Girare il mondo a cavallo

Di Giulia Testa per Social Up!

Insomma, perché usare per forza una macchina?

Esiste un mezzo di trasporto che consuma poco, inquina zero ed ha anche una personalità: il cavallo. Nel mondo contemporaneo ha perso il suo utilizzo come mero strumento di spostamento ed è diventato per alcuni un bene di lusso, per altri una professione, oppure un compagno di sport, di avventure o di spettacolo. Ma anche animale da compagnia, soprattutto nella sua versione pocket, ovvero pony. Si può praticare equitazione per mille motivi diversi e scegliere un equino adatto è davvero facile, viste le miriade di razze che ad occhi esperti si presentano al giorno d’oggi.

Che ami o meno gli animali, nessuno potrà mai negare come la civiltà sia potuta evolversi anche soprattutto grazie all’uso del cavallo. Questi animali hanno fatto muovere persone e popolazioni intere, favorito scoperte e creazioni di confini, attraverso il loro indispensabile uso (e sacrificio) in guerra, per non parlare poi del grande aiuto agricolo che hanno dato.

Ogni tanto, quindi, sarebbe una buona idea risalire in sella e scoprire cosa provassero i nostri antenati. Se poi vi piace viaggiare, bingo. I road trips sono intramontabili esperienze di viaggio spericolate, ma anche galoppare col vento tra i capelli non è da poco. Immaginate di spingere un cavallo al massimo, sentire il suo respiro a ritmo col vostro e il rumore degli zoccoli sulla sabbia, sull’erba o addirittura sulla roccia. Arrampicarsi per montagne o farci un bagno in mare.

Ecco alcuni splendide mete, maggiormente valorizzate se vissute a quattro gambe.

Senza inizialmente citare un paese solo, una cosa che pochi sanno è che è possibile fare un safari a cavallo nella savana africana. Esatto, la savana degli elefanti e dei coccodrilli, del Re Leone e dei bracconieri. Ovviamente le galoppate tra l’erba alta sono guidate da un ranger del posto, per evitare che si trasformi in un banchetto per felini. Anche se, dicono i praticanti usuali, il vero rischio è che i cavalli, alla vista di un gruppo di zebre, ritrovino l’amore per la libertà e si imbranchino amichevolmente fino a seguirle a tutta velocità.

Comunque, da segnalare sono sicuramente il trekking sul delta del fiume Okavango (Botswana) e nel parco di Kruger in Sudafrica, da cui poi si può anche proseguire fino a Cape Town. In un luogo così selvaggio dove si possono fare incontri memorabili, farlo da sopra un altro animale forse è ancora più memorabile.

In Mongolia, popolazioni nomadi attraversano ancora valli e montagne ai cambi di stagione, spostando i loro insediamenti in posti più caldi o fertili. Tutto ciò, ovviamente, lo fanno a cavallo. Sellano il loro pesante e super peloso amico  (tipica fisionomia equina dei paesi freddi), lo caricano col necessario e galoppano nella steppa per settimane. Grazie all’agenzia Nomadic Expeditions,  vivere per dodici giorni una vera e propria spedizione nomade si può fare.

Il corrispettivo nomade al caldo, invece, è composto dai famosi beduini, cavalieri anch’essi. Si pensa che furono loro a creare la bellissima razza del Purosangue Arabo. Con il turismo equestre in Giordania (nel Wadi Rum, la Valle della Luna), si può cavalcare come un beduino uno di questi incredibili cavalli, per i deserti di Lawrence d’Arabia e  verso il Mar Morto e Petra, tra un petroglifo e l’altro. A bordo di un cavallo sembra molto più comodo che su un cammello, a dirla tutta.

Torres del Paine (Patagonia, Cile) è forse il più spettacolare parco al mondo. Qualcuno l’ha annoverata come ottava meraviglia del mondo. Si tratta di un paesaggio di picchi appuntiti, laghi blu ceruleo, pianure deserte e ghiacciai sconfinati – il più grande ha le dimensioni delle Hawaii. A quattro zoccoli e aria fresca, questi scenari vengono tutti percorsi, spesso integrati con escursioni in kayak lungo i fiumi.

I terreni lunari della Cappadocia, in Turchia, sono qualcosa di molto particolare da esplorare trottando.

