Denver contro Carolina, ecco a voi il Super Bowl 50!

Come ogni anno un fatidico giorno di febbraio, tutti gli Stati Uniti si fermano per uno degli avvenimenti sportivi più seguiti dal popolo a stelle e strisce: il Super Bowl (quasi 115 milioni di spettatori ndr.). Senza contare i 71.000 spettatori presenti al Levi’s Stadium di Santa Clara, in California, pronti ogni anno a godersi lo spettacolo dal vivo; infatti, in media un americano su due è davanti ad un teleschermo a tifare per la propria squadra.

A sfidarsi c’erano le teste di serie delle due maggiori leghe di football americano, la AFL e la NFL, dopo due lunghi cammini coronatosi con le vittorie dei rispettivi play-off. I Denver Broncos e i Carolina Panthers hanno dato vita ad una battaglia non tanto spettacolare dal punto di vista offensivo, ma bensì sfoggiando delle difese insuperabili, soprattutto quella dei cavalli bianchi del Colorado.

I più attesi da tutti per questo match, però erano i due quarterback: Cam Newton (26), per i Panthers, e Peyton Manning (39) per i Broncos. Il primo, proveniente da una stagione fenomenale nonostante dei rendimenti comunque un po’ altalenanti, ha saputo offrire colpi da vero fuoriclasse, traghettando la propria franchigia alla finale, presentandosi, inoltre, col miglior attacco della serie.
Difronte, però, si ritrova una delle leggende assolute del football moderno, il quasi quarantenne Peyton Manning, il quale, a differenza del “Super Man” (così soprannominato dai fan) della Carolina, nonostante si presentasse dopo una delle più disastrose stagioni mai giocate prima d’ora, reduce da un infortunio al piede che lo aveva tenuto lontano dai campi di gioco per un po’ di tempo, è comunque riuscito a far guadagnare un posto nella finale a Denver, anche grazie alla miglior difesa del campionato a coprirgli le spalle.

Il risultato finale è stato di 24-10 per i Broncos, i quali sono così riusciti ad accaparrarsi il terzo trofeo della loro storia, anche se nell’albo d’oro le loro sconfitte nelle finali sono state ben cinque. Coi pronostici che li davano già per spacciati, Manning e i suoi compagni hanno annichilito gli strenui tentativi dei Panthers di poter raggiungere il primo titolo della loro storia.
Lo spettacolo è stato privo di colpi di scena, si può dire che è stata più un’estasi per i veri esperti del settore, i quali hanno potuto godere due squadre che, dopo delle lunghe fasi di studio sferzate da qualche lampo di genio qua e là, hanno messo da parte l’attacco e sfoderato tutti i propri assi della manica a partire dalle difese, vere protagoniste della partita, in primis quella dei Broncos che si è quindi confermata, anche in finale, la migliore di tutte, consegnando a Von Miller, l’outside linebacker di Denver, l’effigie di MVP del match.

Manning può così dare addio al football americano dopo aver regalato anni di emozioni ma, soprattutto, dopo aver infranto record su record, il numero 18 in divisa bianca, difatti, è stato l’unico quarterback a vincere due Super Bowl con due squadre diverse, uno il 4 febbraio 2007 con gli Indianapolis Colts e il secondo proprio questa notte, lasciando a bocca asciutta Newton che però, dalla sua ha ancora un po’ di anni di gioco per provare a portarsi a casa il Vince Lombardi Trophy.

Per chi pensava poi che il Super Bowl fosse solo un evento sportivo, si sbagliava, nell’halftime ad esibirsi al centro del campo su un palcoscenico (per’altro costruito e smontato in tempi record, soli 8 minuti) Beyoncé, i Coldplay e Bruno Mars i quali, dopo la performance iniziale dell’eccentrica quanto brava Lady Gaga con la sua interpretazione dell’inno americano, hanno fatto saltare e cantare tutti i tifosi allo stadio e i telespettatori da casa, proponendo un mix di canzoni entusiasmante, quasi da far cedere di trovarsi ad un concerto piuttosto che alla partita più importante dell’anno di football.

redazione