari non parliamo di livelli dei “The Real Slim Shady” e ci mancherebbe, ma il rapper di Detroit e le sue accuse a Trump e alla società americana hanno fatto ancora breccia nei cuori dei suoi fan.

“Damn” di Kendrick Lamar. Sorpresa assoluta di quest’anno è il suo sound hip hop della west coast. Il pezzo migliore indubbiamente “XXX” in copartecipazione con gli U2. Pezzo imprevedibile e dalla musicalità unica, il solo ad avere poco a che fare con le altre 13 tracce vecchio stile del rapper californiano. Un album da ascoltare quando si è incazzati!

“Melodrama” di Lorde. La regina delle lyrics, delle parole ricercate e della voce sublime. Dopo essere riuscita a scalare il successo con “Royals”, la ventenne neozelandese ha portato ancora una volta una ventata di freschezza con un lavoro che rispecchia la sua gioia e il suo dolore nell’avere intrapreso la strada da star ad appena 16 anni. Quattro anni per gestire il successo di “Pure Heroine” per avere a un più strutturato disco in cui migliora il suo inconfondibile sound e lo perfeziona con tocchi di elettronica e di dance moderna, che al momento nessun altra artista contemporanea riesce a proporre. Giovane ma grande.