Intervista a Mirko Ronzoni: lo Chef che punta all’unione tra tradizione ed innovazione

Classe 1990, cresciuto a Dalmine (BG) Mirko Ronzoni è il vincitore indiscusso della seconda edizione italiana di “Hell’s Kitchen”. La vittoria gli è valsa la posizione di Executive chef al ristorante di Hell’s Kitchen al Forte Village Resort in Sardegna.

Comunicativo, istrionico, socievole, amante della moda e degli accessori, ha partecipato a numerosi eventi promozionali quali GourmArte a Bergamo, Salone del Gusto di Milano e Eataly a Torino.

Dopo il diploma alla scuola alberghiera, si è subito inserito nel mondo del lavoro per apprendere il massimo da Chef di prestigio e dare fin da subito un’impronta chiara al suo percorso. Ha lavorato in Italia, ha vissuto a Londra, New York e Bucarest, esperienze grazie alle quali ha dato libero sfogo al suo estro sia in ambito culinario che personale. Tradizione, tecnica, ricerca maniacale delle materie prime, caratterizzano la sua cucina a cui aggiunge sempre un giusto tocco personale.

Collabora con l’Accademia del Gusto, solida e rinomata realtà Bergamasca nello svolgimento di corsi di formazione per professionisti e non, di carattere culinario. E’ chef owner di “Good Food Veg”, un take away gourmet che somiglia molto ad un laboratorio green con lo scopo di portare in primo piano il concetto del take away di qualità e quindi di un servizio strettamente connesso all’offerta di un prodotto selezionato, italiano, biologico e alla valorizzazione della materia prima.

In pieno fermento per le feste siamo riusciti a rintracciarlo e a farci raccontare della sua nuova vita, dopo la grandissima vittoria, dei suoi progetti attuali e futuri a cui dedica anima e cuore.

Se dovesse descriversi attraverso un piatto, quale sceglierebbe e per quale motivo?

Un risotto ben fatto, tecnico, goloso e tanto creativo. Rappresenta ciò che sono: ipercreativo, a volte azzardato ma con grande rispetto  per la tradizione e la tecnica della cucina.

La sua cucina è entrata nelle case degli italiani grazie alla sua partecipazione al programma “Hell’s Kitchen”. Qual è stato l’episodio o il momento speciale della sua vita in cui ha capito questa passione  sarebbe diventata il suo lavoro?

Tutto nacque alle elementari, un corso pomeridiano in un centro ricreativo per ragazzi diversamente abili. Lì il primo vero contatto con la cucina e più ricette. Mi ha aperto un mondo: poi ho continuato a coltivare questa passione cucinando a casa qualche dolce e passando i pomeriggi dalla mia vicina studiando e mettendo poi le mani in pasta, una vera goduria.

Non solo ha partecipato a “Hell’s Kitchen” ma ne è stato vincitore assoluto. Com’è cambiata la sua vita dopo la vittoria?

Calcolando che è nato tutto per caso, mai avrei immaginato di vincere – o forse in cuor mio si – è stato un percorso difficile, come potete percepire dalla visione del programma, ma grazie al cielo ho un carattere pronto alla gestione dello chef, dico sovente che se vuoi fare questo lavoro ad alti livelli è fondamentale la gestione di se stessi, se no si scoppia e si abbandona, come fanno tanti. Nel dopo programma sono arrivate mille proposte, tanto fumo ma alcuni grandi progetti, l’importante è non fermarsi mai.

Nella terza edizione del programma è stato nominato Sous-Chef: com’è stato trovarsi dall’altra parte? Ha riconosciuto qualcosa di sé nei concorrenti?

Quando Cracco e poi la produzione mi hanno voluto nel programma è stata une bella carica di adrenalina, un grande attestato di stima da parte di Carlo, devo essere molto schietto, poche persone mi hanno realmente impressionato, ma sicuramente qualcuno, non mi va di fare nomi, farà capolino nella grande cucina italiana, vedremo.

 

In base alla sua esperienza, quanto il format televisivo può aiutare chi vuole realizzare i propri sogni nel cassetto?

I programmi TV sono vetrine ambitissime dove dimostrare ciò che meglio sappiamo fare, di fuffa ce n’è tanta e dura poco, chi ha professionalità e talento, dura e sfrutta al meglio ciò che gli viene incanalato. Ovviamente parlo di “vetrine”, perché un programma non cambia la vita, ma la cambia le scelte che si attuano.

Attraverso i suoi canali social coltiva una community che ha come filo conduttore il lifestyle e la cucina: quanto queste nuove vie di comunicazione possono influire positivamente e negativamente nel lavoro?

Ormai non possiamo più ignorarle o farne a meno, questo lo dico soprattutto per i più grandi di età o gli “pseudo-alternativi”. Fondamentale è tenere un contatto diretto con il pubblico, i clienti, i fans, che diventano veri e propri parenti di questa famiglia virtuale. Mi trovo spesso a discutere di questa cosa, non vivo di solo social come alcuni personaggi, ma i miei fans sono parte integrante della mia vita e delle mie scelte.

Ci parli del suo progetto “Good Food Veg”: come e per quale motivo è nato?

Goodfood Veg è stata una start up di ristorazione veloce e vegan, sotto la mia guida ha avuto una gestione di 1 anno, una grande scuola di management e gestione aziendale per me, quest’estate l’ho smembrata e ne sono uscito, per diverse visioni aziendali con  i due soci, ma reputo sia stata un ottima fucina creativa e mi ha dato modo di sperimentare e tastare la piazza di Bergamo e i nuovi trend ristorativi.

È suo anche il progetto “Aesthetic Kitchen”? Che cos’è e quanto lo appassiona?
Come avrete notato, non mi fermo mai. AK è un format di catering creativo per piccoli eventi tailor made, mi sta dando tante soddisfazioni e mi sta radicando sempre più verso Milano e verso il trentino. Oltre a AK, sto incrementando anche le consulenze ristorative, per restyling di locali, nuove aperture, formazione e tutto ciò che concerne la ristorazione, sul mio sito potete vedere tutto.

Il nuovo anno è alle porte: cosa bolle in pentola per questo 2018?
C’è un gradissimo progetto ristorativo che sta prendendo forma, negli eventi i tantissimi fans ma anche chi mi conosce la prima volta mi chiede se ho un ristorante, finalmente proprio a capo di quest’anno molto intenso per me, è nata, questa nuova idea, ora sono ancora in fase top secret per i dettagli, ma vi assicuro che a Febbraio avrete svelate molte cose, seguitemi!

Potete seguire i progetti dello Chef Ronzoni sui suoi social:

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Alessia Cavallaro