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Rancore ci fa entrare nello Xenoverso con i primi tre brani del nuovo disco

Dopo mesi di piccoli indizi sparsi sui social e di teorie, possiamo finalmente ascoltare le nuove canzoni di Rancore. Il rapper romano ha pubblicato i primi tre singoli tratti dal suo nuovo album “Xenoverso, in uscita il 15 aprile. I singoli sono intitolati rispettivamente “Lontano 2036”, “X agosto 2048” e “Arakno 2100”. Come si sarà notato, i tre brani presentano un anno specifico, il che ci impone di ascoltarli in rigoroso ordine “cronologico”, per così dire.

La copertina dell’album. Da www.imusicfun.it

Chi conosce Rancore sa che i suoi testi non sono mai comprensibili a un primo ascolto, e questo discorso vale anche per i tre brani appena usciti. A questo proposito ci viene incontro un aiuto da parte del cantautore stesso. Prima dei brani, infatti, è possibile ascoltare un interludio recitato intitolato “Skit (Cronosurfisti)”. Si tratta di un dialogo tra Rancore stesso e un pilota automatico dotato di intelligenza artificiale che ci permette di capire la storia che sta alla base delle canzoni. I due parlano del fatto che “non è facile essere cronosurfisti”, intendendo con questa parola l’esperienza di viaggiatore tra universo e xenoverso. Rancore stesso, in questo lavoro, dovrà consegnare tre lettere, che non sono nient’altro che le canzoni.

Il primo brano di “Xenoverso” sembra essere tristemente profetico. “Lontano 2036” prende il via raccontandoci una storia ambientata in un futuro non troppo lontano, a discapito del titolo. Qui l’umanità è appena uscita da una guerra definita la “più grande guerra che si può immaginare / è la vostra Grande Guerra / la terza”. Se la guerra si svolge proprio nel 2036, il dopoguerra Rancore lo immagina dodici anni dopo, dove dei netturbini sono mandati in orbita a raccogliere le scorie rilasciate durante il conflitto.

I più attenti avranno già notato che il secondo brano ha un riferimento letterario. “X agosto 2048” si rifà nel testo alla bellissima poesia di Giovanni Pascoli “X agosto”. La lirica, come sappiamo, è il racconto di un padre che, paragonato a un uccello, torna a casa per portare la cena ai rondinini. Pascoli scrisse questa poesie in memoria del padre, ucciso proprio mentre tornava a casa. Rancore, dal canto suo, nella sua canzone compone un testo ispirato al modello pascoliano; non solo inserisce delle citazioni d’autore, ma recita tutta la poesia in maniera letterale.

Il terzo e ultimo brano, “Arakno 2100”, ci sposta un bel po’ più in là nel futuro. Siamo nel 2100 e l’umanità deve ancora smaltire le scorie della guerra. In questo lontano anno si scatena una rivolta in cui Rancore ci racconta il ruolo che ha il protagonista, Arakno Boy. Lui è un giovane anarchico, come suggerisce anche il nome, che si batte in prima persona per cambiare le sorti di quel che resta della popolazione. In questo brano Rancore inserisce anche riferimenti storici, in particolar modo la rivolta inglese del XIX secolo capitanata da Ned Ludd e che prende proprio il nome di luddismo. Nel lontano ‘800 gli operai insorsero contro le innovazioni tecnologiche, e nel 2100 la situazione, immagina il cantautore romano, non è cambiata.

Tanta carne al fuoco per tre brani fantastici, che sottolineano, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che la penna di Rancore è tra le migliori del panorama musicale italiano.

Marco Nuzzo