Di Simona Bartolini per Social Up!
Che Leonardo DiCaprio abbia talento da vendere non ci piove. L’abbiamo visto appena 15enne in “Buon compleanno Mr.Grape” nei panni di un ragazzino mentalmente ritardato (con un’interpretazione da vero attore professionista). È passato poi a interpretare il bel (e poco fortunato) Jack Dawson in “Titanic“ accanto all’amica di una vita Kate Winslet e tanti altri sono stati i ruoli con cui l’attore californiano si è confrontato dimostrando ogni volta di essere all’altezza di tutti i suoi personaggi.
“The Revenant” è stato però il film che lo ha consacrato alla critica dell’Academy, grazie al quale si è (finalmente) aggiudicato la tanto attesa statuetta d’oro. C’è chi dice che DiCaprio si meritasse l’Oscar per tanti altri film meno che per quello per cui l’ha vinto, ma una cosa è certa: l’Oscar per un attore di questo calibro era più che dovuto (e ci permettiamo di dire ultra meritato).
Oggi Leo è tornato, questa volta si è però posto in un ruolo decisamente diverso, dietro la telecamera. Ha infatti esordito come regista con il suo documentario “Before the flood – Punto di non ritorno” sul riscaldamento globale, un argomento che sta molto a cuore all’attore.
Ed è proprio con questo documentario che lui stesso ci racconta la sua infanzia. Porta lo spettatore nel backstage di The Revenant, racconta di suo padre George DiCaprio, un fumettista underground, e di come i suoi passatempi fossero legati alla natura dei luoghi in cui è cresciuto (un appartamento nella misera East Hollywood). “E’ un’ossessione, il mio interesse per l’ambiente. Mi consuma – ha detto a Stephen Rodrick su Rolling Stone – Non passa un giorno senza che ci pensi. È come un fuoco lento.”
Questa “ossessione” come la chiama lui stesso, è nata nel lontano 1998 durante un incontro con il vicepresidente di allora Al Gore e da lì l’interesse per la natura è diventato il suo grande amore (dopo il cinema s’intende). Tanto da spingerlo a diventare ambasciatore ONU contro i cambiamenti climatici.
E’ un documentario ricco di ingredienti: interventi da parte di scienziati e interviste a personaggi politici, persino Barack Obama e Papa Francesco sono intervenuti alla realizzazione di questo progetto.
Girato e prodotto da Fisher Stevens, “Before the flood” guida lo spettatore attraverso l’occhio critico del bel DiCaprio, in un lungo viaggio per il mondo, si passa infatti dall’Antartide all’Indonesia. Reso disponibile da National Geographic, l’attore lo ha definito “un lavoro d’amore“: il premio Oscar mostra luoghi reali, non risparmia attacchi e occhiate critiche al suo stesso Paese.
E’ un invito a riflettere, come dice lo stesso Leonardo DiCaprio, una “chiamata alle armi”. Nonostante le tante critiche positive che hanno definito il documentario come “un’opera significativa”, c’è una piccola grande nota negativa, quella del New York Times. Secondo il quotidiano americano, il film non tratta a sufficienza di cosa lo spettatore può fare concretamente, di come agire per cambiare le cose.
Indipendentemente dalla qualità del documentario o dei pareri contrastanti, una cosa però bisogna ammetterla, chapeau Leo!