BoJack Horseman 6: uscire dall’inferno è la cosa più difficile

Venerdì 25 ottobre Netflix ha rilasciato la prima parte della sesta stagione di “BoJack Horseman“. La stagione sarà, purtroppo, l’ultima di questo capolavoro di serie. Per il gran finale, tuttavia, dovremo aspettare gennaio, perché il colosso statunitense ha avuto la “brillante” idea di dividere lo show in due parti.

Questo articolo conterrà spoiler sulla sesta stagione e su quelle precedenti.

Nel finale della quinta avevamo lasciato il cavallo più famoso di Hollywood che aveva deciso, grazie anche all’aiuto di Diane, di entrare in clinica per ripulirsi dalla sua dipendenza da alcool e droga. Ed è proprio da qui che ricomincia lo show, ma quello che si può notare è che le cose saranno sempre più difficili per BoJack. L’incontro con Jameson, una ragazza alcolizzata, riporta alla mente ricordi dolorosissimi legati alla prematura scomparsa di Sarah Lynn, morta proprio a causa sua. Sì, perché lui si ritiene dannatamente colpevole per quello che è successo, la sua vita è un vortice di distruzione che non lascia scampo a nessuno. È questa la più grande sfida che BoJack deve affrontare in questa ultima stagione, riuscire a cambiare definitivamente per sé e per gli altri.

Per tutte le otto puntate vediamo una particolare rappresentazione dell’alcool, compagno di vita di BoJack per tutta la sua vita. Esso è rappresentato sotto forma di universo, un universo al cui centro c’è proprio lui, e intorno un vuoto incolmabile. In ogni ricordo di Sarah questo universo c’è, in ogni bottiglia d’alcool c’è. La vita di BoJack Horseman è un universo di solitudine e cattiveria.

BoJack, Sarah Lynn e l’universo. Da www.cinematographe.it

La sigla è estremamente delicata: uguale nello stile alle altre, ma quello che cambia è che dietro BoJack vediamo in primo luogo l’universo di cui sopra, ma poi vediamo anche tutte le persone che lui ha fatto soffrire: Herb, prima e dopo la malattia, Sarah Lynn e sua madre, prima e dopo la morte, probabilmente la vera causa della cattiveria di BoJack, almeno nella sua testa.

La sesta stagione è letteralmente una discesa nell’inferno in cui tutti i tentativi di risalita sembrano avere sempre un lato negativo. BoJack riesce a ripulirsi, è vero, ma a causa sua il dottor Champ, suo terapista, ricomincia a bere. Nonostante il cavallo sia sobrio, la sua presenza è comunque dannosa per chi gli sta intorno, e la cosa più bella è che lui finalmente ha la capacità di rendersene conto. Vuole migliorarsi, e questa volta è deciso a farlo, nonostante appunto non vada tutto per il meglio. Emblematico è il fatto che in questa prima parte di stagione non beve neanche un goccio d’alcool, nonostante sia ripetutamente sul punto di cedere.

BoJack e il suo terapista. Da www.seriangolo.it

Il suo rapporto con Diane, trasferitasi a Chicago, è l’esempio di questo cambiamento. La donna, in crisi per colpa del suo libro: anziché scrivere continua a comporre la frase “Io sono un disastro”, ed è caduta in depressione. Con l’aiuto del fidanzato Guy e soprattutto di BoJack, il quale le riordina la casa (di lei) estremamente sporca, riesce a convincersi che si può uscire dalla depressione, e inizia a prendere gli antidepressivi.

Quasi ogni episodio è dedicato all’approfondimento dei protagonisti. Veniamo a conoscenza della figlia di Princess Carolyne, Ruthie, che svilupperà un fortissimo legame con Todd, la sua nuova tata. Princess deve ancora abituarsi a fare la madre, e noi piano piano ci abituiamo con lei: il secondo episodio mostra tutta la frenesia della sua vita, che si divide fra bambina e lavoro. Nel vedere la puntata lo spettatore è letteralmente investito da quest’ondata di fretta che i creatori della serie sono riusciti a creare.

Princess Carolyne e la figlia Ruthie. Da www.seriangolo.it

Le scene tra Ruthie e Todd sono esilaranti ma rivelano un aspetto della vita di questo personaggio totalmente nuovo. Il sesto episodio è quasi interamente dedicato a Todd e a suo padre, Jorge. I due vivono un’avventura in pieno stile Chavez: rubare il rene (che serve alla madre in coma) che Todd aveva venduto al mercato nero per comprarsi dei calzini per far divertire Ruthie. In pieno stile Todd, insomma. Ma Todd è più di un personaggio comico, in questa stagione, come afferma lui stesso, è per la prima volta felice, sa cosa vuole dalla vita e sa qual è il suo obiettivo.

Lo vediamo anche riavvicinarsi a BoJack, e chissà che non lo rivedremo riavvicinarsi alla madre, con la quale il rapporto è freddo. Nel finale lo vediamo anche riuscire a ottenere un match sulla sua app per incontri tra asessuali, grazie a BoJack che fa scaricare l’applicazione a una barista di un aeroporto.

Sui generis è anche la storia di Mr. Peanutbutter e della sua relazione con Pickles. I due non sono in sintonia, e per le otto puntate entrambi vivono con l’obiettivo di pareggiare i conti tra di loro: Pickles deve tradire Mr. Peanutbutter proprio come lui aveva fatto con lei. Alla fine lo tradirà ben 32 volte. Il tutto è maledettamente surreale ma funziona. Tra l’altro molto interessante è anche il fatto che Mr. Peanutbutter diventi anche il volto della depressione. Proprio lui che è sempre felice? In “BoJack Horseman” succede anche questo.

Nel frattempo BoJack ha anche smesso di tingersi i capelli (eh sì, la chioma nera era finta) e inizia a frequentare una chiesa, anche se è solo una rievocazione, simbolo che qualcosa dentro di lui vuole cambiare per davvero.

Il finale di questa prima parte si prospetta come un vero e proprio terremoto per BoJack: stanno per tornare a galla i suoi incubi, i suoi più grandi errori, ossia la morte di Sarah Lynn e la relazione con Penny Carson, che lo ha portato a fare ubriacare malamente la giovane ragazza e i suoi amici. Tra questi troviamo Peter, una nuova conoscenza di Hollyhock, il quale è rimasto ancora traumatizzato per quella vicenda.

Insomma, in “BoJack Horseman” è ancora tutto aperto. Ci resta solo l’attesa, per scoprire se BoJack risucirà a redimersi definitivamente o se sarà condannato per l’eternità all’inferno che si è creato.

Marco Nuzzo