Se nei trekking precedenti gli insediamenti umani in cui imbattersi erano praticamente inesistenti, in questo caso fanno parte dello spettacolo. La Turchia offre un’esperienza di cultura a tutto tondo, oltre che paesaggi mozzafiato. Cavalcando da villaggio a villaggio, si entra in contatto con i costumi del posto allo stato primitivo, conoscendo lo stile di vita turco rimasto tradizionale e assaggiando la cucina locale, soprattutto il loro famoso tè. Sulla strada, non mancano chiese bizantine, monasteri millenari e città sepolte.

Un altro trail che convoglia armoniosamente natura e cultura – ma di tutt’altro genere – è il Kerry Trail Ride (vicino a Killarney, Irlanda). Sebbene siano escursioni di massimo tre ore, offrono una full immersion tra il verde acceso irlandese e i castelli locali. I nativi del posto dicono che sono posti sacri per incontrare creature fatate.

Spostandoci a nord, molto a nord, abbiamo l’Islanda e i suoi pony caratteristici. Montare questi equini nella terra del fuoco e del ghiaccio è quanto di più bello ed efficiente si possa fare per immergersi nella loro cultura vichinga: quasi tutti gli islandesi, infatti, possiedono un cavallo di questo tipo, per altro unico al mondo per caratteristiche e uno dei pochi ad essere trovato occasionalmente ancora allo stato brado (per saperne qualcosa di più, leggete quest’articolo) . Sono piccoli e tozzi, ma non chiamateli pony. Con la loro quarta andatura pratica e veloce, sono in grado di affrontare ogni tipo di terreno.

L’itinerario del Golden Circle, nominato dalla CNN uno dei migliori da fare a cavallo, include passaggi su colate di lava raffreddata. Geyser e cascate sono ovviamente incluse.

Appassionati di storia? C’è anche il Trail of Hope, alla scoperta dell’eroico passato dell’isola e delle sue battaglie sanguinose. O eventualmente, tra i ghiacciai, o nella faglia tra Eurasia e America, o sulla costa del Circolo Artico, o sotto l’immancabile aurora boreale…

Il trekking equestre in Islanda non è però l’unico che sfida la natura e le sue conformazioni impregnative. Nell’Haleakala National Park a Maui (Hawaii), si cavalca addirittura nel cratere di un vulcano. È consigliabile essere già esperti (e un po’ intrepidi), poiché si scende di circa seicento metri dal margine del vulcano fino alla base del cratere, attraverso temperature e colori che variano velocemente mano a mano che il cavallo affonda gli zoccoli nel magma solidificato.

Ed ora, un classico. Borraccia e casaccia alla mano, è il turno del buon vecchio far west, Con l’associazione  statunitense Canyon Trail Rides potete finalmente sentirvi dei veri cowboys, dotati di un bel quarter (razza di cavallo americana) e di un bel cappello. Anche se, in realtà, spesso il Gran Canyon viene esplorato a cavallo di un mulo, più presentante in terreni ripidi e accidentati – arrivano fino ad un guadagno di pendenza di 500 metri! In ogni caso, tra le orecchie del suo compagno di viaggi, il neo fantino può godere della vista di una delle location più mozzafiato della Terra.

Basta guardare un immagine, e si può già sentire la colonna sonora di un film western.

Infine, per cavalieri neofiti, inesperti o molto giovani, da citare sono anche i percorsi attraverso il Banff National Park (Canada) e il South Queensland (Australia). Mentre il primo detiene il primato per la spettacolarità della natura nordica inviolata, il secondo di sicuro vanta una fauna introvabile altrove. Chi non ha mai sognato di trovarsi faccia a faccia con un koala, a cavallo?

Le strade sono fatte per i viaggi, non per le destinazioni. Il viaggio stesso non si esaurisce in una meta, ma è un’esperienza completa di anima e corpo. Quasi sicuramente i viaggiatori seriali e i malati della sindrome del wanderlust sono d’accordo con questa affermazione, ma dovrebbero – come tutti – prendere in considerazione l’idea di affidarsi a un animale, ossia ad una parte integrante del posto stesso che stanno visitando. Così, oltre che con l’ambiente, finirebbero per armonizzarsi anche con una creatura vivente e scoprire la magia del rapporto di fiducia tra uomo e animale, fianco a fianco in ogni parte del mondo.