“Ma a Natale cosa possiamo fare?” Ecco cosa prevede la “cometa” Dpcm

Se paragonassimo il nostro paese ad un presepe natalizio, la stella cometa tanto seguita dai Re magi e dai pastorelli per individuare la grotta dove nascerà Gesù Bambino, in questo momento dovrebbe chiamarsi Dpcm Natalizio. Mentre in molti paesi europei i capi di Stato con commozione o meno, sono stati chiari a fornire disposizioni in merito ai comportamenti da utilizzare sotto le feste, in Italia si nicchia, e fino all’ultimo momento ognuno dice la sua. La spiegazione sta nel fatto che la decisione di adottare una linea dura gioca a rimbalzo con chi chiede linee più morbide, nel frattempo, per alcune categorie particolarmente interessate come quella della ristorazione, l’incertezza crea problemi di disorganizzazione.

Bisogna fare approvvigionamenti alimentari per affrontare i pranzi di Natale o per limitare i danni economici, visto che i locali rimarranno chiusi, niente acquisti in dispensa per limitare le spese. Troppa confusione nei vari Dpcm, l’idea di utilizzare i colori per indicare le varie zone, non è sufficiente per fornire in maniera chiara ciò che compete ad una zona o che vieta in un altra. Basta fare un sondaggio tra parenti ed amici, per capire che nessuno ha le idee chiare su quello che si può e quando si può fare. Lo stesso coprifuoco, giustifica l’orario di uscita, ma l’esigenza di fare ritorno in casa, pone la giustificazione che ognuno può rientrare a qualsiasi orario voglia, basta dire sto rientrando nella mia residenza che nessuno può limitare nulla. Ma la domanda che tutto ci poniamo, “che cosa posso fare a Natale”, al momento non ha una vera risposta, e si continua a seguire la cometa delle supposizioni. 

 

“Dobbiamo fare delle scelte per tutelare i più fragili e gli anziani, a costo di sfiorare l’impopolarità. Dovremo passare il Natale ognuno a casa propria”, ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia intervistato da Sky Tg24. Boccia ha aggiunto: “Chi ipotizza cenoni sbaglia di grosso”. Boccia spiega che Natale “è più rischioso di Ferragosto” perché oggi l’Rt è più alto di quando l’Italia uscì dal lockdown a maggio e perché ci attendono ancora i mesi invernali più difficili.  Una riunione del Consiglio dei ministri è prevista oggi alle 18. L’ipotesi che si è fatta strada ieri è quella di una zona rossa estesa a tutta l’Italia. Ieri pomeriggio nel confronto tra governo e Regioni (Zaia: “Serve zona rossa a Natal”e mentre De Luca si dice “indignato: manca una decisione chiara come in Germania”) e tra il premier Conte e i capi delegazione della maggioranza dovranno essere sciolti ancora molti nodi.

Crediti: Natangelo

Il confronto è tra l’ala rigorista (ministri Boccia, Speranza e Franceschini) che non vedrebbe male un chiusura totale dal 24 dicembre al 6 gennaio e l’ala più moderata (premier Conte) che è restia a una chiusura totale per due settimane. Si dovranno anche decidere eventuali deroghe (soprattutto per gli spostamenti). Ieri sera allora l’ipotesi più probabile era quella di un lockdown duro solo nei giorni festivi e prefestivi (24, 25, 26 e 27 dicembre; 31 dicembre, 1, 2 e 3 gennaio).

Vediamo allora il possibile calendario delle nostre feste se passa l’idea di una zona rossa nei festivi e prefestivi e di una zona gialla negli altri giorni sempre col limite agli spostamenti infraregionali. Sembra più difficile pensare all’ipotesi di una zona arancione per i giorni non festivi. C’è da dire che per Natale solo l’Abruzzo dovrebbe essere zona arancione. Le cose dovrebbero restare come è previsto dalle norme in vigore oggi: cioè fino al 20 compreso potremo muoverci anche fuori regione (solo tra regioni gialle ovviamente). 

Nel periodo compreso fra il 19 ed il 23: Da lunedì 21 scatta il divieto di spostamento fuori regione (salvo che per motivi di lavoro, salute o urgenza) con la possibilità sempre però di tornare alla residenza, domicilio o abitazione. I negozi resteranno aperti fino alle 21. Bar e ristoranti aperti fino alle 18. Come aperti saranno anche barbieri e parrucchieri. Alle 22 scatta il coprifuoco. 
 
Dal 24 al 27 dicembre: Scatta il lockdown duro da zona rossa. Quindi negozi, bar e ristoranti chiusi. Possono restare aperti alimentari, farmacie, i tabacchi, edicole e librerie. Non potremo spostarci nemmeno all’interno del nostro Comune se non per motivi di salute, lavoro o urgenza (e sempre con l’autocertificazione). Potremo però andare a messa. Niente pranzi o cene con i parenti se non con il nostro nucleo convivente. Allo studio una deroga per allargare a non più di due congiunti stretti: esempio i genitori anziani o i figli. Si può anche uscire per assistere una persona non autosufficiente o per fare attività motoria e sportiva.
 
Dal 28 al 30 dicembre:  Si torna ad una maggior libertà. Con negozi aperti al pari di bar e ristoranti secondo le attuali norme in vigore. Il coprifuoco scatta dalle 22. E c’è anche la possibilità di muoversi all’interno della regione (sempre se gialla): ad esempio per andare nella seconda casa.   
 
Dal 31 al 3 gennaio: Si ritorna alla zona rossa con gli stessi divieti previsti per i giorni di Natale.
Dal 4 al 6 gennaio: Se passa la linea meno rigorista l’Italia riapre con le norme della zona gialla eccezion fatta per gli spostamenti che restano vietati fuori regione dal DL Spostamenti fino al 6 gennaio.
Alessandra Filippello