“Si dice wingardium leviosa non leviosà!“. Chiunque sia appassionato di Harry Potter conosce perfettamente il significato della frase e soprattutto chi l’ha pronunciata. Si tratta di Hermione Granger, la colta streghetta, compagna di avventura di Harry e Ron nella magica scuola di Hogwarts.
Emma Watson, la giovane e britannica interprete del suddetto personaggio dal 2001 al 2011, lontana ormai da incantesimi e creature magiche, è cresciuta come donna e attrice dando il via ad una carriera di tutto rispetto.
Ha accumulato premi internazionali per le sue numerose e variegate interpretazioni drammatiche e da commedie. Poliedrica e raffinata, l’abbiamo apprezzata recentemente nei panni di Belle, la protagonista del film Disney “La Bella e la Bestia“.
La sua Belle, proprio come nel famoso lungometraggio d’animazione, è una ragazza libera, ribelle, innamorata della lettura e impegnata a combattere i pregiudizi del suo piccolo paesino e nel ricercare il vero amore.
Proprio come Emma ha dichiarato, questo ruolo sembra essere cucito su di lei. L’attrice infatti condivide con il personaggio disneyano la passione per i libri e soprattutto la lotta contro i pregiudizi a suon di cultura.
Emma inoltre è famosa per il suo impegno umanitario e la sua spiccata sensibilità nel sociale, spiccando come giovane attivista femminista. Noti sono i suoi discorsi pubblici sull’importanza della lotta di genere, grazie ai quali ha accumulato consensi ma anche critiche, come nel caso della polemica delle foto in topless scattate per il magazine Vanity Fair.
Alcune persone l’hanno accusata di esibizionismo e incoerenza, come se mostrare volontariamente il proprio corpo potesse in qualche modo intaccare la veridicità delle sue parole e l’impegno femminista.
Ambasciatrice delle Nazioni Unite per l’uguaglianza tra uomini e donne, nel 2016 ha fondato un club del libro molto speciale “Our Shared Shelf”, uno scaffale di letture femministe sul social network letterario Goodreads che ha coinvolto milioni di donne e uomini proponendo la lettura di diversi libri cult del genere.
Una lettura proposta dalla Watson è “My Life on the Road” di Gloria Steinmen, simbolo del movimento femminista americano degli anni ’60, che racconta la sua vita tra proteste in strada e diritti conquistati. Ma l’innerastibile Emma non si è fermata qui.
Nel novembre dell’anno scorso, ha lasciato nelle stazioni della metropolitana di Londra un centinaio di esemplari di “Mom & Me & Mom”, autobiografia di Maya Angelou, figura di spicco del movimento americano per i diritti civili, deceduta nel 2014.
La stessa cosa fece all’indomani dell’elezione di Donald Trump come 45° presidente degli Stati Uniti. Come segno di protesta per le sue politiche non particolarmente preposte all’uguaglianza e alla tutela dei diritti umani, la Watson reagì lasciando nuovamente libri di stampo femen, ma stavolta nelle stazioni della metro di New York.
Emma insieme al Books on the Underground, il gruppo di volontari che due volte al mese lascia alcuni libri sparsi per la metropolitana per allietare l’attesa dei pendolari, ha continuato questa iniziativa, lasciando in mezzo alle pagine un bigliettino firmato da lei, invitando le persone, una volta finita la lettura, a riportarli in metro e spingendo così altra gente a fare la stessa cosa.
Tra i libri scelti appositamente dell’attrice, troviamo i capisaldi del movimento. Da “I monologhi della vagina“di Eve Ensler, di cui la Watson dichiara: “Non si tratta di un semplice libro, è un’opera teatrale che si è trasformata in un movimento politico fino a diventare un fenomeno mondiale. Ancora oggi pronunciando solo il titolo ci si rende conto di quanto siano radicali le parole di Eve Ensler”.
A “Il colore viola” di Alice Walker, un celebre romanzo aurobiografico ispirato alla vita di una donna nell’America del segregazionismo degli anni 50. Ricordiamo l’omonimo film diretto da Steven Spielberg, dove la regia non lascia spazio all’immaginazione. Razzismo, stupro e violenze in ogni sua forma sono il contesto in cui la donna lotta ogni giorno.
Emma da spazio però anche alla letteratura contemporanea e di stile differente. Menzioniamo a tal proposito la graphic novel autobiografica “Persepolis” di Marjane Satrapi. Questa originale biografia, tramutata anche in un premiato film d’animazione in bianco e nero, racconta le avventure di una ragazzina che nata in Iran, all’indomani dell’instaurazione della repubblica islamica, viene spedita dalla famiglia in Austria, dove troverà la sua vera identità. Il ritorno di Marjane a casa non sarà semplice, infatti, scoperta in Occidente la liberta di opinione ed espressione, sarà costretta a imporre le sue volontà e ribellarsi alle tradizioni.