Intervista a Marco Crepaldi: “Sognare mi aiuta ad anestetizzare”

“Oceano” è il nuovo singolo di Marco Crepaldi rilasciato ovunque lo scorso 5 febbraio per Mc Music e distribuito da Music Raise. La canzone è uno spaccato interiore dell’artista che si mette a nudo raccontando una storia d’amore ma anche e soprattutto ciò che maggiormente lo tormenta.

Marco Crepaldi, romano, classe ‘87, si trasferisce in adolescenza sul litorale nord romano dove inizia a studiare chitarra e canto.

Ha lavorato come turnista per alcune realtà romane e non solo, ha accompagnato il cantautore Leo Pari in tour in Italia e in Europa,suonando  le chitarre nel suo album “Resina”.

Nel 2012 hafondato il progetto Mancini e pubblicato l’EP “Fango”(Gas vintage Records)contenente quattro brani dal sapore street-rock e l’EP “Va tutto bene” contenente una cover di “Fuoco sulla collina” del compianto Ivan Graziani con la quale arriva finalista al “Premio Pigro” 2014.

Negli anni a venire ha suonato  in vari club della penisola, appassionandosi alle sonorità hip hop/rap.

Nel 2018 ha ripreso il nome di battesimo riscoprendo un genere più intimista e cantautorale,vince il “Montesilvano pop rock festival”con il brano “Amore in abbondanza” e firma un contratto con la Mea record company che produrrà alcuni dei suoi singoli tra il 2019 e il 2020.

Durante l’estate del 2020 con il produttore e storico amico Marco Battistini ha iniziato a produrre un nuovo lavoro che verrà alla luce nella primavera del 2021.

 

“Oceano” è il tuo nuovo singolo. Quando hai scritto questa canzone? 

Ho scritto questo brano durante il lockdown di Marzo 2020. Avevo in testa già da un po’  il ritornello, poi una sera di getto mi è uscito fuori tutto il resto. Ricordo ancora che  stavo suonando  il piano elettrico quando  improvvisamente ho sentito liberarsi un “oceano” di sensazioni.

In “Oceano” intoni: “I miei pensieri persi nell’oceano, i miei misteri, i miei ricordi persi nell’oceano”. Quali sono i pensieri, i misteri e i ricordi che hai perso?

Sono tutto ciò che riguarda quello che avrei voluto essere, quel che sono e quello che sono stato. Capita spesso alla nostra età di guardarsi allo specchio e trovarsi sospesi tra sogno e realtà, tra realizzazione ed insoddisfazione. Personalmente cerco di darmi sempre stimoli e nuovi obiettivi per evitare che la mia indole e i miei sogni  affondino definitivamente nell’ oceano. Ho il rimpianto di non essermi laureato ad esempio, non escludo però che possa farlo nei prossimi anni.

Quali, invece, sono i pensieri, i misteri e i ricordi nuovi e che trattieni? 

Quelli che spero  possano far di me un uomo migliore. Mi piace molto vivere a muso duro, mi lascio attraversare dal mondo e tengo stretti anche gli errori che a mio avviso sono  passaggi fondamentali nel percorso di crescita.Voglio tenere con me tutto ciò che mi aiuti a  mettermi  in discussione.

In “Oceano” si fa prepotente il tema dell’insonnia come sinonimo anche di una generazione quella dei trentenni alla deriva. Cosa ci tiene ancora svegli a noi trentenni? 

I sogni e la poesia, almeno spero. La nostra generazione è riuscita ad  assaporare, seppur in un tempo breve, il gusto di lasciarsi  “accarezzare”dalla vita. Siamo stati travolti da un’onda veloce e prepotente proprio quando potevamo avere il mondo in mano e non è stato affatto facile rimanere stabili. Siamo cresciuti a “pane e speranze” che poi qualcuno ha cercato di toglierci, facendoci  credere che la meta sia COMUNQUE più importante del viaggio. Che poi chi ha detto che si debba essere stabili per forza?

Quanto è importante ad oggi sognare, soprattutto in piena pandemia? 

Significa molto, moltissimo. Siamo sospesi e confusi, non sappiamo ancora se ci sveglieremo e un giorno e questo incubo sarà finito o se dovremmo imparare a convivere con il nemico. Personalmente sognare mi aiuta ad anestetizzare, a non permettere alla pandemia di averla vinta sui miei progetti e sui miei stimoli, senza perder di vista la realtà.

Come ti sei relazionato con la pandemia? Come hai sfruttato questo periodo di disordine e novità?

Ho lavorato molto sui nuovi brani fino a produrre un album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Sono riuscito a dare il giusto peso alle cose, senza rinunciare a scoprirmi leggero e scanzonato. Ho letto moltissimo e ascoltato molta musica: tutto ciò è stata la giusta cura al non poter viaggiare liberamente. Se si è capaci di viaggiare con la mente si è già a buon punto…

 Su cosa stai lavorando in questo periodo? 

Sto chiudendo i mix dei brani, mi sto lasciando influenzare dalla scena it.pop romana, senza voler copiare nessuno. Ho fatto pace con la mia identità artistica, sento di esser maturato e confesso di esser soddisfatto.Vorrei essere sempre aperto a contaminazioni, mi affascina molto l’ infedeltà a livello artistico.

Sandy Sciuto