Intervista a Yujia Hu: il sushi come connubio perfetto tra cibo e arte

Nato in Cina nel 1988 e trasferitosi a Milano all’eta di 8 anni, Yujia Hu oggi è un artista cosmopolita nella capitale della moda italiana. Per sua fortuna, fin da giovane ha potuto toccare con mano le materie prime, lavorando nel ristorante di famiglia in cui la cucina giapponese la faceva da padrone. Proprio tra quelle mura, Yujia ha imparato il mestiere del “Sushi Man”, lo stesso che oggi lo accompagna nella sua arte.

Solo negli ultimi 4 anni ha però iniziato a trasformare il suo modo di vedere il cibo in creatività artistica: prima creando ritratti  e utilizzando la tipica forma degli onigiri, poi specializzandosi tra quelle che sono da sempre le sue più grandi passioni (film, musica, sport e arte). Il suo obiettivo è sempre stato quello di differenziarsi da tutti gli altri chef che stavano lavorando nel suo stesso settore.

Il punto di svolta è riuscito ad ottenerlo grazie ad un giornalista di ESPN, il quale notò la sua bravura nel ritrarre i giocatori NBA e gli chiese di poter condividere le sue opere sul profilo ufficiale della squadra. Da questo momento in poi, la sua vita non è stata più la stessa: i suoi lavori sono finiti, infatti, su molte testate giornalistiche sportive a livello mondiale. In più, dopo aver realizzato il ritratto di Michael Jordan, ha provato anche a ricreare le sue scarpe più iconiche (le Air Jordan 1) e da quel momento non si è più fermato. Ad oggi realizza quasi tutte le scarpe più in voga del momento.

Oggi la parola SHOESHI, coniata in occasione per lui, lo identifica in tutto il mondo.

Da quel fatidico primo giorno Yujia è cresciuto tanto, soprattutto professionalmente. Il suo profilo Instagram, che oggi conta quasi 55 mila seguaci da tutto il mondo, è il mezzo principale che usa per promuovere la sua arte. Queste stesse persone, sono coloro che lo convincono giornalmente a credere e lavorare in progetti sempre più complessi. Include nel suo portfolio, infatti, centinaia di lavori: sia privati che realizzati su commissione (etichette discogragiche, moda, sport e pubblicità mondiali), oltre che a numerosissime interviste internazionali. 

Oggi Yujia Hu dedica anima e corpo alla sua arte, collaborando attivamente anche con il ristorante Nami a Milano, dove serve le sue Shoeshi.

Nasci come cuoco, anche se ormai tutti ti conoscono come l’artista del cibo: a cosa dobbiamo la tua trasformazione?

Ho studiato in un liceo artistico ma non sono mai riuscito a terminarne il percorso perché all’età di 18 anni ho dovuto iniziare a lavorare nel ristorante di famiglia. Proprio tra i miei familiari sono riuscito ad apprendere l’arte del sushi. Oggi sono riuscito finalmente a conciliare la mia strada iniziale, più artistica, a quella legata al cibo, facendone il mio lavoro.

Esiste un artista che stimi profondamente e da cui magari trai anche ispirazione?

Banksy è decisamente il mio artista di riferimento. Pensa fuori dagli schemi e ogni volta suscita sempre il fattore ”wow” nella testa delle persone, che poi è un po’ quello che cerco di fare anche io.

Quanto tempo ti serve per dedicarti ad ogni opera? Normalmente ti alleni?

Il tempo che impiego per creare la mia arte è molto legato a quanti dettagli ha il soggetto che voglio riprodurre: posso metterci da un minimo di trenta minuti a più di quattro ore. E poi ci sono le sneakers: alcune le conosco così tanto a memoria, che ormai utilizzo solo 15 minuti per ricrearne una!



Tra i tuoi progetti sembra che moda e arte siano strettamente correlate. Sappiamo che ami il cibo, la moda invece?

Parto col dirvi che, vivendo a Milano, non si può non essere influenzati dalla moda. E’ anche grazie alla mia ragazza, la quale lavora nel mondo del fashion, che le tendenze mondane hanno preso il sopravvento nella mia arte. Insomma, è impossibile non amare la moda!

Ti aspettavi tutta la notorietà che hai adesso all’inizio di questo percorso?

Ho iniziato a fare quello che faccio quasi per gioco. Volevo solo creare qualcosa per pubblicizzare il ristorante di famiglia e ho finito col chiudere quest’ultimo e trasformare il mestiere, che nel frattempo avevo imparato, in un altro ancora. A dirla tutta, non mi sarei mai aspettato di arrivare dove sono adesso, ma sono molto orgoglioso dei traguardi raggiunti!


Secondo te, l’Italia è finalmente pronta ad apprezzare l’arte “fuori dagli schemi” o ci vorrà ancora del tempo?

Secondo me, ora come ora, l’Italia non è ancora pronta al 100% per questo tipo di influenze artistiche. C’è anche da dire, però, che piano piano qualcosa si sta muovendo. Lo vedo soprattutto dai miei follower, che continuano ad aumentare di giorno in giorno! Per farvi capire, su cinquantacinque mila persone che mi seguono, solo il 17% è di nazionalità italiana, nonostante io viva e lavori in Italia.

Ti è mai capitato che qualcuno non comprendesse le tue opere? Come reagisci nei confronti degli haters?

All’inizio ho letto alcuni commenti negativi sul mio lavoro: mi riferisco a frasi del tipo: ”non si gioca col cibo”. Durante la mia carriera ho sempre cercato di spiegare che questo era il mio modo di vedere il mondo: lo scultore ha il marmo, io ho il riso e il pesce crudo. Col tempo questi commenti sono andati diminuendo e ora, fortunatamente, la mia arte viene apprezzata ovunque.



Yujia Hu e il futuro: progetti che bollono in pentola e sogni da voler realizzare? Raccontaceli!

Di progetti ce ne sono tanti, tra cui una collaborazione con un famoso brand per delle stampe su t-shirt e felpe. Purtroppo, a causa della grave crisi mondiale che stiamo vivendo, molti progetti sono dovuti entrare in stand by. Adesso spero solo che tutto questo finisca al più presto e che mi auguro che tutti potremo tornare di nuovo a viaggiare il prima possibile.

Yujia Hu e i social

Alessia Cavallaro