A Wuhan, gradualmente ritornano i matrimoni, ma non dimenticano i contagi di ritorno

La speranza di  poter riprendere quanto prima le nostra vite, è il sogno di ciascuno di noi, per cui quando si viene a sapere che a Wuhan, in Cina, l’autorità di Pechino, ha rilasciato il consenso a sposarsi, il cuore ci si riempie di gioia. Anche noi, per similitudine, passato il picco dell’epidemia, che oggi ci devasta, potremo riprendere le nostre vite. Mai come oggi, ai ragazzi è piaciuta la scuola, andare al lavoro, andare a fare commissioni, insomma essere liberi di fare quello che si vuole. Quando a Pechino, venne imposto il divieto di celebrare matrimoni, a tutto il mondo sembrò quasi un esagerazione, un inasprimento nei confronti della popolazione, eppure adesso comprendiamo quanta saggezza c’era  nel volere delimitare in questo modo il numero dei contagi, tenendo conto che ogni assemblamento umano era fonte per la propagazione del virus.

Gli ospedali gradatamente ritornano ai normali ritmi di lavoro, il primo gruppo di personale sanitario di 3.675 unità, tra medici e infermieri, sta facendo rientro a casa dopo aver lavorato nell’Hubei per il contenimento del contagio. Lo riportano i media cinesi, secondo cui a Wuhan, è operativa da oggi la quarantena obbligatoria di 14 giorni e a proprie spese per tutti gli arrivi dall’estero. Il problema per la Cina, infatti, ora sono i cosiddetti contagi di ritorno. Nella giornata di ieri ce ne sono stati venti.
Perchè non dimentichiamo che il virus, può essere contenuto, ed i Cinesi hanno mostrato notevolissime capacità in questo senso, ma al momento non può essere battuto. Secondo gli aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc), i morti sono stati 13, di cui 12 nella provincia dell’Hubei e uno in quella di Shaanxi. Nove le vittime a Pechino, tre a Shanghai e nel Guangdong, e uno nelle province di Zhejiang, Shandong, Guangxi, Yunnan e Shannxi. I contagi di ritorno sono così saliti a 143. Nella città focolaio dell’epidemia,Wuhan, ieri è stato segnalato un solo caso di coronavirus. 
redazione