Intervista a L’Elfo: significati e retroscena del nuovo “Vangelo II Luka”

L’attesa è finita. L’Elfo torna ufficialmente sulla scena con “Vangelo II Luka”, il nuovo album disponibile dall’11 settembre in formato fisico e digitale su etichetta Polydor/Universal Music. Questo progetto discografico, il terzo in assoluto a portare la firma del rapper siciliano, ha visto la luce al termine di un percorso di avvicinamento arricchito dall’uscita di quattro singoli: “Made In Catania”, “Come Gesù”, “Boogie Woogie” e “Si Cummatti”.

Prodotto da Francesco Maria Grasso in arte Funkyman, “Vangelo II Luka” è composto da sedici tracce scritte da L’Elfo con la collaborazione di vari artisti della scena rap italiana come Ensi, Cromo, Clementino, Vacca e Nerone. Tra i featuring spiccano anche le presenze di due cantautrici emergenti come Ludovica Caniglia in “Filo Spinato” e Niah Steiner in “Gig Robot”.

Dopo “L’Ignorapper” e “Gipsy Prince”, il terzo album della carriera de L’Elfo costituisce uno step di fondamentale importanza nella sua carriera, rappresentato dal debutto ufficiale con Universal, casa discografica con la quale ha firmato nell’ottobre del 2019. “Vangelo II Luka” è un progetto al quale L’Elfo lavora da tempo e che senza dubbio susciterà uno spiccato interesse da parte di fan, appassionati e addetti ai lavori.

“Non sono mai molto bravo a parlare della mia musica e dei miei progetti però ho la sensazione che questo disco sia il lavoro più maturo che ho fatto finora”, ha dichiarato il rapper siciliano. “Ci sono molte cose che definirei diverse, sto prendendo una piega molto interessante artisticamente, spero e credo che questo disco ne sarà la prova. In questo disco ho messo tutta la mia essenza, il mio stile, sempre in evoluzione, e soprattutto il mio messaggio, che è sicuramente diverso dal 99% dei rapper/trapper mainstream di oggi”.

L’Elfo, già protagonista in passato ai nostri microfoni, si è raccontato in una nuova intervista esclusiva in cui ha svelato tutte le sue riflessioni sul suo nuovo disco.

Raccontaci il percorso che hai seguito per realizzare questo nuovo progetto discografico.

Il mio percorso punta sempre verso la stessa direzione: produrre una musica che prima di tutto mi piaccia, mi faccia stare meglio e mi dia soddisfazione. Credo che in questo modo, seguendo questa attitudine, quella stessa musica sia in grado di soddisfare e far stare all’ascolto anche il mio pubblico.

Perché hai scelto “Vangelo II Luka” e quali significati si celano dietro a questo titolo?

Perché ho sempre interpretato il rap come un qualcosa di sacro, senza mai scendere a compromessi e portando avanti i miei valori. Tutto ciò che vivo, che trasmetto e che cerco di far capire alle persone racchiude tutti questi significati.

Nel corso della tua carriera sei passato da “L’Ignorapper” a “Gipsy Prince”, mettendo sempre in risalto quella sorta di doppia personalità che descrive al meglio le tue origini e i tuoi valori di artista. Quale immagine di te stesso vuoi trasmettere al pubblico con questo nuovo disco?

Onestamente non so che immagine voglio trasmettere al pubblico. Non so neanche se voglio trasmetterne una. Faccio semplicemente ciò che mi rappresenta, come se mi stessi guardando allo specchio. Se spesso salta fuori questa doppia personalità è perché forse in fondo sono leggermente bipolare!

Il freestyle è una disciplina grazie alla quale sei riuscito ad emergere e ad esprimere le tue qualità. Tra le tante collaborazioni presenti nel disco, spiccano le figure di due vincitori di MTV Spit come Ensi e Nerone. Com’è stato interfacciarsi professionalmente con questi mostri sacri del freestyle?

