AGGIORNAMENTO: poche ore fa l’EBU ha deciso di escludere definitivamente la Russia dal prossimo Eurovision Song Contest, seguendo gli appelli dei fan eurovisivi e dei molti paesi che avevano presentato varie proteste e, in alcuni casi, annunciato anche ritiri nel caso in cui fosse stata permessa la partecipazione russa al Festival. Per le ultime notizie ecco l’articolo aggiornato
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In seguito alle ultime e tragiche vicissitudini che stanno avendo luogo in Ucraina, per mezzo dell’offensiva russa guidata dal presidente Putin, il mondo sta fortemente reagendo a questi accadimenti, anche in ambiti esterni a quelli puramente bellici. Tra i tanti, il mondo dello spettacolo si sta facendo sentire, soprattutto in vista del prossimo Eurovision Song Contest 2022, che si terrà a Torino dopo la vittoria dei Måneskin a Rotterdam con Zitti e Buoni.
Dopo la scelta della UEFA di spostare la finale della Champions League da San Pietroburgo a Parigi, anche i fan dell’Eurovision si stanno mobilitando per richiedere delle pesanti e necessarie sanzioni per la televisione e i partecipanti russi (che ancora non sono stati scelti), lanciando l’hashtag #EurovisionWithoutRussia, in poche ore diventato già virale su Twitter in molti paesi del mondo.
Buttate fuori la Russia dall'Eurovision.
Non deve assolutamente mettere piede a Torino.#EurovisionWithoutRussia— eomattpub (@eomattpub) February 24, 2022
Allo stesso modo, anche la Suspline, emittente televisiva pubblica ucraina, ha formalizzato una richiesta all’EBU, secondo la quale richiede l’espulsione delle reti televisive russe Channel One e VDTRK dalle piattaforme europee, in quanto siano i mezzi di comunicazione principali utilizzati dal Cremlino per diffondere l’informazione sulla guerra in atto alla loro popolazione, fino ad ora accompagnata con molte fake news e un grande livello di disinformazione strumentalizzata.
Vorremmo sottolineare che l’Eurovision Song Contest è stato creato dopo la seconda guerra mondiale per unire l’Europa. In considerazione di ciò, la partecipazione della Russia come aggressore e violatore del diritto internazionale all’Eurovision di quest’anno mina l’idea stessa della competizione. Si prega di notare che la partecipazione della Russia al concorso di quest’anno è fornita dalla compagnia televisiva e radiofonica statale tutta russa, che è uno strumento del potere del Cremlino nella guerra dell’informazione contro l’Ucraina e viola costantemente gli standard giornalistici alla base delle trasmissioni pubbliche. L’esclusione della Russia da questo evento canoro su larga scala sarà una potente risposta da parte della comunità internazionale delle emittenti pubbliche alle inaccettabili azioni aggressive e illegali della Federazione Russa e il sostegno alla politica di aggressione ostile delle emittenti statali del paese”
?? Suspilne (UA:PBC) demands to terminate the membership of the Russian state-controlled media in @EBU_HQ.
The following appeal was sent to @DelphineErnotte.#RussiaInvadedUkraine #EurovisionWithoutRussia https://t.co/dIRWQLklQA
— Ukraine in Eurovision (@uapbc) February 24, 2022
Tuttavia, per ora l’EBU sembrerebbe aver rifiutato la richiesta della tv ucraina, motivandola con lo stesso regolamento della kermesse canora europea, che definirebbe gli scontri tra Russia e Ucraina “un evento apolitico, dunque estraneo ad alcuna fede o opinione politica dei singoli”, aggiungendo inoltre che:
Tutte le emittenti partecipanti, inclusa l’emittente ospitante, avranno la responsabilità di garantire che tutte le misure necessarie siano intraprese all’interno delle rispettive delegazioni e squadre per salvaguardare gli interessi e l’integrità dell’ESC e per assicurarsi che l’ESC non venga in nessun caso politicizzato e/o strumentalizzati e/o comunque portati discredito in qualsiasi modo. Le emittenti partecipanti rispetteranno in ogni momento i valori EBU e ESC e garantiranno che nessun concorrente, delegazione o paese sia discriminato e/o ridicolizzato in alcun modo.
Una risposta piuttosto ferma da parte dell’EBU, che sembrerebbe non ritenere questa situazione abbastanza importante da dover ricorrere a delle sanzioni ed, eventualmente, a un’espulsione, proprio come fece l’anno scorso con la Bielorussia in seguito ai tumulti avvenuti dopo le elezioni presidenziali, molto meno gravi se paragonate alla guerra de facto indetta dalla Russia.