Al Bano e Toto Cutugno nella lista nera ucraina: quando parlare è reato

La settimana appena passata ha visto intrecciarsi nuovamente musica e politica. Si potrebbe pensare ad un nuova dichiarazione di un’artista nostrano nei confronti dell’attuale Governo, e invece no: Al Bano è stato inserito nella lista nera del ministero della Cultura ucraina.

La lista nera in questione viene compilata sulle indicazioni del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale, dei servizi segreti e della tv nazionale. Contiene i nomi di 147 persone indesiderate da Kiev, considerate minacce alla sicurezza nazionale, e Al Bano Carrisi è entrato a farne parte.

Il cantante pugliese, probabilmente, è stato inserito nella black list a causa delle sue simpatie per il presidente della federazione russa Vlladimir Putin. Al Bano ha dichiarato di non essere amico di Putin, ma di nutrire solamente simpatie nei suoi confronti, essendo stato anche l’unico artista straniero ad esibirsi durante le celebrazioni per i 100 anni del KGB.

Dopo poche ore dall’annuncio di Al Bano, è filtrata la notizia del possibile divieto d’ingresso nel Paese ucraino di Toto Cutugno, ambasciatore della musica italiana nel mondo, che doveva recarsi nel paese per una data del suo tour a Kiev, prevista il 23 Marzo prossimo.

Il cantatore toscano è stato accusato di sostenere l’annessione da parte della Crimea della Russia, ma probabilmente su di lui “pesa” la volontà di esibirsi con il coro dell’Armata Rossa durante il Festival di Sanremo 2013.

Tuttavia, l’artista ha spiegato quella collaborazione con la volontà di favorire la collaborazione tra musica tradizionale e orchestre, al punto da chiedere all’orchestra sinfonica di Kiev di partecipare alla tappa nella capitale ucraina.

Tralasciando le ilarità che queste notizie hanno provocato, tutto ciò deve far riflettere. E’ il sintomo che la libertà di pensiero, espresso in maniera pacata e senza mancare di rispetto, non è più al sicuro nel mondo libero.

Al Bano e Toto Cutugno sono solo le ultime vittime di un sistema che non accetta simpatie o amicizie nei confronti di personaggi politici importanti, arrivando a definire quasi come terroristi due artisti che non hanno nulla a che vedere con la questione ucraina.

Episodi del genere, ovviamente non arrivando alla messa al bando, sono accaduti anche recentemente in Italia, con le dichiarazioni di alcuni artisti italiani, come Salmo, Gemitaiz, Emma, Baglioni, nei confronti del ministro Salvini e delle sue decisioni.

Il vice-premier, non ha digerito “l’interferenza” dei non addetti ai lavori su questioni politiche, ricordandogli di pensare alle proprie canzoni. Ma non funziona così: qualunque cittadino ha il diritto e il dovere di esprimersi su ciò che riguarda la cosa pubblica, senza se e senza ma.

In momenti del genere, in cui le opinioni fuori dal coro vengono soffocate o derise, bisogna aggrapparsi ad un grande artista del passato e professare il manta del “Nuntereggae più”!

Paride Rossi