Una delle parti più significative del mio percorso è costituita proprio dall’amicizia. Con molte persone non ho stretto rapporti particolari, perché non sono uno di quelli che abbraccia tutti pur di mettersi in mostra e fare i grandi numeri. Nella scena del rap italiano oggi posso avere il piacere di definire amici due come Ensi e Nerone. Poter rappare con loro è stata una bellissima esperienza. Il fatto che siano anche due rapper validissimi è poi per me una doppia soddisfazione.

Parlando degli altri feat, ci sono ulteriori retroscena particolari che ti va di raccontarci?

Il mio unico intento era quello di fare delle belle tracce e quindi realizzare un bel disco, in base a questo ho scelto le collaborazioni. Ho persino fatto un brano con una cantante sconosciuta al pubblico come Niah Steiner che ha fatto un ritornello bellissimo. In pratica, più che creare hype con i nomi ho voluto coinvolgere le persone che secondo me potevano stare all’interno di questo progetto.

Con i brani come “Made in Catania” e “Si cummatti” non hai rinunciato a rappare in siciliano. Che impronta ha lasciato nel disco quello che può considerarsi come un tuo marchio di fabbrica?

Non ho mai rinunciato a quello che sono, ho troppo rispetto del rap e dei suoi valori. Ho deciso di portare il dialetto anche con Universal e non avrei mai potuto farne a meno, anche perché specialmente nel sud Italia è qualcosa che ho fatto spopolare io. Quindi perché lasciar perdere?

L’album, arricchito anche con alcuni skit e intermezzi, si presenta molto variegato e ricco di sfumature sia nei beat che nei testi. Puoi spiegarci il motivo di queste scelte?

Perché questo album rappresenta il mio viaggio, fatto di esperienze e umori contrastanti. Ci sono pezzi più sicuri, altri dove viene fuori la debolezza umana, ma in generale penso di aver sempre portato questo in termini di contenuti. Forse ora, avendo 30 anni ed essendo maturato molto nel mio campo, penso che questo aspetto si possa notare di più. Infatti, credo che questo sia il mio lavoro più maturo.

Dicembre sembra essere una poesia malinconica sulle delusioni dell’amore. Qual è il messaggio di questo brano?

È un pezzo molto malinconico che sicuramente rievoca delle immagini tristi. Fondamentalmente credo che il concetto di musica sia questo: trarre ispirazione dai momenti bui e difficili per creare una poesia. Questo è il gradino più alto che può raggiungere un artista. Parlo male dei sentimenti e dell’amore semplicemente perché ci credo. Se non ci credessi non parlerei così tanto di tutte queste emozioni.

“Vangelo II Luka” rappresenta il tuo album d’esordio con Polydor/Universal. Quali sono le tue aspettative per questo nuovo importante step della tua carriera?

Questo disco mi sta creando un grandissimo peso sulle spalle perché si tratta del primo progetto con la casa discografica per eccellenza, cioè Universal. Spero ovviamente di fare tanti numeri perché questo è il mio lavoro, però la mia vera missione è far arrivare il mio cuore al pubblico attraverso la musica. Mi auguro che questa disco verrà apprezzato per tutti i contenuti e le sfumature che racchiude.

Il prossimo appuntamento in agenda riguarda l’uscita del nuovo singolo “Filo Spinato”, in programma il 18 settembre. Cosa dobbiamo aspettarci e quali altri sfide ti attendono in futuro?

“Filo Spinato” è un bellissimo brano e si può considerare il connubio tra un pezzo sentimentale e uno che per caratteristiche potrebbe tranquillamente passare in radio. Sono molto contento di come sia uscito e ringrazio molto Ludovica Caniglia che con la sua bellissima voce ha curato il ritornello. Per il resto dovete sempre aspettarvi quello che sono e quello che porto, un rap fatto col cuore, con tanto stile e tanta metrica. Aspettatevi Luca in ogni traccia.

Giuseppe Forte