A 7 anni dona 55.000 dollari e aiuta i medici nella battaglia al coronavirus grazie alla sua stampante 3D

Tra le innumerevoli scioccanti immagini che si stanno diffondendo ultimamente sui social, tante sono state quelle degli operatori sanitari, con il volto provato dopo aver finito un lunghissimo turno di lavoro.
Gli operatori sanitari, oltre al dolore e alla difficoltà che affrontano ogni giorno in prima linea contro la pandemia, devono anche affrontare il grande dolore causato dall’utilizzo continuo delle maschere che sono obbligati a tenere perennemente.
Proprio per questo problema, un ospedale canadese ha chiesto l’aiuto di tutti per provare a trovare un modo di alleviare questo dolore causato dal prolungato uso delle mascherine.
E proprio grazie a questo appello Quinn Callander, un boy scout, si è fatto trovare pronto.
Il ragazzo è riuscito a progettare e stampare in 3D più di 1200 protezioni che possono così aiutare gli operatori sanitari e alleggerire il dolore provocato dall’utilizzo delle mascherine. Le protezioni per le orecchie realizzate da Quinn reindirizzano la pressione causata dalle mascherine dalle orecchie alla testa della persona che la indossa, permettendo così di indossarle comodamente per periodi anche più lunghi. Sua madre, Heather, ha poi condiviso le geniali creazioni di suo figlio su Facebook:
“Quinn ha risposto a una richiesta degli ospedali locali che cercavano aiuto per creare delle “protezioni per le orecchie”, per cercare di alleviare il dolore a cui erano sottoposti gli operatori sanitari indossando le mascherine per tutto il giorno. Si è così impegnato e con la sua stampante 3D è riuscito a donare decine di queste protezioni per le orecchie”.
Inoltre aggiunge “abbiamo bisogno di più volontari per riuscire ad usare le loro stampanti 3D e riuscire a donare più protezioni agli ospedali e agli operatori sanitari”.
Quinn ne ha donate 1200 agli ospedali vicini ma la sua generosità non si è fermata qui. Ha infatti reso pubblici i file del progetto che ha realizzato in modo che chiunque abbia accesso a una stampante 3D possa replicarli.
Nella descrizione del file Quinn scrive che in una settimana ha prodotto personalmente oltre 1300 cinturini e che sta collaborando con altri gruppi di volontari, arrivando, tutti insieme, ad aver già consegnato oltre 3300 cinturini agli ospedali.
È incredibile vedere che impatto può avere un ragazzo e una sua geniale idea sulla vita di tanti altri, inoltre con la sua iniziativa Quinn è riuscito a raccogliere l’importante cifra di 55.000 dollari, cifra che poi è stata donata ai suoi migliori amici: i medici.

Rebecca Broomfield