I numeri continuano a crescere, ma occorre dirlo: la gravità dei sintomi e la letalità sono fortemente abbassati

In Italia il numero dei soggetti positivi al test del coronavirus cresce ogni giorno di più, non c’è testata televisiva o giornalistica che non ribadisca quanto la situazione sia in crescita su tutto il pianeta, quanto sia importante evitare di venire in contatto con persone che non facciano parte del nostro nucleo familiare, ripartono le attività in smart working, si consiglia di limitare il più possibile l’utilizzo di mezzi pubblici, le scuole secondarie passano alle attività on line per limitare i possibili contagi, le nuove regole del Dpcm vengono messe in discussione dai vari santoni della scienza in quanto ritenute o troppo inefficaci o troppo restrittive. Il governo si batte con i denti per evitare lockdown che aggraverebbero la situazione già destabilizzata del nostro paese, che fa acqua da troppe parti. Ma sono veramente pochi quelli che fanno notare come sono veramente, ridotti rispetto le prime fasi della pandemia, i casi gravi ed i morti per coronavirus.  E’ verosimile che “oltre l’80% di tutti coloro che contraggono l’infezione siano asintomatici o paucisintomatici”.

Lo afferma Flavia Riccardo. dell’Istituto superiore di sanità, sottolineando al contempo che cresce il numero dei soggetti positivi a coronavirus asintomatici rispetto ai mesi iniziali dell’epidemia: sono il 56,5% sul totale dei test molecolari effettuati nel periodo 20 luglio-20 ottobre. La percentuale era invece pari al 15,1% nei primi tre mesi dell’epidemia (20 febbraio- 20 maggio). Il dato si evince dall’ultimo Rapporto dell’Iss sull’epidemia da Covid aggiornato al 20 ottobre. L’aumento è dovuto al maggior numero di tamponi effettuati sui contatti e per attività di screening rispetto all’inizio della pandemia. L’infezione da coronavirus corre velocissima, “A Milano e Napoli uno può prendere il coronavirus entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no”, sono le parole di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute. La situazione per quanto grave sia non presenta le caratteristiche della prima fase, i tempi dei camion di Bergamo sono ben lontani e si spera non ritornino mai più.

Alessandra Filippello