Vi avevamo già riempito la testa con tantissime storie interessanti sulla birra. Vi abbiamo parlato di quanto le donne siano più interessanti con una birra a lato, del nuovo modo di rilassarsi con il BierYoga, del progetto della Birra Vale la Pena dei detenuti carcerari e addirittura qual è il modo corretto per richiederla in un locale, a questo punto non potevamo non raccontarvi della salute legata alla cultura birraria.
Partiamo da principio, proprio dagli elementi base: la birra è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo, aromatizzata e amaricata con luppolo. Questo nettare color dell’ambra pare essere una delle più diffuse e più antiche bevande alcoliche del mondo. Viene prodotta attraverso la fermentazione alcolica con ceppi di Saccharomyces cerevisiae o Saccharomyces carlsbergensis di zuccheri derivanti da fonti amidacee. Di queste, la più usata è il malto d’orzo, ovvero l’orzo germinato ed essiccato, chiamato spesso semplicemente malto. Vengono poi usati frumento, mais, riso – questi ultimi due specialmente come aggiunte in birre di produzione industriali – e, in misura minore, l’avena, il farro, la segale. Altre piante meno utilizzate, perché rendono le birre ancora più particolari, sono invece la radice di manioca, il miglio e il sorgo in Africa, la patata in Brasile e l’agave in Messico.
Per produrre il “nettare degli Dei”, il malto viene immerso in acqua calda dove, grazie all’azione di alcuni enzimi presenti nella radichetta che si forma durante la germinazione, gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri fermentescibili. Questo mosto zuccheroso può essere aromatizzato con erbe aromatiche, frutta o più comunemente con il luppolo. Successivamente viene impiegato un lievito che dà inizio alla fermentazione e porta alla formazione di alcool, unitamente ad anidride carbonica, che viene per la maggior parte espulsa, ed altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica dei lieviti. Il tipo di lievito e il metodo di produzione vengono usati per classificare le tipologie di birre.
Per l’appunto, il luppolo oggi è utilizzato quasi esclusivamente per la produzione della birra, in quanto i suoi oli essenziali e gli acidi che lo compongono sono fondamentali per il sapore e l’aroma di questa bevanda, tuttavia questa pianta è stata largamente utilizzata nel corso della nostra storia, in quanto ritenuto prodotto benefico per la salute.
Questo ingrediente ha occupato un posto importante nella farmacologia, era descritto come un calmante in caso di agitazione, di ansia e di insonnia o di disturbi del sonno di natura nervosa. Si utilizzavano soprattutto i coni dei fiori del luppolo che contengono almeno lo 0,35% di olii essenziali. Ancora oggi, questi, sono facilmente reperibili presso le erboristerie fornite.
Nella produzione di farmaci, il luppolo è generalmente combinato con altri estratti di piante ad azione calmante, come la valeriana, i frutti della passione o la melissa. Sono in commercio cuscini imbottiti di luppolo fresco, (non sono perenni, vanno sostituiti spesso), pare che questi guanciali favoriscono il sonno a causa dell’effetto del calore del viso che scioglie gli olii essenziali della pianta che si volatilizzano procurando un aroma soporifero.
La birra, la bevanda che contiene questa pianta, può quindi essere bevuta in modo ragionevole per trovare sollievo per l’anima e il corpo: una o due birre può giovare alla salute, contiene infatti notevoli proprietà nutritive, vitamine, e minerali, ma contiene anche alcool e come in ogni cosa è importante la moderazione.