Ecco cosa dice realmente l’inno della Champions League

Per gli appassionati e non solo la melodia è inconfondibile, chiunque è in grado di riconoscerla (secondo una ricerca svolta dalla UEFA è conosciuta dal 98% degli europei), ma comprendere  e capire le parole dell’inno della Champions League non è così facile.

Il testo è scritto in tre lingue: inglese, francese e tedesco (le tre lingue ufficiali della UEFA) e in occasione delle finali viene aggiunta, in controcanto, una voce nella lingua del paese ospitante.

Ce sont les meilleures équipes
Es sind die allerbesten Mannschaften
The main event

Die Meister
Die Besten
Les grandes équipes
The champions

Une grande réunion
Eine grosse sportliche Veranstaltung
The main event

Die Meister
Die Besten
Les grandes équipes
The champions

Ils sont les meilleurs
Sie sind die Besten
These are the champions

Die Meister
Die Besten
Les grandes équipes
The champions

Il testo non è profondo, come mostra la traduzione:

Queste sono le squadre migliori
Queste sono le squadre migliori
Questo è l’evento principale

I maestri
I migliori
Le squadre più grandi
I campioni

Un grande match
Un grande evento
L’evento principale

I maestri
I migliori
Le squadre più grandi
I campioni

Sono i migliori
Sono i migliori
Sono i campioni

I maestri
I migliori
Le squadre più grandi
I campioni

Ogni strofa presenta lo stesso concetto tradotto in tutte e tre lingue. L’obiettivo dell’inno è esaltare la competizione che permette il confronto delle migliori squadre d’Europa.

Molto più solenne è la melodia: Tony Britten si è ispirato all’inno “Zadok the Priest”, composto da George Frideric Handel in occasione dell’incoronazione di Giorgio II di Gran Bretagna del 1727, e viene ancora eseguita all’incoronazione di ogni nuovo sovrano inglese.

Il brano è stato eseguito per la prima volta il 25 novembre 1992, nella prima giornata della prima fase della neonata Champions League, che andava a sostituire la Coppa dei Campioni. Nella sua versione originale il brano viene eseguito dalla Royal Philharmonic Orchestra e dal Coro dell’Academy of Saint Martin in the Fields.

In un’intervista al New York Times, Tony Britten ha rivelato che non si sarebbe mai aspettato un tale successo per un simile brano che, a causa della presenza di tre lingue diverse all’interno di un unico testo, non è di facile comprensione.

La sua popolarità è dovuta all’importanza dell’evento a cui è associata: partecipare alla Champions League permette ai club europei di mettersi in mostra su un palcoscenico più importante dei singoli campionati nazionali raggiungendo un pubblico sempre maggiore.

Allo stesso tempo per i tifosi ascoltare questa musica “solenne”, accompagnare l’ingresso in campo della propria squadra del cuore, sottolinea l’importanza del momento, specialmente prima della finale. Anche senza capire il testo bastano le ultime due parole a caricare tifosi e calciatori per quella che è una delle partite più importanti dell’anno che decreterà i nuovi campioni d’Europa, appunto i “the Champions”

Tommaso Pirovano