Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il cantautore Edoardo Florio Di Grazia in occasione della recente pubblicazione del suo disco di debutto “Ambra e Corallo”. Scrivere canzoni è il suo modo di viaggiare e unire mondi tra loro lontanissimi. Nella sua narrazione musicale trovano spazio la costiera amalfitana, la sua città natale Firenze e la romantica Parigi, dove attualmente vive. Edoardo è un creativo a 360°, infatti è anche scrittore, ha conseguito un dottorato in storia medievale, fa il conduttore radiofonico e realizza podcast. Il suo disco “Ambra e Corallo” ha il sapore di un romanzo e ogni traccia è un vero e proprio viaggio. In questa intervista potrete scoprire i dettagli del suo percorso artistico e soprattutto i suoi progetti futuri, non perdetevela!
Ciao e benvenuto su Socialup! Ci dici il tuo più grande pregio e il tuo più grande difetto?
Ciao grazie! Il mio più grande pregio è sicuramente essere curioso, mentre il mio peggior difetto è cercare di controllare indisciplinatamente
Originario della costiera amalfitana, nasci a Firenze e oggi risiedi a Parigi. Dove ti senti a casa?
In realtà ho completamente abbandonato il concetto di casa tradizionale. Sono in costruzione di una casa dentro la mia anima, un work in progress che durerà tutta una vita suppongo.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
All’inizio a quattro anni per scelta, dalla maggiore età invece per necessità. Tutto è iniziato in un negozio di dischi a Firenze dove mio padre mi lasciava quando avevo sette anni e dove il proprietario Sandro mi faceva richiudere con il cellophane i cd che i clienti ascoltavano. A fine giornata mi pagava con i dischi e grazie a lui ho scoperto la musica. Poi ci sono state le prime lezioni di chitarra in cui Giovanni, il mio maestro, mi mise subito davanti a uno dei lavori più difficili per ogni cantante: accettare la propria voce. Poi le prime band, le cantine etc etc. Ricordo ancora quando da piccolo ascoltavo delle cassette live dei Doors davanti allo specchio con le luci soffuse e immaginavo di essere Jim Morrison!
“Ambra e Corallo” è il titolo del tuo album d’esordio, che significato ha?
Mio babbo mi ha costruito e regalato una collana di ambra e corallo che indosso da molti anni, è magica; infatti, si dà ai bambini all’asilo di solito. Questi due elementi mi rappresentano sia per i colori, sia nella loro rappresentazione archetipa: uno legato alla terra, alle radici, agli alberi e l’altro alla madre di tutti noi, il mare.
A quale traccia del disco sei più legato e perché?
Sapresti scegliere tra i tuoi figli a quale vuoi più bene? Come un genitore, quando le canzoni escono non ti appartengono più. Cerco di farle crescere con concerti, le guardo da fuori, le amo ma non sono più mie. L’unico momento in cui le sento ancora attaccate a me sono qualche ora dopo averle scritte.
Cosa auguri a questo album?
Che possa arrivare in luoghi misteriosi, che possa consolare qualcuno, che possa portare in luoghi mitologici, che possa insegnare qualcosa di me, che possa far divertire, che faccia ridere, piangere, che emozioni insomma e che sia l’inizio di una rotta per scoprire dei passaggi ancora ignoti.
Progetti futuri? Farai qualche data live?
Un podcast “Italia Express” che uscirà ad inizio giugno per https://radiooooo.com/ . Un Ep con una cover di Nicola di Bari e Gabriella Ferri. Una compilation in vinile di perle nascoste italiane. Tanti concerti. Scrivere nuove canzoni, leggere, studiare e viaggiare. Tutte attività fortemente collegate tra di loro.