Infermiera esaudisce l’ultimo desiderio della donna vittima del Covid-19: rivedere i suoi figli

Durante questi tristi giorni, in cui ci si domanda, se quello che stiamo vivendo è una realtà o un terribile incubo generato da qualche film apocalittico che non abbiamo ancora digerito, quando purtroppo, ci rendiamo conto che è tutto vero, ed allora con l’innato senso di sopravvivenza andiamo avanti, cercando di vedere del positivo anche in dei numeri, che ogni giorno puntualmente ci riportano gli aggiornamenti di malati, di ricoverati in intensiva, di morti, il tutto sotto forma di numeri, grafici, curve.
Ma dov’è finita la nostra vita, se nell’anno 2020, un virus influenzale, coronavirus covid-19, sta disseminando nell’intero pianeta morte, lacrime, sta rovesciando l’economia, sta distruggendo le nostre abitudini, ci sta mettendo in ginocchio, ci sta caricando di paure, paure di uscire per via dei contagi, paura di tutto quello che c’è dietro la porta di casa, paura anche di andare al supermercato.
La televisione h 24 , intrattiene con le più svariate notizie, numeri su numeri, dimenticando spesso che sono persone e non titoli di borsa.
Poi ti siedi, e cerchi di dare uno sguardo sui social, ed arrivano mille testimonianze di chi non può stare a casa, dove in fondo ha tutto quello che serve per andare avanti, ma chi deve lasciare cari e comodità per andare a lavorare ed incontrare la morte.
Una infermiera, del reparto di rianimazione dell’ospedale di Orbassano, San Luigi, racconta, con parole schiette e profonde, come davanti l’ultima richiesta di una madre di 4 figli, rimasta vedova da giovane, una madre che ha cresciuto i suoi 4 figli con estremo sacrificio, che sta per morire, vorrebbe riabbracciare i suoi figli, perchè il suo cuore è li, non in quel letto, il suo respiro è fievole, ma riesce a sussurare al medico il suo ultimo desiderio, rivederli un ultima volta.
Purtroppo non è possibile, per via del contagio, l’infermiera che poco distante aveva sentito, davanti gli occhi imploranti di una madre che sta per morire, dopo aver valutato che il telefono della signora non ha video camera, un vecchio modello, senza pensarci un secondo, prende il proprio cellulare e chiama uno dei figli per invitarli a fare una telefonata insieme ai fratelli per dire addio alla mamma.
Riportiamo per intero la lettera pubblicata sui social, dell’infermiera, non solo per ringraziarla, ma per abbracciarla con tutto il cuore e dirle sempre grazie, come figli, genitori, come Italiani fieri di un cuore così generoso. 
“Ha un casco sulla testa, si chiama c-pap. Serve per respirare meglio. Non ha molte speranze e il monitor al quale è collegata ne dà conferma. Ma è cosciente, lucida. E soprattutto sa che sta per morire. Lo sa, lo percepisce”.
Non mangia da giorni, ma ora vuole un po’ di colazione, e lo sguardo è implorante: “Ha un diabete non controllato e vuole due fette biscottate con la marmellata. Sarà certo il diabete il suo peggior nemico ora? E allora riferisci alla collega di passarteli”. La paziente le prende la mano, mentre l’infermiera le sistema i cavi dei parametri. Poche parole: “Sei mamma?’” Le chiede. L’infermiera annuisce. “Allora puoi capire: ho quattro figli, sono sempre stati mammoni. Sono rimasta vedova giovane e per loro sono stata padre e madre. Non ho paura di morire ma non ho potuto vedere più nessuno”. I figli, i nipoti, le nuore: “Io qui, loro a casa non ho potuto dir loro quanto bene gli voglio”.
La lettera prosegue con la visita del medico, che al telefono descrive a uno dei figli della paziente la gravità della situazione. “Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto la madre. Non è possibile”.  La signora piange disperata. “Mentre è ancora al telefono, il figlio piange con lei e lei ha sempre quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa”. Così l’infermiera si fa passare il cellulare: “ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica”, e rivolgendosi al figlio gli dice: “radunatevi tutti e 4 ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero. Vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno la potrete vedere”. Non passa neanche un’ora e lo smartphone dell’infermiera squilla: “C’erano tutti e quattro i figli, la paziente non se lo aspettava ed è felice. Si parlano un bel po’, si dicono ti amo, mentre lei desatura spesso, perché si sta affaticando”. La chiamata dura circa mezz’ora: “lei aveva resistito solo per loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere”. Domenica mattina, l’agenzia di pompe funebri è andata a prendere la paziente vinta dal Coronavirus.  La lettera si chiude con le lacrime dell’infermiera e un invito rivolto a chi sta a casa a non lamentarsi. Ed a riflettere.  
Alessandra Filippello