Natalina Yaqoub: la Miss che sfida il governo del Sudan

Miss, mia cara miss“, cantava Totò nel film “Totò a Parigi“, per sottolineare la bellezza della donna desiderata. Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Silvana Mangano, Sofia Loren: ecco alcuni dei nomi di Miss nostrane, ragazze belle così com’erano, senza artifici e camuffamenti, volti della normalità, bellezze non contaminate dalle mode, ma anche eleganti, con una forte personalità in grado di conquistare il mondo intero. Se pensiamo alle gaffè delle varie miss degli ultimi tempi, il paragone con tali bellezze del passato è impossibile da sostenere. Tuttavia, c’è chi ha avuto il coraggio e la determinazione di sfidare il clichè della miss solo bellezza, sorrisi e risatina da oca giuliva: si tratta di Natalina Yaqoub, la Miss che sfida il governo del Sudan.

UNA CORONA CONTRO LA RETORICA NAZZISTA

Reginetta della regione di Nuba in Sudan, ha utilizzato la sua fama e la sua notorietà per contrastare le politiche del governo sudanese contro l’etnia Nuba. Studentessa di 23 anni, Miss Yaqoub, che parla perfettamente 3 lingue, tra cui inglese e arabo, sta usando il suo titolo per evidenziare la retorica razzista usata contro il popolo Nuba, bombardato dal governo del presidente Omar Al-Bashir dal 2011. Loro unica colpa è quella di abitare nella regione montagnosa del Kordofan del Sud, rifugio di gruppi ribelli anti-governativi il cui intento è rovesciare il potere centrale.

“DEVO USARE IL MIO TITOLO PER DIRE QUALCOSA”

In un’intervista al Guardian, la reginetta ha raccontato di avere “più volte chiesto al governo e ai nostri ministri il cessate il fuoco immediato. Tutto questo deve finire. La mia patria è sconvolta dal conflitto e io devo usare il mio titolo per dire qualcosa” ha aggiunto. Già nel 2014, anno della sua incoronazione, grazie al suo impegno, venne nominata prima relatrice del popolo Nuba alla conferenza TEDx (Technology Entertainment Design), conferenze che si tengono ogni anno in tutto il mondo per diffondere idee e pensieri importanti per l’intera umanità. Anche se vive nella capitale Khartoum, Miss Yaqoub non ha dimenticato le sue origini: “Le nostre madri e sorelle, a casa, vengono uccise e stuprate. Noi siamo al sicuro a Khartoum  ma soffriamo per quello che succede sulle montagne“, ha dichiarato ancora sul quotidiano inglese.

NATALINA COME ESTEFANIA

Il caso di Natalina Yaqoub non è un unicum nella storia dei concorsi di bellezza. Già una sua collega latinoamericana, Miss Venezuela 2009 Estefania Fernandez, aveva fatto qualcosa del genere. Nel 2014 aveva aderito ad una campagna anti-bavaglio lanciata a Caracas e organizzata dal fotografo Daniel Bracci contro il governo chavista. La “Miss” che apre bocca solo per larghi sorrisi, eventuali gaffes, vaghi appelli alla “pace nel mondo”, non c’è più. Un cliché che va stretto come un abito da passerella, uno stereotipo pesante come la testa che regge la corona.